martedì 14 gennaio 2014

A sostegno dell'APPELLO "Salviamo il Bastione Villafranca"

09-01-2014
Crotone, cemento armato a ridosso del Bastione Villafranca.
Le associazioni Gruppo Archeologico ed Italia Nostra hanno inviato unalettera al ministro dei Beni Culturali, al Direttore Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria, al Soprintendente BAP Cosenza, al Comandante Nucleo Tutela Patrimonio Culturale ed all’assessore alla Cultura del Comune di Crotone per segnalare alcune incongruenze riguardanti un intervento di riqualificazione urbanistica da parte dell’Amministrazione Comunale di Crotone (Progetti integrati di Sviluppo Urbano (P.I.S.U.) – Linea di intervento 8.1.2.2 – Azione per il potenziamento dei sistemi di mobilità sostenibile che si sta espletando nei pressi di viale Regina Margherita.
Si tratta della presenza di una struttura in cemento armato collocata proprio a ridosso del cinquecentesco Bastione Villafranca, struttura che risulta fortemente impattante e contrastante con il manufatto preesistente, bene storico-monumentale di interesse culturale, meritevole di adeguata tutela da parte dello Stato e di opere di conservazione in quanto  parte integrante del complesso delle fortificazioni volute dall’imperatore Carlo V e dal viceré don Pedro de Toledo, marchese di Villafranca.
Del Bastione, rasato in parte nel 1876, rimane ancora ben visibile la base mentre il resto è interrato sotto viale Regina Margherita, costruito sulla parziale rasatura del bastione e del terrapieno della successiva cortina.
Il Bastione Villafranca, come tutta la cinta muraria cinquecentesca, a parere delle associazioni, in quanto bene culturale di proprietà pubblica, è vincolato “ipso iure” e soggetto a tutela da parte dello Stato.
Le associazioni chiedono che la struttura in cemento armato venga eliminata perché in assoluto contrasto con il contesto di valore storico.
Le stesse denunciano che, negli ultimi anni, è in atto a Crotone un pericoloso, progressivo allentamento dell’esercizio  della tutela del patrimonio culturale architettonico, storico-monumentale e paesaggistico.
Per questo motivo, hanno chiesto alle Istituzioni responsabili di predisporre degli interventi urgenti così da fermare tale situazione diffusa di degrado, inaccettabile ed  insostenibile.
Vincenzo Fabiani
Presidente onorario Gruppi Archeologici
d’Italia della Calabria
TeresaLiguori
Vice presidente
Italia Nostra nazionale

Pubblicazione

Rivista di intercultura Altrove n. 8 della Fondazione Paolo Cresci di Lucca il viaggio nell'emigrazione-immigrazione.

Dalla Premessa

Il percorso che ha guidato la nostra indagine si è sviluppato in molteplici direzioni, in modo tale da fornire il più possibile un’immagine chiara, completa e diversificata dell’emigrazione/immigrazione da Napoli in giù.
Ci spostiamo attraverso alcune città cruciali, alla ricerca di informazioni, segni che contraddistinguono e caratterizzano i flussi migratori interni ed esterni. Nel corso degli anni molti scrittori, studiosi, giornalisti hanno visitato i posti disperati e degradati del Sud Italia. Ognuno, a modo suo, ne ha dato un’immagine, un colore, una sfumatura.
E così, passeggiando tra le vie e le stradine con il taccuino, abbiamo  cominciato a scrivere con l’intento imprescindibile di dare connotazioni e fisionomia precisa alle tante vicende ignote dei migranti di sempre: uomini, donne, bambini che, come pacchi, si muovono o vengono spostati da mani invisibili, più che dalla propria volontà, alla ventura. Nel raccontare la “loro” storia siamo partiti dal piccolo paesino calabrese per giungere alla grande metropoli campana. Viaggiando ininterrottamente dal micro al macro e ritorno.

Il numero contiene i seguenti contributi:

Romano Pesavento, Tania Errico
Un giro turistico per Napoli lungo la scia dell’integrazione e multiculturalità. Faccia a faccia con lo storico dramma della migrazione e della povertà. 

Romano Pesavento
Immigrazione a Rosarno, “life is war”. Luci e ombre di una società degradata, atrofizzata dall’inestricabile ragnatela della 'ndrangheta.

Romano Pesavento
Cutro - Reggio Emilia: una strada lunga più di 1.000 chilometri. Sogni e speranze vissute tra il Sud e il Nord d’Italia: gli emigrati cutresi.

Angelo Ragusa, Romano Pesavento
Cronistoria del fenomeno migratorio trapanese. Un viaggio, tra passato e presente, lungo le orme e le incognite di una clandestina multietnicità. 

Consultabile on line sul sito della Fondazione Paolo Cresci o Museo Paolo Cresci: www.museoemigrazioneitaliana.org; www.fondazionepaolocresci.it.

sabato 11 gennaio 2014

APPELLO "Salviamo il Bastione Villafranca"

Nonostante l'APPELLO "Salviamo il Bastione Villafranca" consegnato alla STAMPA e alle AUTORITA', i responsabili o chi per loro decidono di ACCELERARE i LAVORI e completare la CEMENTIFICAZIONE in ATTO, tradendo così una PARTE DEL PATRIMONIO STORICO DELLA CITTA' DI CROTONE. E' una VERGOGNA! OCCORRE dire BASTA!


lunedì 6 gennaio 2014

Crotone: Il Porto dei Veleni

Le infrastrutture e le strutture logistiche sono oggi elementi fondamentali di sviluppo e integrazione dei sistemi produttivi locali, dei distretti industriali, tecnologici e di servizi, dei poli turistici e consentono alle imprese il perseguimento di strategie e obiettivi comuni.


di Romano Pesavento



Un territorio ben infrastrutturato è più attraente anche per gli insediamenti logistici. Naturalmente, un ruolo importante rivestono i porti. Nonostante, la regione Calabria sia circondata dal mare, raramente, si è occupata del benessere dei suo approdi e delle attività economiche connesse. Tutto ciò a portato l’economia portuale ad avere trend economici molto altalenanti. Il porto di Crotone ha, quindi, risentito drasticamente degli effetti boomerang di tali politiche.      
Ultimamente, il piano di caratterizzazione presentato dall’A.R.P.A.Cal. ha segnalato la presenza in ben 43 punti di campionamento di sostanze altamente nocive ed inquinanti sui fondali portuali crotonese. Le principali sostanze trovate sono: zinco, piombo, cadmio, mercurio, arsenico. Come si può facilmente immaginare, tali veleni sono strettamente legati alla presenza in età passata degli stabilimenti chimici-metallurgici e alla scarsa sorveglianza degli enti preposti sugli scarichi industriali. D’altronde, oggi, non scopriamo certo l’acqua calda! Infatti, basta andare indietro negli anni e giungere al 29 giugno 2000 per rilevare che, in una riunione tenutasi presso la sede del commissario delegato per l’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani della Regione Calabria alla presenza del prefetto di Crotone, dr. Gallo, dell’ufficio del commissario, avv. Italo Reale, del comune di Crotone, dott. Milito Francesco, dott. Ma rullo Antonio, ing. De Martino, del A.S.L. di Crotone, dott.ssa Bilotta Rosa e dr. Mezzotero, della soc. Pertusola, ing. Giuseppe Calogero, ing. Vincenzo Mano, ing. De Sandre, ing. Raccosta, della provincia di Crotone, prof. Malarico Carmine e arch. Artese Nicola, il verbale così riportava:  
"Si rileva una situazione di contaminazione generalizzata con zone d’inquinamento molto elevato legate alla mancanza di argilla che si presenta non compatta e assente in alcuni punti in cui la presenza di strati di tipo sabbioso e limosi accentuano la ritenzione di contaminanti. È stata rilevata una presenza di solfati e di Manganese in quantità più elevata nelle aree di maggiore attività industriale. Il Sub Commissario valutata la consistenza della contaminazione sostiene che è necessario procedere ad una bonifica sostanziale dell’intero sito che dovrà coinvolgere fortemente il Ministero dell’Ambiente e sollecita, in virtù di quanto esaminato, l’estensione delle analisi al perimetro esterno all’area dello stabilimento per come definito nel D.M. 471/99.”
Nella fase conclusiva della riunione si prendeva in esame la discarica privata e la responsabilità patrimoniale ambientale.      
Per quanto riguarda la discarica si apprendeva che la realizzazione avrebbe dovuto essere a carico della nuova società Pertusola e sorgere su un sito già individuato dal comune di Crotone. A proposito della responsabilità patrimoniale ambientale, si evinceva dal verbale che: “la società Pertusola si obbliga all’esecuzione di tutti i lavori di demolizione, messa in sicurezza e bonifica previsti nel relativo progetto mentre Enirisorse acquisisce alla propria sfera giuridica la proprietà della discarica a mare.” Quindi, già nel 2000 era noto a tutti che il nostro mare stava diventando una pattumiera chimica. Nessuno fino ad oggi ha affrontato seriamente tale problema. Le sostanze velenose con le correnti marittime si stanno propagando e il benessere marino si sta piano piano modificando.
In cosa non si sa. Appaiono all'orizzonte delle strane bolle, certamente, non dovute alla presenza di pesci ma di qualche probabile agente chimico. Alcuni scienziati di “fama internazionale” hanno attribuito la causa di tale fenomeno ai recenti movimenti tellurici che hanno interessato la nostra costa. Alla luce dei dati in nostro possesso  e resi pubblici durante l’anno in corso, c’è comunque poco da stare allegri (vedi tav.1). Anche perché di recente abbiamo constatato la presenza di bolle anche nella zona portuale. 
    
Tav.1 - Carotaggio porto industriale-commerciale di Crotone.
                     Fonte:A.R.P.Cal.

Pubblicato sulla rivista la Provincia KR n.1, Luglio 2013.

sabato 4 gennaio 2014

Rassegna stampa dell' APPELLO "Salviamo il Bastione Villafranca"

Il Quotidiano della Calabria del 02/01/2014 pag. 31



La Gazzetta del Sud del 03/01/2014 pag.34


Il Crotonese del 04/01/2014 copertina e pag. 31





mercoledì 1 gennaio 2014

Articolo inviato alla Stampa crotonese e alla Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria relativo agli interventi urbanistici sul Bastione Villafranca sito a Crotone

Salviamo il Bastione Villafranca!!


di Romano Pesavento




Nel corso degli anni stiamo fortunatamente assistendo sempre più ad una crescente attenzione da parte dell’opinione pubblica e dei media circa le sorti di monumenti, siti archeologici e beni culturali italiani. Non a caso, già la Costituzione italiana all’art. 9 (“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”) e successivamente il decreto legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004, noto come il Codice dei beni culturali, forniscono una precisa definizione dei concetti di tutela, valorizzazione e conservazione del patrimonio storico.

Evitare disastri, restaurare con rispetto i luoghi storici conservando la bellezza degli scenari sono oggi i pilastri su cui si basano le attuali scienze di conservazione dei beni culturali e di promozione turistica. Fatta questa breve ma essenziale premessa, ci preme porre all’attenzione delle autorità pubbliche ed in particolare del Comune di Crotone e della Soprintendenza per i beni culturali la nostra riflessione in merito ad un intervento di riqualificazione urbanistica (Progetti integrati di Sviluppo Urbano (P.I.S.U.) – Linea di intervento 8.1.2.2 - Azione per il potenziamento dei sistemi di mobilità sostenibile nelle città e nelle aree urbane. 2a) Sistema integrato di mobilità urbana – Assi penetrazione – Sistema parcheggi – Sistema di “Park and Ride” sulla strada consortile – importo del contratto 685.883,70) che si sta espletando nei pressi di via Regina Margherita.
In particolare segnaliamo la struttura in cemento armato che si è deciso di collocare proprio a ridosso del bastione Villafranca detto anche Brianda; tale scelta ci sembra non valorizzare e salvaguardare a pieno un complesso, che, comunque, è degno di rilievo storico-culturale. Da quanto si evince da approfondimenti storici, il bastione Villafranca fa parte del complesso delle fortificazioni volute dall’imperatore Carlo V, essendo viceré don Pedro de Toledo, marchese di Villafranca.
“Iniziato nel 1542 sotto la guida del soprastante Felice Cito de Cotrone. Nel 1573 la muraglia risultava finita, mancava solo di costruire alcune “cose nelle piazze delli fianchi”. Quando fu costruito entrava nel mare e fu costruito sopra il molo antico della città nel luogo detto porto di Terczana. A causa dell’interramento della costa nel 1778 risulta sulla spiaggia. Dopo i lavori dei forzati ( fine sec. XVIII) una sola parte del bastione è bagnata dal mare. Fu demolito nel 1876. Rimane ancora visibile una parte della base mentre il resto è interrato sotto la via Regina Margherita che fu costruita utilizzando parte del bastione e del terrapieno della cortina successiva. Nel 1699 sotto il baluardo di “Brianda” vi erano cinque “calcinari”, luoghi cioè dove si “acconciano” le pelli nel luogo detto “le Sarchi” (1743). Indicato come baluardo a fronte il palazzo di Francesco Cavaliere (1793) e come bastione Cavaliere nella carta del Genio Militare del 1872. Conservava ancora all’inizio del sec. XIX vicino al baluardo un piccolo porticciolo.” (Andrea Pesavento, Guida alle fortificazioni della città di Crotone, dattiloscritto, 1985)

Certo qui da noi non sempre ci si sofferma adeguatamente sull’efficacia della conservazione dei beni culturali, ma, malgrado tutto, dovremmo sforzarci, invece, di ribadirne e diffonderne l’importanza. In realtà se anche si fosse completamente insensibili nei confronti dell’Arte e della Storia, che costituiscono forse oggi l’unico vanto di Crotone, si dovrebbe quantomeno ragionare in modo venale: in termine di utile, di introiti possibili. Chi arriva in città desidera non solo godere delle bellezze naturali, ma anche visitare i luoghi del passato rilevanti. Proprio per questo dovremmo accanitamente difendere ogni centimetro quadrato della nostra identità. Soprattutto per una città che viene immancabilmente definita a “vocazione turistica”. Mah! In che modo speriamo di attirare l’attenzione dei potenziali visitatori di Crotone, con servizi raffazzonati, un mare non proprio incontaminato, immondizia on plein air, squarci urbanistici – paesaggistici metafisici?.  


                                      Immagini storiche del Bastione Villafranca






Immagini recenti del baluardo Villafranca