venerdì 3 aprile 2009

I viaggiatori a Crotone 15

“Ma il Paese conosce Crotone per un altro motivo: migliaia di clandestini, arrestati in tutto il Sud, transitano ogni anno per questa città priva di fascino”


Broussard l’inviato speciale de l’Express parigino alle prese con la povertà di Crotone


“Comune sinistrato vicino al mare. Il suo sindaco è un esponente dell’estrema destra che ama tanto le statue che evocano il fascismo, da aver fatto erigere un gladio gigante su una collina dei dintorni”



di Romano Pesavento

Dopo tanti scrittori del passato più o meno recente, attenti ora a fotografare le miserie della Crotone del loro presente, ora a celebrare la grandezza di una gloria trascorsa e irripetibile, questa volta intendo sottoporre alla gentile attenzione dei lettori il pensiero e le riflessioni di uno scrittore decisamente nostro contemporaneo. Il senso di questa “operazione” è, a mio avviso, evidente: molto spesso, diventa più facile, immediato ed efficace raccontare la nostra realtà con le parole di chi, “estraneo” al nostro contesto, può meglio di ogni altro esporla ed interpretarla. Ho scritto intenzionalmente “estraneo”, cari lettori, perché è un termine che, nel nostro caso, sta a significare immune da ogni forma di “servilismo politico”, da “mazzetta intellettuale” o, per citare l’illustre Manzoni, da “servo encomio” (Cinque Maggio, per chi non lo sapesse). Un punto di vista libero, retto e spassionato diventa momento vitale e fondamentale, ai fini di un’elaborazione veritiera della situazione socio-politica all’interno del nostro territorio. Pertanto, l’autore di questa settimana è di nazionalità francese; il suo nome è Philippe Broussard, noto inviato speciale sia del quotidiano francese Le Monde, sia de L’Express. Egli, vincitore nel 1993 del premio Albert Londres, è autore di testi di notevole importanza, come “Le ribelli del Tibet”, la sconvolgente storia di due giovani monache, Kyzom e Yangdol, rifugiate in India. Le donne parlano a nome dei ribelli che ancora rischiano la vita lassù in Tibet. Altra autorevole pubblicazione è “la prigioniera di Lhasa”: storia di Ngawang Sanqdrol, religiosa e ribelle buddista di 23 anni, incarcerata nella capitale tibetana dal 1992 per aver osato contestare l’occupazione cinese de suo paese.
Tornando più strettamente alle inchieste giornalistiche, attività assai cara a Broussard, in occasione di un suo viaggio nell’Italia Meridionale, egli si è soffermato a fine Marzo 2006 a Crotone. Da qui un articolo pubblicato su L’Express in cui oltre a esprimere tutta la sua perplessità di fronte al gigantesco gladio cittadino, denuncia le carenze e i disagi di una provincia priva di fascino e soprattutto di servizi, non solo per gli exstracomunitari, sulla cui sorte incombe l’enorme struttura “CPT” localizzata nei pressi dell’aeroporto S .Anna, ma anche per i crotonesi stessi, costretti, se sprovvisti di adeguata segnalazione, o poderoso calcio nel sedere, se preferite, ad emigrare, come i loro padri o i loro nonni, verso città veramente degne di questo nome.
“Ecco Crotone, 60.000 abitanti. Comune sinistrato vicino al mare. Il suo sindaco è un esponente dell’estrema destra che ama tanto le statue che evocano il fascismo, da aver fatto erigere un gladio gigante su una collina dei dintorni.
Ma il Paese conosce Crotone per un altro motivo: migliaia di clandestini, arrestati in tutto il Sud, transitano ogni anno per questa città priva di fascino. Il centro di trattenimento, situato di fronte all’aeroporto, è il più grane d’Europa. Alcuni stranieri che vi soggiornano sono poi espulsi tramite charter. Altri, per lo più quelli originari di paesi in guerra, possono beneficiare di un permesso di soggiorno provvisorio. Tentano allora di lavorare in nero o di prendere il treno per i Nord. Qualche sudanese senza soldi occupa una casa in rovina vicino alla stazione. Un terreno incolto li separa dagli alloggi popolari italiani, ma nessuno viene mai a trovarli. Il Sud è anche questo: una terra cosi vicino all’Africa che a volte le sembra di subire la miseria del mondo . Gli stranieri non sono i soli a voler partire.
La maggior parte dei giovani laureati non hanno scelta: la Calabria non ha niente da offrire. Da questo punto di vista la situazione non è affatto cambiata dall’inizio del 20° secolo, l’epoca in cui gli uomini partivano verso Torino, Parigi o l’Australia.
Erano muratori, imbianchini, operai. Nel 2006 i loro discendenti sognavano di diventare avvocati o ingegneri “lassù” nell’”Italia dei ricchi”.”
L’emigrazione odierna, a differenza di quanto avveniva in passato, riguarda una sorta di fuga di cervelli, vale a dire personale qualificato, in direzione di territori più produttivi e gratificanti sotto il profilo della remunerazione. Tale malinconico e pernicioso, in quanto Crotone rischia di diventare una città di anziani e di raccomandati incapaci, fenomeno viene vituperato con fieri accenti di sdegno e lamentato con torrentizie, calde, lacrime, degne del teatro di Euripide, da ogni forza politica in campo. Ciò non toglie che tutto continui a scorrere secondo il suo corso. Nel Gattopardo di Tomasi di Lampedusa si diceva che bisognava cambiare tutto perché nulla cambiasse. Ho un triste presentimento…. e voi? Certamente, continua a mancare la classe dirigente nel meridione. Almeno questa è l’affermazione che tutti ribadiscono e recitano con sussiegoso convincimento nei comizi e nelle iniziative pubbliche. Mancano i cervelli capaci di gestire i processi socio-economici. Occorre formare, immediatamente, nuove leve; intanto, però, le vecchie “si sono mangiate”, come si suole dire in termini “plebei”, ma efficaci, già tutto. E mentre mangiano versano fiumi di lacrime, da coccodrillo, sui problemi e sulle disgrazie della povera gente. In conclusione, sarebbe assai più proficuo se ci si battesse il petto la domenica mattina a messa, davanti all’altare con il crocifisso di fronte e la madonna di Capo colonna sul lato destro, e, durante gli altri giorni, si lavorasse di più ed un po’ meglio.



Pubblicato su La Provincia KR, settimanale di informazione e cultura, Anno XIII n. 43 del 03/11/2006

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