sabato 31 dicembre 2016

“Dalì, il sogno del classico”: dal 1 ottobre 2016 al 5 febbraio 2017, la retrospettiva al Palazzo Blu di Pisa

Romano Pesavento

Dal 1 ottobre 2016 al 5 febbraio 2016, è in corso, al Palazzo Blu di Pisa, la mostra dal titolo “Dalì - il Sogno del Classico”.

L’esposizione propone un percorso in cui la provocatoria arte di Dalì si coniuga con i Grandi senza tempo, non solo dell’arte figurativa; anzi, il punto focale di un simile, inedito, viaggio parte proprio dal più moderno e classico autore di tutti i tempi: Dante; egli interpreta il Sommo poeta attraverso il proprio caleidoscopio personale, fatto di larve, scie luminose, linee tortuose, forme a tratti stilizzate fino alla nuda parvenza e poi improvvisamente corporee, contratte in una spasimante tensione muscolare terrena, di michelangiolesca memoria. Inferno, Purgatorio e Paradiso, i cui paesaggi e personaggi vengono rievocati in modo surreale,  sporadicamente  delicato, più spesso con violenza di linee, trovano una lettura insolita, scomoda e perturbante attraverso il segno dell’artista catalano. Il binomio Dalì -Dante può sembrare un accostamento perlomeno “improvvido”; invece la sua “follia” estrosa ben si presta a rappresentare l’alfa e l’omega, Eros e Thanatos dell’umanità e l’insondabile mistero dell’esistenza, viluppo di inestricabile dolore e mistica esaltazione. Ogni opera effonde energia psichica nevrotica e spudorata. 
La luminosità opaca e gli scenari onirici, a volte lunari, delle tele affascinano e ipnotizzano le menti dei visitatori, conducendoli in spazi inediti, alla ricerca della quarta dimensione. L’atomismo, la relatività, il simbolismo del pittore attraversano lo spazio della realtà e dell’arte del Novecento, scindendosi in migliaia di puntini colorati, che, in maniera armoniosa e ordinata, costruiscono immagini classicheggianti, il cui approdo finale consiste nel modello strutturale mentale costituito dalle tre istanze psichiche: Es, Io e Super-io.

Ogni viaggio di formazione presupporrebbe una guida /musa sotto la cui egida affrontare i rischi e gli inconvenienti dell’esplorazione dell’Essere; per il marchese di Púbol, l’ago della  bussola era Gala, compagna e complice della sua vita temeraria e scandalosa; la confidente geniale, depositaria di tutte le sue ardite farneticazioni, ricorre in diverse opere, fissando il proprio sguardo enigmatico e sfuggente sulle bizzarrie metafisiche composte dal genio surrealista.
“Si dice che quando una persona guarda le stelle è come se volesse ritrovare la propria dimensione dispersa nell’universo”(Salvador Dalì).    






Pubblicato su la Provincia Kr online giorno 30/12/2016



  


martedì 20 dicembre 2016

Una giornata a Bolzano






Da Lucca a Bolzano si impiegano circa 5 ore in autobus. A mano a mano che ci si avvicina al Trentino Alto Adige, la Natura disegna paesaggi suggestivi e meravigliosi, perfino il guard-rail di color marrone s’integra perfettamente nello scenario alpino. L’alba è suggestiva e illumina le grandi montagne rocciose, l’acqua verde smeraldo dell’Adige e i piccoli centri urbani, raffigurando una sinfonia di luce e colori davvero unici. Arrivati a Bozen con passo frettoloso e sguardo curioso, ritroviamo il variopinto mondo dei mercatini di Natale, situati in piazza Walther, dove appare, nella sua maestosità, l’enorme abete con le sue magiche decorazioni. Il Duomo, le abitazioni private, i negozi da sogno e gli alberghi di lusso dall'architettura tipicamente tirolese e mitteleuropea sono i “pezzi buoni” di questo straordinario salotto. La Sacra Famiglia con bue e asinello all'interno di un’autentica stalla in miniatura, riprodotta con legno antico e tetto a scandole, il profumo del vin brulè , la “cioccolatosa” torta Sacher , lo squisito panino con formaggio fuso e speck trasmettono pienamente ai visitatori tutta l’atmosfera della festa. Dopo aver girovagato per le stradine ed aver respirato l’arietta pungente e frizzante delle montagne è d’obbligo una tappa al Museo archeologico provinciale, in cui è conservata la mummia di Ötzi, il famoso uomo tatuato dei ghiacci o del Similaun, la cui datazione risale ad un'età compresa tra 5300 e il 5200 anni. Nelle vicinanze c’è il museo civico, dalla cui terrazza si può scoprire una veduta mozzafiato della città. Gli ultimi momenti prima della partenza si possono passare sorseggiando una cioccolata calda, scattando fotografie e lanciando un ultimo sguardo alle bellezze del duomo gotico, dedicato a santa Maria Assunta.