martedì 28 aprile 2009

Crotone&Politica 2

Il PD crotonese s'è dimenticato delle aspirazioni dei giovani precari


di Romano Pesavento, Salvatore Bianco, Antonio Anania, Franco Massimiliano

Nonostante i leader nazionali del PD, prima Veltroni, ora Franceschini, cerchino di sostenere battaglie a favore delle fasce più deboli, qui, a Crotone, si fa di tutto per precarizzare e rendere più incerto il futuro delle giovani generazioni.
Un ricordo non tanto lontano, ma certamente rimosso dai nostri amministratori, è la lettera scritta da alcuni co.co.co. del Mercato del lavoro della Provincia di Crotone a Walter Veltroni, in occasione del suo arrivo nella nostra città.
Senza scadere nel sentimentalismo, quel documento di “vita” colpì l’attenzione dell’allora leader del PD, che invocò solidarietà e certezze per i giovani precari crotonesi. Risultato: tutti a casa e senza un motivo plausibile. Tante ombre e zone buie rendono inesplicabile il dipanarsi dell’intera vicenda. Per chi avesse coltivato i valori della sinistra e avesse speso con umiltà i propri sforzi e le proprie energie nel puntellare interessi di portata collettiva, era assolutamente oscuro ed imprevedibile un esito del genere.
Questa situazione e analoghi frangenti hanno, così, finito per accrescere il malumore, oramai dilagante, tra i ceti più vulnerabili della società cittadina.
Purtroppo, si deve ammettere che non vi è alcuna programmazione delle risorse utile e condivisa da tutti i soggetti operanti nel territorio. Anzi, abbiamo assistito, sgomenti, alla stabilizzazione di alcuni super consulenti, molti dei quali non menti eccelse, ma “dopati ipertrofici” politicamente. Certamente, potrebbe essere molto semplice ed istruttivo considerare i curricula vitae dei soggetti in questione; anche il lavoro prodotto denuncerebbe scarso impegno, considerando i non magri compensi attribuiti per qualche ora di lettura.
Tra le cose migliori fatte in questi anni dall’ente intermedio, vi è quella di aver trasformato con un tocco di bacchetta magica i pensionati in lavoratori ed i giovani precari in disoccupati: abra cadabra, sin sala bin!. Indubbiamente, si potrebbe obbiettare che i pensionati sono una categoria eccellente, quasi da annoverare tra i beni del patrimonio UNESCO, e, per tal motivo, vanno valorizzati e tutelati, anche a discapito delle nuove generazioni.
Non si tratta di cinismo. È giusto che ci si senta ancora utili alla collettività e che si contribuisca con il proprio lavoro, anche in età avanzata, alla crescita civile e sociale di una città. Eppure, con la penuria di posti di lavoro tipica della nostra provincia, forse si dovrebbe pensare prima a chi, giovane, con mille sogni e mille progetti, non può realizzarsi e non può creare sviluppo o alternative valide al già visto.
L’esperienza sarà sicuramente un valore, ma l’entusiasmo, la formazione culturale, l’energia devono sempre risultare perdenti in un ipotetico duello?
Il rinnovamento non parte dalle “abitudini”, soprattutto quelle cattive; i giovani si disaffezionano, nutrono nei confronti della politica sempre più diffidenza, e voltano le spalle ai partiti, se non vedono interesse reale per i propri problemi. Un partito che aspiri ad essere di massa non può sottovalutare tale aspetto. L’elezioni non si vincono con i discorsi. Invece, i fiumi di parole “inutili,” che in questi giorni scorrono nei corridoi, lasciano intravedere la povertà degli argomenti e l’arrembaggio verso mete sempre più improbabili.
Mancano i valori, i fini di una lotta politica indirizzata all’ascolto e alla risposta di quei problemi sempre più impellenti della gente comune. Insomma, fino ad oggi poco si è fatto per proporre soluzioni; mentre troppo si è dato agli “highlanders” della politica. Ne resterà uno solo?
Pubblicato su
- Il Crotonese n. 27 7-9/04/2009;
- Il Quotidiano della Calabria del 03/04/2009

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