martedì 28 aprile 2009

Crotone&Politica 4

A volte tornano i pensionati!


di Romano Pesavento, Antonio Anania, Salvatore Bianco, Franco Massimiliano

C’è chi è in pensione e poi ritorna; c’è chi ha lasciato la dentiera a casa, perché è più bello così; c’è chi vive ricordando i nonni e pretende di lasciare un segno da tramandare alla futura memoria cittadina; c’è chi è innamorato delle rose, ma poi i nomi sono quelli; c’è chi dei giovani non gliene frega mai niente, tranne quando devono votare; c’è chi vive di sole memorie; c’è chi dice di applaudire al vecchio, perché in realtà è il nuovo; c’è chi si trucca allo specchio, perché forse i giovani non lo sanno; c’è chi parla del passato, perché vive il presente altrui e s’impadronisce del futuro di tutti; c’è chi gli hanno suggerito di dire così, perché è giusto; c’è chi ha voglia di cambiamento, ma poi che stress!!!!; c’è chi sostiene che i giovani devono sacrificarsi; mentre i vecchi sono vecchi; c’è chi dice solo grazie; c’è chi la poltrona la sogna sempre tra le nuvole e le stelle; c’è chi magari aspira pure al posto di San Pietro; magari, lui lo sa e, tiè, non glielo dà!
A volte ritornano….Beh, di fronte ad eventi inspiegabili e quasi soprannaturali come quelli ai quali stiamo assistendo, non resta che citare il mago dell’horror Stephen King. Anche nel nostro caso, rimaniamo paralizzati dalla paura: dalle cripte desolate e sulfuree, però, non affiorano figure infernali e minacciose, ma, a quanto sembra, si sprigionerebbe la forza del rinnovamento politico. A Crotone funziona così, facciamocene una ragione. I giovani a spasso, i pensionati in corsa (?). E va bene, in fondo da noi il detto “largo ai giovani” rimane un’inconsistente formuletta sapientemente piazzata tra le righe di un rosario recitato, occasionalmente, nelle omelie ufficiali di partito. Peccato, speravamo in una candidatura di Pietro Ingrao! Non si intende sminuire la figura del partigiano, simbolo della resistenza; sarebbe del tutto fuori luogo e irrispettoso. Tuttavia è doveroso segnalare ad oltranza un’anomalia che è tutta squisitamente crotonese. A votare, però, non vanno soltanto le classi di ferro, che, probabilmente, rappresentano il vissuto e che avranno di certo condotto le loro battaglie e raggiunto, in buona parte, i loro traguardi. Qui ci sono intere generazioni lasciate al palo. Deliberatamente, da irresponsabili ammalati di potere. È vergognoso! Muoiono le problematiche giovanili; intanto, il tempo a Crotone non passa! Il tempo è una categoria umana, vale a dire creata dagli uomini, di cui si percepisce l’esistenza solo attraverso il cambiamento, le alterazioni di stato e le varie trasformazioni. In ragione di quanto detto, si può affermare tranquillamente che nella nostra provincia il tempo è scandito unicamente da crustoli, cuzzupe e fratelli Ferraiolo. Episodi festosi, ma lontani anni luce sia dal “nuovo” che dalla risoluzione di problemi sociali tanto drammatici quanto, criminalmente, ignorati.
Primarie: magari si, magari no, magari forse; è la democrazia che muore dietro l’angolo di un lampione, negli alberghi a cinque stelle, tra i complotti e le faide; nella vuota verbosità tribunizia d’altri tempi. Non c’è contiguità tra il passato ed il futuro, tra giovani e vecchi; figuriamoci, allora, tra la realtà e le aspettative, i desideri, delle persone!
PD, dì qualcosa di nuovo! Almeno prospetta qualcosa di diverso. Non sarebbe poi tanto sbagliato, dato che le nuove proposte le conosciamo bene, pensare ad un patto generazionale in cui almeno lo stipendio del presidente, certamente optional per chi lo intascherà, venga versato per il finanziamento di progetti a sostegno dei giovani in politica. Purtroppo, la nuda verità è che puntare sui giovani a Crotone significa rischiare. I giovani portano voti? Potrebbe essere. Sempre meglio che impantanarsi nel già visto, già sentito, già sperimentato da noi e da quelli prima di noi. Speriamo non da quelli che verranno.

Pubblicato su
- Il Crotonese, Anno XXX n. 31 del 24-27/10/2009;
- Il Quotidiano della Calabria del 19/04/2009

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