giovedì 9 aprile 2009

Viaggio lungo la tratta ferrata Catanzaro lido - Sibari 9


In questa nona parte: le stazioni di Calopezzati, Mirto-Crosia e Toscano


Viaggio lungo la tratta ferrata Catanzaro lido - Sibari: alla scoperta dell’isola che non c’è


di Romano Pesavento


A questo punto, prima di continuare a discutere e descrivere le rimanenti fermate della tratta ferrata ionica, occorre approfondire, brevemente, l’analisi fatta sui passaggi a livello. Infatti, dalla descrizione abbiamo potuto constatare come oggi sia, ancora, molto elevato il loro numero. Tutto ciò favorisce, come sappiamo, un abbattimento della velocità commerciale della linea. Da un analisi attenta dei dati si può così determinare che i comuni sui quali i 34 passaggi a livello della tratta Crotone-Sibari ricadono sono: 2 a Crotone; 3 a Strongoli; 3 a Torre Melissa; 6 a Cirò; 4 a Crucoli; 5 a Cariati; 2 a Mandatoriccio; 1 a Pietrapaola; 1 a Calopezzati; 2 a Crosia; 2 a Rossano; 3 a Corigliano. A nostro avviso, necessita, vista la situazione attuale, cominciare a vagliare la possibilità di interventi che riducano il loro numero. Per tal motivo, in vista dell’elettrificazione, l’amministrazione provinciale dovrebbe cominciare su tale tema una concertazione con le varie amministrazioni comunali. Detto ciò possiamo, adesso, riprendere il nostro viaggio. A qualche chilometro dalla fermata di Pietrapaola, c’è la stazione di Calopezzati. La struttura è localizzata sul lato destro della SS 106, al km 164+940 della linea ferrata. L’edificio principale di colore verde risulta essere abitato. Il primo piano, difatti, mostra alcuni simboli evidenti (una parabolica per il digitale, i panni stesi, le serrande semichiuse con alcune piante poggiate sul davanzale). A piano terra, inoltre, al lato sinistro dell’ingresso principale, noto alcune insegne che mi indicano un’attività commerciale per la vendita degli alimenti (Salumi, formaggi, gastronomia calabrese - S.G. Salumeria -). Dalla sua pianta si evince che internamente era così strutturato: ACEI (loc. 1); lampisteria (loc. 2); sala relè (loc. 3); atrio (loc. 4); sala d’attesa (loc. 5); deposito (loc. 6); magazzino merci (loc.7).
A lato destro, c’è l’accesso ai binari, due con lunghezza pari a 496 metri. Internamente, l’impianto non è strutturalmente malmesso. Malgrado l’erba alta lungo i binari e nelle piccole villette, non vi è nessun segno di vandalismo e i marciapiedi sono puliti con su segnata la linea gialla. Per quanto riguarda i servizi ai passeggeri, riscontro le medesime inefficienze delle altre strutture: obliteratrice guasta, servizi igienici chiusi, nessun personale di Trenitalia. Tutte le porte sono blindate. Illuminazione, bacheca degli arrivi e partenze dei treni e servizio acustico sono intatti e funzionanti. La pensilina è in buon stato di conservazione. I muri sono coperti da scritte rosse. Su tutta la parete destra troviamo: “Se 1 domani vorrai lasciarmi fallo in un giorno di pioggia così non vedrai le mie lacrime; fallo in un giorno di vento così non mi vedrai tremare; fallo in un giorno d’autunno dove è + facile morire”; mentre su quella centrale risalta la seguente frase: “Se vuoi conoscere la tristezza guarda nei miei okki e lì conoscerai il vuoto che si cerca e nn si trova.. e se vedrai qlks ke brilla non preocc è solo 1 lacrima”. Infine, noto che vi è una piccola costruzione di colore gialla con due porte blindate su una c’è scritto centralina, mentre sull’altra batteria.
Subito dopo Calopezzati, c’è Mirto-Crosia. L’impianto è situato dentro il centro urbano. L’edificio principale sembra essere abbandonato. Mi avvicino all’ingresso principale. Due insegne lo caratterizzano. La prima, a destra, è la targa con su scritto: “Atrio Biglietti”. La seconda è, invece, posizionata proprio al centro della porta ed indica la direzione della zona parcheggio auto.
Osservo, inoltre, da dietro le sbarre l’interno della stanza. Non esiste più la porta in vetro, l’ambiente si presenta molto sporco, mentre sul muro appare in grande la scritta in nero “The doors”. A sinistra c’è una finestra, anche essa con le sbarre, sui cui vetri ci sono attaccate le tabelle di arrivo partenze dei treni. Continuando vi è un’altra porta, blindata e con un lucchetto, sulla quale si può facilmente riconoscere appeso sul vetro il simbolo della Croce Rossa.
Dalla sua pianta è possibile, infine, conoscere la composizione degli interni. Abbiamo: magazzino merci (loc. 1); sala relè (loc. 2); sala d’attesa (loc. 4); atrio (loc. 5); ACEI (loc. 6); centralina (loc. 7); magazzino (loc. 8).
Entro nell’impianto. I binari esistenti sono tre, la loro lunghezza varia dai 494 a 500 metri. Tutti i muri sono coperti da scritte colorate; anche quelli della pensilina. Quest’ultima è stata oggetto pure di atti vandalici: la panchina completamente distrutta ne è vivissima testimonianza. La villetta sul lato destro non è accessibile; in quanto è recintata ed il cancelletto d’ingresso chiuso. Al suo interno, la vegetazione cresce in modo rigoglioso e sparso. Non vi è granché da osservare. Tranne un enorme serbatoio vecchio e arrugginito, posizionato su una costruzione alla sinistra di quella principale, ed un’antica fontana per i non recenti locomotori, collocata tra il primo e secondo binario. Nessun servizio all’utenza è operante nella stazione. L’illuminazione e gli effetti sonori sembrano funzionare.
Dopo aver fatto qualche foto salgo in auto e mi reco verso la fermata di Toscano. Su di essa non c’è molto da dire. Attualmente, la fermata è disabilitata, fuorché nei mesi estivi. Infatti, in tale periodo è attivo il servizio di collegamento ferroviario con l’Acquapark di Rossano. Al posto della stazione oggi c’è un bar, i cui interni sono moderni. Per accedere ai binari occorre uscire da una porta interna al locale. Al momento non è stato possibile visionare lo stato del piazzale perchè il piccolo cancelletto d’ingresso è chiuso con lucchetto.
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Pubblicato su La Provincia KR, settimanale di informazione e cultura, Anno XIII n. 29 del 21/07/2006

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