sabato 11 aprile 2009

Ritorno al passato: la vera storia della Pertusola Sud

Ritorno al passato: la vera storia della Pertusola Sud


Dall’inizio di un sogno all’incubo della vertenza.


di Romano Pesavento

La storia della Pertusola Sud ha inizio nei primi anni del 1920. Infatti fu proprio nel 1924, per iniziativa della francese Sociétè Minière et Mètallurigique de Pennaroya, produttrice di zinco elettrolitico, che si costituì a Genova la Società mineraria e metallurgica di Pertusola. Erano gli anni delle politiche nazionali protezionistiche nei confronti dell’industria di base.
1926: Inizio della storia
Nel 1926, Pertusola favorita dal buon prezzo dell’energia elettrica, dovuto alla creazione nel 1924 sull’altopiano silano di alcuni invasi (laghi artificiali) necessari alle centrali elettriche, e del lavoro esistente nel territorio crotonese, decise di costruire un nuovo stabilimento a Crotone per la produzione di zinco elettrolitico. L’impianto entrò in funzione nel 1928. La sua capacità produttiva annua sfiorava le 12 mila tonnellate di pani di zinco, una quantità rilevante rispetto alla produzione di zinco nazionale che era di 30 mila tonnellate. La necessità di zinco continuò a crescere fino agli anni ’70; in tali anni la Pertusola produceva 95 mila tonnellate di zinco. Naturalmente, all’incremento della produzione di zinco corrispose un aumento del livello occupazionale che raggiunse e superò le 900 unità lavorative dirette e circa 300 di indotto. Nonostante il continuo ammodernamento dell’impianto, la produzione richiedeva sempre un elevato utilizzo di energia. L’ultima grande ristrutturazione risale al 1972, quando venne applicato un nuovo impianto per il trattamento termico dei residui di prima lavorazione. Questo impianto richiedeva però un’elevata quantità di carbon coke, il che ebbe un peso rilevante nell’esplosione dei costi di produzione; in tal senso, la situazione si aggravò ancora di più durante la guerra del Kipur nel 1973, con l’aumento dei costi del combustibile ed ebbe gravi ripercussioni fino alla fine degli anni ‘70.
Anni ’80: inizio vertenza Pertusola Sud e piano nazionale dello zinco
Agli inizi degli anni ’80, la crisi energetica e l’aumento dei costi delle materie prime misero in serie difficoltà l’azienda che incominciò ad accumulare forti perdite di gestione. Per tal motivo diventa essenziale risolvere la crisi di redditività, cercando le soluzioni possibili per ridurre i costi di produzione. Nel 1982, con la dichiarazione della crisi societaria, si dà inizio alla vertenza Pertusola sud. Nel 1983, con l’entrata nella società di GEPI, si provvede al salvataggio finanziario; ma nel 1986 ritornò la minaccia di chiusura.
Solo due anni dopo, il governo conferì ad ENI l’incarico di elaborare un piano nazionale dello zinco, piano che prevedeva una capacità produttiva di 100 mila tonnellate per l’impianto crotonese. Tale strumento, naturalmente, fu costruito analizzando l’andamento dei consumi di zinco mondiali e nazionali. Per quanto riguarda, la situazione mondiale ricordiamo che fino al 1989 la domanda di zinco registrò un’elevata crescita, passando, infatti, da 4,2 a 5,3 milioni di tonnellate; mentre, tra il 1989 e il 1990, la domanda ebbe un lieve calo intorno ai 5,2 milioni di tonnellate.
In Italia l’aumento dei consumi fu anche più sensibile di quello mondiale, poiché si ebbe una salita senza soste dalle 202 mila tonnellate del 1982 alle 262 mila del 1989, mentre le stime emesse dal Cru (Commodities research unit) per il 1990 toccarono le 270 mila t. In generale, possiamo, quindi, affermare che la crisi riguardò solo i Paesi di lingua anglosassone, i quali registrarono indici negativi rispetto al 1989. Tra questi ricordiamo: gli Stati Uniti (-7%) e Gran Bretagna (-2,7%); invece, per il Canada la riduzione fu più forte (-10%). Negli altri Paesi l’aumento della domanda variò dal +2,3% del Giappone e +2,6% dell’Italia, al +5,9% della Francia. Il 2 maggio 1989, il CIPI approvò il piano.
’90 la gestione della Nuova SAMIM
Tale approvazione diede luogo alla fuoriuscita del partner privato dalla compagine azionaria della Pertusola (giugno 1990) ed all’entrata della Nuova SAMIM, avvenuta a Gennaio del 1991.
Il 1990 fu così un anno sindacalmente teso: in un comunicato stampa del 28.03.1990, la CGIL di Crotone riteneva assai importante il ricomporsi della vertenza Pertusola ad un unico tavolo di trattativa ai massimi livelli istituzionali, riconoscendo tale atto come un giusto premio alla mobilitazione dei lavoratori della fabbrica. Nel comunicato si rilevava inoltre che: “L’incontro alla Presidenza del Consiglio ha confermato fondate le preoccupazioni che la stragrande maggioranza del Consiglio di Fabbrica e dei lavoratori nutriva circa lo stato della vertenza e circa un imminente incontro presso quella sede da qualcuno dato ormai per certo.
Le cose purtroppo non stavano così e la Presidenza del Consiglio da qualche tempo aveva smesso di seguire direttamente l’evolversi della trattativa. La pressione democratica, pacifica e civile operata dalla delegazione sindacale ed istituzionale recatasi a Roma il 27 c.m. ha riportato l’attenzione del Governo sulla vertenza ed ha permesso il ricomporsi di un prezioso tavolo di trattativa che può imprimere una accelerazione determinante per la rapida conclusione della vicenda.
L’inutile polemica formale da parte della CISL territoriale e la conseguente assenza a Roma di quella organizzazione sindacale può, e deve essere considerata una breve parentesi di incomprensione da chiudere subito nell’interesse dei lavoratori e della città di Crotone.”
Aprile ‘90: le preoccupazioni della FIOM CGIL
Altro comunicato ricco di significatività è quello della FIOM CGIL indirizzato il 9.4.1990 alla Presidenza del consiglio (on. Andreotti), al Ministero dell’Industria (on. Battaglia), al Ministero delle Partecipazioni Statali (on. Fracanzani), al Ministero per il Mezzogiorno (on. Misasi ), all’ENI (prof. Cagliari) e alla SAMIM (ing. Grotti). In tale documento, si evidenzia l’estrema preoccupazione che l’O.S. ha per le precarie condizioni dello stabilimento Pertusola Sud, ulteriormente aggravate dalla totale mancanza di materie prime. Nel comunicato, infatti, si sottolinea che “la fabbrica di Crotone marcia a regime ridotto da circa venti giorni ed in Marzo ha registrato una perdita di 1.300 t di zinco mentre il ritmo di produzione della settimana appena trascorsa è sceso addirittura ad un terzo della potenzialità degli impianti. Oltre la quantità anche la qualità dei minerali non soddisfa più le esigenze dello stabilimento: l’ultimo arrivo di blenda, inadeguata, al processo, ha bloccato i forni di arrostimento, ripresisi successivamente con enorme difficoltà ed ora mantenuti accesi a lumicino in attesa e con la speranza che il prossimo lotto di minerale previsto di arrivare oggi sia puntuale ed eviti la paralisi dello stabilimento. Tutto ciò, insieme aduna situazione di degrado generale che va dallo stato di mantenimento degli impianti, alle condizioni ambientali ai rapporti umani e alla valorizzazione delle risorse. E’ il risultato di una gestione fallimentare di cui GEPI è la massima responsabile.
Essa, infatti, ha consentito il progressivo disimpegno di METALEUROP culminato col blocco totale delle spese per investimenti correnti e con lo svuotamento dei magazzini delle materie prime e dei prodotti strategici, quali germanio e indio.”
Nel comunicato della FIOM CGIL del 9.4.1990 si riscontrano, inoltre, forti critiche alla gestione GEPI infatti si trova scritto che:“La GEPI è dunque venuta meno ad uno dei suoi compiti prioritari e fondamentali che era quello di assicurare nella fase di transizione il normale svolgimento dell’attività produttiva, mandato più volte richiamato e puntualizzato dagli organi di governo attraverso i comunicati delle partecipazioni statali del 12/2/1988 e 15/3/1988 nonché delle delibere CIPI del 12/4/1988 e del 2/5/1989.
Contrariamente a tali direttive essa ha consentito un piano di approvvigionamento minerali che prevede uno stock medio di 7.600 t contro 20/25.000 t ritenuto fisiologico. E ciò non poteva che portare la fabbrica nell’attuale stato di difficoltà per il quale ora si è giunti ad un livello produttivo paragonabile agli anni ’60.
Tutto ciò, paradossalmente, in un contesto di mercato dello zinco particolarmente favorevole ed in momento in cui l’Italia importa il suddetto metallo ad un ritmo di 40.000 t/anno. Non solo, ma il blocco delle spese di manutenzione corrente e l’azzeramento delle scorte di materie prime avviene a chiusura di un esercizio (1989) che ha prodotto un utile di 17 miliardi con un bilancio senza oneri finanziari e quindi senza alcun debito.
Questo il quadro della situazione che, oltre ad essere intollerabile sul piano etico, indica con chiarezza una gestione irresponsabile, scesa ai livelli più bassi dell’inefficienza, per cui la FIOM CGIL attenta ai problemi della produttività ed intollerante verso ogni forma di dissipazione di risorse, chiede al governo le opportune indagini affinché emergono chiaramente le responsabilità di chi ha permesso che lo stabilimento giungesse oggi al limite del collasso.
Pertanto, a conclusione dei fatti esposti, la FIOM-CGIL nel sollecitare l’incontro richiesto dalle confederazioni CGIL-CISL-UIL, ribadisce la necessità di definire, contestualmente al nuovo assetto societario, le tappe successive per la realizzazione del polo nazionale dello zinco fissando tempi e modi d’intervento dell’ENI/SAMIM nella gestione dello stabilimento di Crotone, considerato che la GEPI in nessun caso può essere garanzia di continuità della marcia degli impianti.”
La problematica sopra descritta continuò a persistere, tanto che in data 31/10/1990 venne emanato un ulteriore comunicato da parte del Consiglio di Fabbrica e da CGIL, CISL e UIL. In tale documento si sottolinea che:”I lavoratori della Pertusola Sud, visto che le delibere CIPI con le quali si approvava il piano di riassetto dello zinco e si disponeva di definire con la massima tempestività il nuovo assetto societario non hanno avuto pratica applicazione; visto che lo stabilimento di Crotone continua ad attendere invano il decollo degli investimenti necessari al suo ammodernamento; costatato che a tutt’oggi non vi è stato alcun riscontro ai telegrammi di denuncia inviati alle presidenze dell’ENIM – SAMIM – GEPI; considerato che la situazione della fabbrica non è più sostenibile; hanno proclamato, a partire da ieri 30 ottobre, lo stato di agitazione permanente per il quale chiedono alla cittadinanza di Crotone e alle istituzioni solidarietà nella lotta e comprensione per eventuali disagi.”
Novembre ‘90: on. Cristofori incontra l’on.Olivo
Il 13 novembre presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’on. Cristofori incontra il presidente Olivo e il vice presidente della Regione Calabria. Nella riunione, tra i vari punti all’ordine del giorno, si discute anche della grave situazione che la fabbrica sta attraversando. Nell’occasione, il sottosegretario Cristofori, dopo aver ricordato le richieste avanzate dal sindaco di Crotone, dr. Giancarlo Sitra, ha concordato di preparare con i Ministeri competenti una serie di proposte da definire in una riunione tra Governo e Regione da convocare entro l’ultima settimana di novembre.
Nell’ultimo documento importante del 4/12/1990, ad opera del segretario generale della CGIL, si prende atto della decisione dell’assemblea della società GEPI di conferire a Pier Francesco Simonetti, amministratore delegato della SAMIM, tutti i poteri per la gestione dello stabilimento. In tale documento l’organizzazione sindacale si augura che tale nomina si debba considerare anche come un ulteriore passo verso la conclusione definitiva della vertenza: l’acquisto della quota di maggioranza del pacchetto azionario, così come definito in sede CIPI, da parte della società del gruppo ENI e con gli investimenti previsti e necessari per il rilancio produttivo di questa importante realtà produttiva. Inoltre, nel comunicato si evidenzia come al momento appaia grave il rinvio da parte del CIPI dell’approvazione del contratto di programma, tra il Ministero del Mezzogiorno e l’ENI, che avrebbe dovuto avvenire in data 4/12/1990 e che prevedeva anche i fondi per gli investimenti di Crotone. Infine, la CGIL denuncia l’anomala situazione in cui l’amministratore delegato dell’ENI si troverà, in quanto dovrà rispondere nei confronti di una proprietà e quindi di un consiglio di amministrazione interamente GEPI.
1991: Scioperi, Contratto ENI-Mezzogiorno e CIG
Anche nel ’91 ci furono proteste che colpirono direttamente ed indirettamente la vita produttiva e organizzativa dello stabilimento. A tal proposito, vogliamo ricordare la data del 18 marzo 1991. È proprio in quel giorno, infatti, che fu indetto dalle OO.SS. e dal Consiglio di Fabbrica uno sciopero di 3 ore per il primo turno e di 2 ore per il secondo, nel reparto “Gru porto”. Il motivo della protesta fu quello di sollecitare il rispetto dell’accordo aziendale operante e cioè il mancato riconoscimento del cosiddetto fine nave. Tale agitazione era, inoltre, inclusa in una serie di altre azioni volte alla sollecitazioni del tavolo delle trattative per la soluzione degli annosi problemi aziendali non ancora risolti.
Per il modo con cui reagì a tale agitazione l’azienda fu fatto ricorso da parte dei lavoratori (avv.ti D. Caiazza, M. Filberto, P. Trocino, P. Tassone, P. Giannini), ricorso (procedimento n.552 del ruolo generale) che fu rigettato dal giudice Tricoli il 28 marzo del 1991.
1991: il ricorso del reparto Gru-porto
In pratica, cosa era accaduto? Il fatto è così riportato nella sentenza: “stante l’agitazione che ha condotto al blocco del caricamento dello zinco della nave Andrealon ed alla conseguente impossibilità di svolgere regolare e proficua attività lavorativa; che i lavoratori del primo turno del menzionato reparto avevano effettato lo sciopero dalle ore 9.00 alle ore 12.00; che alle ore 13.30 dello stesso giorno la società Pertusola aveva comunicato ai lavoratori di sollevare il braccio della gru e porla in condizioni per non provocare danni alle strutture od alle persone; che i lavoratori provvedevano a quanto richiesto; che verso le ore 12.30 dello stesso giorno il natante di cui sopra veniva spostato dagli ormeggi della banchina di riva, dove operava la gru della Pertusola Sud, ed ormeggiata in altro posto della banchina per affidare i lavori alla Compagnia Portuale, che provvedeva con propri lavoratori ed il proprio mezzo a caricare lo zinco; che alle ore 13 i lavoratori del secondo turno non potevano eseguire i lavori di carico perché la nave era stata spostata; che alle 14 i lavoratori del suddetto gruppo avrebbero dovuto scioperare, ma l’agitazione era impossibile perché posti in libertà dall’attività lavorativa: messa in libertà che veniva formalizzata con lettera alle ore 17.
Tanto premesso, le parti ricorrenti chiedevano a questo giudice del lavoro l’immediata cessazione del comportamento antisindacale, che si ravvisava: 1) nell’avere messo in libertà i lavoratori del secondo turno; 2) nell’avere spostato la nave; 3) nell’avere affidato tutte le operazioni relative al carico dello zinco ai lavoratori ed alla gru della Compagnia Portuale.”
ENI e il contratto di programma sul Mezzogiorno
Il 3 aprile il presidente dell’ENI Cagliari dichiara di voler rilanciare, con il contratto di programma ENI-Mezzogiorno, il ruolo della chimica in Italia. Tra gli interventi presenti nel programma era previsto un cospicuo finanziamento alla metallurgia non ferrosa. A tal proposito troviamo scritto: “Nella metallurgia non ferrosa (oltre 400 miliardi di lire) gli interventi proposti per la valorizzazione delle capacità produttive e per l’innalzamento dei livelli di competitività si riconnettono agli obiettivi del Piano zinco, elaborato dall’ENI in conformità alle direttive del Governo. I progetti riguardano il polo metallurgico sardo, con gli stabilimenti di Porto Vesme e S. Gavino e l’area di Crotone.
Gli interventi previsti consentiranno un più razionale assetto della struttura produttiva e dei cicli di lavorazione del piombo e dello zinco, un completo rinnovo delle capacità produttive per lo zinco primario e l’ampliamento della produzione di metalli associati e delle leghe di zinco.” Tra gli investimenti previsti vi erano:”A) Investimenti tecnologici industriali: 1) Nuova sala celle elettrolisi zinco, importo investimento: 66.100, occupazione salvaguardata: 460 unità; 2) Impianti demercurizzazione acido solforico doppia catalisi, importo investimento: 8.300, occupazione salvaguardata: 91; 3) Impianto leghe zinco, importo investimento: 3.600, occupazione salvaguardata: 31 unità; 4) Impianto jumbo lingotti, , importo investimento: 2.370, occupazione salvaguardata: 30 unità; 5) Razionalizzazione/adeguamento impianti di processo, importo investimento: 32.850, occupazione salvaguardata: 214 unità; 6) Impianto sulle linee di lisciviazione, purificazione e produzione e produzione, importo investimento: 7.750, occupazione salvaguardata: 128 unità; 7) Nuovi magazzini minerali e prodotti finiti, importo investimento: 11.600, occupazione salvaguardata: 10 unità; 8) Impianto ossigeno, , importo investimento: 4.140, occupazione salvaguardata: - unità; 9) Linea elettrica da 150 kw, , importo investimento: 2.150, occupazione salvaguardata: - unità; 10) Impianto anidride erseniosa , importo investimento: 3.130, occupazione salvaguardata: 8 unità 11) Impianto di recupero del germanio, importo investimento: 5.440, occupazione salvaguardata: 49 unità; 12) Impianto di produzione del germanio metallico, importo investimento: 4.570, occupazione salvaguardata: 10 unità; 13) Interventi per la sicurezza e la salvaguardia aziendale, importo investimento: 6.530, occupazione salvaguardata: - unità. B) Centri di ricerca: Idrometallurgico e materiali avanzati, importo investimento: 3.410, occupazione nuova: 15 unità, occupazione salvaguardata: 5 unità. C) Progetti di ricerca. 1) Metalli a purezza controllata: importo investimento: 1.840, occupazione salvaguardata: - unità; 2) Cristalli e wafers di IMP e GE, importo investimento: 970, occupazione salvaguardata: - unità; 3) Metallurgia delle polveri, importo investimento: 3.400, occupazione salvaguardata: - unità. D) Progetti di formazione: 1) Corso per operatori sala elettrolisi di zinco automatizzata, importo investimento: 1.830; 2) Corso per oper./superv. imp. demercurizzazione acido solforico, importo investimento: 320; 3) Corso per operatori impianti leghe zinco, importo investimento: 250; 4) Corso per oper./capiturno per l’ottimizzazione gestione impian., importo investimento: 870; 5) Corso per operatori recupero cadmio, importo investimento: 200; 6) Corso per oper./quadri/manuten. imp. arrostimento ac. Solforico, importo investimento: 100; 7) Corso per operatori e manutentori impianto produzione ossigeno, importo investimento: 120; 8) Corso per operatori imp. prod. anidride arseniosa, importo investimento: 400; 9) Corso per capit./oper./manut. impianto di recupero germaio, importo investimento: 1.020; 10) Corso per capit./oper./manut. impianto di produzione germanio, importo investimento: 1.130; 11) Corso sulle problematiche di sicurezza ed igiene ambientale, importo investimento: 250.”
Dicembre si vota per l’esecutivo di fabbrica
Il 2 dicembre si insedia il seggio per le votazioni dell’esecutivo di fabbrica. Il seggio sarà composto dal presidente nominato nella persona del sig. Stumpo Antonio e dagli scrutatori: Cassano Francesco, Mungari Francesco, Riga Giovanni, Rodio Antonio. I candidati sono 24, mentre voteranno 690 persone su un numero di votanti pari a 794. Gli eletti saranno: Drago Antonio con 404 voti; Frazzetto Dante con 228 voti e Donnici Mario con 185 voti (Ambrosio Giovanni: voti 38; Amoruso Carmine: voti 8; Anania Guglielmo: voti 5; Bertilorenzi Antonio: 141 voti; Carbone Antonio: voti 50; Carbone Giuseppe: 67 voti; Casella Gaetano: 4 voti; Corigliano Luigi: 45 voti; De Cicco Luigi: 26 voti; Leto Giuseppe: 113 voti; Mellino Giovanni: 43 voti; Papa Girolamo: 4 voti; Perri Alberto, 5 voti; Savoia Luigi: 172 voti; Scida Domenico: 171 voti; Stefanizzi Arturo: 16 voti; Togo Mario: 82 voti; Turano Gerardo: 6 voti; Valentini Carmine: 47 voti; Varano Vincenzo: 4 voti; Zannino Fidia Marcello: 12 voti).
In data 10 dicembre, riprende a Roma la trattativa tra le organizzazioni e la Nuova SAMIM. All’ordine del giorno c’è la valutazione del piano di investimenti predisposto dalla sociètà in ordine alla ristrutturazione ed all’ammodernizzazione dello stabilimento e quindi un aggiornamento del piano approvato dal CIPI nel 1989.
Il piano di ammodernamento prevedeva, come prima fase del programma, la distruzione dell’esistente, considerata per ragioni tecniche una condizione indispensabile alla realizzazione del progetto, e la messa in cig dei circa 800 lavoratori. Il piano di investimenti viene stimato intorno ai 400 miliardi.
Le prime riflessioni di CISL e UIL
Sulla vicenda si esprimono il segretario regionale della CISL Enzo Sculco e Silvio Arancio della segreteria UIL di Crotone (A. De Virgilio, 1992). Il primo dai toni moderati dichiara: “in vista dell’incontro bisogna invitare la città e le forze politiche a fare quadrato intorno alla Pertusola. L’obiettivo deve essere quello di realizzare, in tempi brevi, un nuovo impianto di grandi dimensioni, che consente all’azienda di competere sui mercati mondiali tanto da fare di Crotone l’area più rilevante della produzione di zinco in tutto il Mediterraneo. Il traguardo non è lontano, purchè non ci si lasci sopraffare dai timori che, sebbene fondati, possono essere superati. Delle due opzioni che abbiamo di fronte, la prima mira alla costruzione di un nuovo impianto in un’altra area e non comporterebbe alcun fermo della produzione. La seconda prevede la realizzazione del nuovo impianto sul vecchio, implicando, quindi, il ricorso alla cig. Delle due si dovrà scegliere quella di più largo respiro. Quella, insomma, che farà di Crotone un colosso nazionale dello zinco, quale che sia il prezzo da pagare. Qualora si scegliesse la via più dolorosa, non sarebbe il caso di drammatizzare, perché il ricorso alla cig riguarderebbe solo una parte della forza lavoro, mentre tecnici e impiegati specializzati rimarrebbero al loro posto. Oltretutto, qualora si scegliesse questa strada, se è vero che si farebbe ricorso alla cig, è pure vero che avremmo 1.000 lavoratori impegnati nelle fasi necessarie per ultimare lo stabilimento. I cassintegrati, intanto, potrebbero essere impiegati, a tempo pieno, in corsi di formazioni all’interno della stessa Pertusola.”
Il secondo in modo più polemico afferma: “Non erano questi gli accordi. Un anno e mezzo fa si era parlato di un fermo parziale degli impianti. Ora ci propongono una sospensione di almeno tre anni, né è chiaro quali saranno gli organici dopo la ripresa produttiva. Gli 800 lavoratori di oggi diventerebbero 600 o 650. Per gli altri ci sarebbe il prepensionamento.”
1992: dal Metal Bulletin allo scandalo sui rottami di zinco
Ad occuparsi della situazione dello stabilimento e delle intenzioni della SAMIM è anche il Metal Bulletin, giornale specialistico del settore, che lunedì 20 gennaio 1992 così scrive:”The Nuova Samim-owned Crotone zinc smelter in southern Italy could receive a refit later this year. However it is not clear yet a stop when he work will start”.
A febbraio scoppia lo scandalo sui rottami di zinco. Nel dettaglio, emerge che Giovanni Bonomelli, imprenditore simpatizzante di destra e residente a Bedizzole provincia di Brescia, importava rottami di rame in esenzione iva, perché destinati ad essere riesportati. Invece, rivendeva il metallo in Italia, soprattutto alla Nuova SAMIM.
Sempre nello stesso mese di febbraio, ed in particolare nella data del 18, viene redatto un comunicato dai lavoratori della Pertusola Sud della sede amministrativa di Roma, i quali riuniti in assemblea durante lo sciopero, danno una valutazione negativa della scelta aziendale di negare l’incontro sindacale richiesto in sede locale per esaminare gli assetti produttivi ed occupazionali della sede di Roma nell’ambito del piano di riorganizzazione della società. In tale comunicato si legge:” In secondo luogo, nonostante la riaffermazione da parte aziendale della validità e urgenza di un tavolo nazionale in cui raggiungere un accordo sindacale che riguardi l’intera società, si ripropone nei fatti da parte aziendale, uno schema dei due tempi, come se la soluzione rispetto alla modalità di ristrutturazione dello stabilimento di Crotone venisse prima e non contestualmente a quella riguardante l’assetto di Roma. I lavoratori di Roma della Pertusola Sud riconfermano la propria contrarietà ad un eventuale trasferimento della sede amministrativa da Roma a Crotone, in quanto tale ipotesi appare loro funzionale ad una disarticolazione della gestione del settore metallurgico all’interno dell’ENI e ad un suo processo di regionalizzazione, esattamente in senso opposto a quanto formalmente dichiarato al tavolo sindacale (si preparano forse future dimissioni).”
Marzo: si costituisce il comitato istituzionale misto
Altro documento importante è quello del 13 marzo, redatto in occasione dell’incontro svoltosi presso il Ministero delle Partecipazioni Statali, ed al quale hanno partecipato: l’ENI, la Nuova SAMIM, l’ASAP, i rappresentanti del Ministero del Mezzogiorno e della GEPI, il presidente ed i componenti della giunta della Regione Calabria e le OO.SS. nazionali e locali. In tale occasione si discute sulla necessità di un progetto di sviluppo dell’attività produttiva, che consegua l’obiettivo di rilanciare la produzione e mantenere e consolidare i livelli occupazionali. Inoltre, si registra la contrarietà della Regione Calabria e delle OO.SS. verso una ristrutturazione che comporti un fermo prolungato dell’impianto.
Con tale documento si avvia la costituzione di un comitato misto, formato da tutti i soggetti sopra elencati. La prima riunione viene fissata per giorno 24 marzo alle ore 10 presso il Ministero delle Partecipazioni Statali. Gli argomenti all’ordine del giorno sono l’esame delle partecipazioni statali in Calabria e i piani di sviluppo.
Aprile: prime ipotesi di prepensionamento
Un altro atto importante è l’accordo firmato in data 22 aprile tra SAMIM spa, ASAP e le segreterie nazionali e territoriali FIM, FIOM, UILM, in esso si menziona il prepensionamento come possibile soluzione alle eccedenze occupazionali. Infatti, le parti si danno atto dell’esigenza di: “1) che vengano esaminate, a livello dei singoli siti, le problematiche gestionali, organizzative ed occupazionali relative all’accordo stesso; 2) di effettuare, - qualora il numero dei pensionamenti anticipati non venga concesso nelle quantità richieste – un apposito incontro per ricercare gli strumenti che consentano comunque di gestire, in modo consensuale, le eccedenze evidenziate.” Inoltre, le parti sopra citate convengono che: “1) il prepensionamento è lo strumento indispensabile per far fronte al problema delle eccedenze occupazionali determinatesi presso le società di cui sopra; 2) sulla necessità che le società Nuova SAMIM e SACAL – le quali, peraltro, non hanno beneficiato del prepensionamento nel 1991 – richiedano il pensionamento anticipato per circa n. 320 lavoratori ai sensi del D.L. n. 237/92.”
Il 27 maggio la giunta ENI, rinunciando quasi in gran parte al contratto di programma sul Mezzogiorno, delibera un piano di ristrutturazione dai contenuti finanziari più modesti.
Malgrado ciò la tensione tra sindacati e SAMIM si fa con il passare del tempo sempre più difficile ed instabile. Tanto che il 5 settembre i tre segretari confederali Francesco Sulla per la CGIL, Domenico Tomaino per la UIL e Natale Carvello per la CISL scrivono al prefetto Sorge di Catanzaro per avvisarlo di possibili forti tensioni instauratisi con l’azienda SAMIM. Quale fosse il motivo di tale agitazione? E’ presto detto. Infatti, nel documento troviamo scritto: “la decisione della Nuova SAMIM di utilizzare n° 15 lavoratori provenienti da Cancello (CE) nello stabilimento Pertusola Sud di Crotone, in prepensionamento, costituisce una vera e propria provocazione in una realtà fortemente segnata dal calo occupazionale. Prevediamo perciò già a partire da lunedì 7 c.m. forti tensioni sociali nella fabbrica e nella città se tale decisione non sarà immediatamente revocata e se non perverranno con rapidità segnali concreti nell’attuazione del piano di ristrutturazione dell’impianto crotonese già deliberato dalla giunta ENI n data 27 maggio 1992”.
Nove giorni dopo la Nuova SAMIM spa e la Pertusola Sud spa s’incontrano presso lo stabilimento con l’RSA (rappresentanza sindacale aziendale) e le segreterie territoriali, regionali della CGIL CISL, UIL. Nel verbale le due società confermano il piano d’ammodernamento, mentre per quanto riguarda i tempi di realizzazione dell’investimento si fa riferimento alla effettiva utilizzabilità dei fondi previsti dal recente rifinanziamento della legge 64.
Ad Ottobre accade però che, con il cambiamento dei vertici dell’ENI/SAMIM, si modifica e si ridimensiona l’impostazione del piano di ristrutturazione di maggio. Inoltre, questo nuovo progetto prevede la chiusura della linea di produzione dei metalli associati allo zinco ( germanio, indio, etc.).
1993:arriva la ristrutturazione, forse!
Il 1993 è l’anno in cui si discute sul destino dello stabilimento. Si parla e ci si confronta sulle varie ipotesi di ristrutturazione, sul soggetto che dovrà decidere le sorti dell’impianto. A supporto del valore economico dello stabilimento, le parti sociali prendono come riferimento sia il fabbisogno nazionale e quindi la necessità di raggiungere l’equilibrio tra domanda e offerta sul mercato del consumo di zinco, sia il moltiplicatore keynesiano innescato dall’occupazione sui consumi.
A tal proposito, prima di addentrarci nei documenti che testimoniano le posizioni delle organizzazioni sindacali e del mondo politico, vogliamo ricordare che nel 1992 la produzione italiana di zinco è stata di circa 250.000 tonnellate. Per quanto riguarda il consumo il valore, ha raggiunto quota 310.000 tonnellate, mentre le proiezioni all’anno 2000 fornite su scala nazionale ammontavano a circa 390-400.000 tonnellate.
Inoltre, la produzione di zinco europea risultava eccedente rispetto ai consumi di 200.000 tonnellate. L’eccedenza era causata a due Paesi, la Finlandia e la Norvegia, che erano esportatori netti per circa 250.000 tonnellate/anno. Naturalmente, tale eccedenza perdeva di significato se si prendeva come riferimento la situazione mondiale. Ad avvalorare tale analisi contribuivano anche alcune stime effettuate da istituti economici, in base alle quali il consumo di zinco era destinato ad aumentare ad un tasso annuo del 2,2%.
Per avvalorare quanto su detto, prendiamo in esame ora alcuni momenti storici importanti. Il primo risale al 27 settembre. È in tale data che Franco Mungari, segretario generale della CGIL di Crotone, scrive un comunicato stampa ricco di dubbi e di perplessità circa il destino dell’impianto. In una parte di esso troviamo:”Chi deciderà le sorti della Pertusola? Il governo, quale azionista di maggioranza, attraverso il Ministero del Tesoro, o il management ENI-SAMIM? A chi detiene questa responsabilità, diciamo che nel gruppo ENI presente a Crotone esiste un grande patrimonio di capacità tecniche a tutti i livelli, che non dovrebbe essere disperso. Quale migliore occasione per deindustrializzare l’area crotonese, se non quella di ripartire dalla ristrutturazione di Pertusola, accertato che l’Italia è importatrice netta di 60 mila tonnellate di zinco rispetto al fabbisogno nazionale?”
Il 4 ottobre viene siglato il protocollo d’intesa sull’area di crisi di Crotone. Il documento prevede, tra l’altro, una verifica sulla prospettiva produttiva del piombo e dello zinco in Italia.
Altro documento d’interesse è quello scritto dal presidente Regione Calabria, on. Rhodio al direttore generale dr. Ammassari del Ministero dell’Industria e all’on. Gianfranco Borghini responsabile della Task Force. In esso si fa riferimento alle riunioni del 26 ottobre e del 2 novembre presso il Ministero dell’Industria e alle critiche nei confronti di due ipotesi di ristrutturazioni (C3 e C4). In particolare, si contesta la disomogeneità dei livelli produttivi:”Non si capisce, infatti, perché nell’ipotesi C3, che prevede la fermata di Portovesme, i livelli produttivi di zinco a Crotone si limitino a 140.000 tonnellate/anno, mentre nell’ipotesi C4 che prevede la fermata di Crotone, i livelli produttivi a Portovesme si situano a 195.000 tonnelate/anno.”
La proposta della Regione era quella di non prendere in considerazione le ipotesi C3 e C4 o, in alternativa, riallineare la ipotesi C3, esaminando per essa livelli produttivi omogenei alla ipotesi C4 e ridimensionare a livelli realizzabili i risultati dell’ipotesi C4.
Inoltre, venivano forniti tre scenari possibili, con relativi assetti e livelli produttivi, per rendere compatibili le realtà produttive di Portovesme e Crotone.
E così giungiamo al 1994. Anno in cui, per un certo verso, cominciano a delinearsi le sorti della Pertusola. È, infatti, il periodo in cui si istituisce la commissione di verifica, si predispone un programma di pensionamenti anticipati, si avvia la mobilità (commi 6/7 art.7 della legge 223/91) e si chiede un’indagine sulla gestione aziendale di Giovanni Parillo, presidente di Enirisorse. Fatta questa breve considerazione procediamo adesso con ordine.
Gennaio 1994: si istituisce la commissione di verifica per l’esame del settore produttivo zinco
La prima data fondamentale è il 12 gennaio. È, infatti, in tale occasione che si svolge la riunione, tenuta presso la Presidenza del Consiglio (Comitato per l’occupazione), tra le amministrazioni interessate (Ministero dell’Industria, il Ministero del Bilancio, l’ENIRISORSE, l’ENISUD) in cui si decide di istituire dopo l’incontro del 19 gennaio presso Palazzo Chigi una commissione di verifica sui seguenti argomenti: analisi di mercato; prospettive di settore; possibili assetti produttivi. La verifica è ritenuta necessaria anche per l’aggiornamento del Contratto di Programma Mism/ENI in scadenza entro 1994. La commissione coordinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri “Comitato per l’Occupazione” comprende i rappresentanti del Ministero del Bilancio, del Ministero dell’Industria, delle regioni Calabria e Sardegna, dell’Enirisorse.
L’accordo prevedeva, inoltre, che durante i lavori della commissione, l’Enirisorse assicurasse la manutenzione ordinaria e gli interventi ecologici a Crotone, perché l’attività degli impianti proseguisse.
Come si evince dal comunicato del 17, si conviene sui seguenti punti: “1) il Ministero dell’Industria ritiene che nel settore zinco è necessario giungere ad una riduzione delle capacità produttive nazionali; questo per tener conto del mercato e delle armonizzazione a livello di Unione Europea; 2) l’ENIRISORSE a conclusione delle sue analisi di mercato ritiene che la soluzione aziendale più conveniente risulta la chiusura della Pertusola di Crotone; questa chiusura avverrebbe però fra due anni, alla fine del 1995; fino a tale data continuerebbe l’attività normale della fabbrica senza riduzione di addetti; 3) Presso il Ministero dell’Industria si sono svolte alcune riunioni tra le parti interessate al futuro della Pertusola: il sindacato, la Regione Calabria, l’ENIRISORSE; in tale sede sono emerse divergenze di valutazioni su alcuni aspetti importanti quali “il mercato nazionale ed internazionale dello zinco”; in particolare, la Regione ha obiettato su molti punti dell’analisi fatta dall’azienda sull’andamento futuro del mercato, evidenziando anche la possibilità di permanenza dell’impianto stesso; le osservazioni del sindacato contestano anch’esse tali analisi e le diverse ipotesi di investimento prospettate dall’azienda; 4) il Ministero del Bilancio, con approvazione CIPI dicembre 1993, ha provveduto a far prorogare i termini del Contratto di Programma ENI-Mism del 2/5/89; una parte di tale contratto destina fondi alla ristrutturazione della Pertusola di Crotone; si prospetta quindi l’esigenza di rivedere tale contratto ove vengano a cadere le ipotesi originarie che vedevano un incremento della produzione di settore e comunque una ristrutturazione del sito.”
Naturalmente, con l’istituzione della commissione di verifica, cresce l’attenzione e il confronto tra le parti sociali, politiche e aziendali ed in particolare si cerca un punto d’accordo comune. Intanto, passano i mesi ed arriviamo al 20 luglio, data in cui vi è un incontro di verifica sullo stato di attuazione del Protocollo di Intesa di Crotone. All’appuntamento partecipano: il prefetto di Catanzaro, le OO.SS. nazionali, regionali e locali, le amministrazioni locali (Regione e Comune), i ministeri interessati. Nella discussione si conviene per quanto riguarda la Pertusola Sud che “a breve si concluderanno i lavori della commissione di studio specificamente istituita; l’obiettivo della commissione è quello di confermare il sito produttivo di Crotone, e le risorse del contratto di programma previste per la ristrutturazione dell’impianto; tali ipotesi saranno verificate anche da una merchant-Banc e le conclusioni saranno presentate al Governo entro settembre ’94.”
È tempo di pensionamento anticipato!
Altra data importante è il 27 luglio. In tale giorno viene divulgato dall’azienda un comunicato, fatto il 22 luglio, avente ad oggetto: “Modalità del pensionamento anticipato - settore siderurgico – D.L. 16 maggio 1994 n°299 art. 8 convertito nella legge 19 luglio 1994 n°451”. Tale provvedimento legislativo consente al comparto siderurgico del settore Enirisorse di predisporre un programma di pensionamenti anticipati per il triennio 1994-1996. Quali le condizioni per l’esodo? Il documento ci fornisce alcune chiare indicazioni: “Fino al 18 agosto i dipendenti del settore Enirisorse, in attività al 1° gennaio 1994, possono presentare domanda irrevocabile di pensionamento anticipato; la domanda può essere presentata dai lavoratori che entro il 31 dicembre 1996 compiano i cinquanta anni di età se uomini o quarantasette anni di età se donne e che abbiano maturato una anzianità contributiva minima di sedici anni per 1994 e di diciassette anni per il biennio 1995-1996. A tal fine, ai dipendenti medesimi, è concesso un aumento dell’anzianità contributiva per un periodo massimo di dieci anni e comunque non superiore alla differenza tra la data di risoluzione del rapporto di lavoro e quella del raggiungimento del sessantesimo anno di età ovvero del periodo necessario al conseguimento di 35 anni di anzianità contributiva.” A tale comunicato ci fu un’immediata risposta da parte delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL regionali e territoriali, che, sentitesi scavalcate dall’azienda, inviarono il 29 luglio una comunicazione al responsabile risorse umane e organizzazione ing. Ettore Benedetti, al direttore di stabilimento dr. Alfredo Patrizi e al responsabile del personale dr. Franco Micilotta. In tale documento si evince infatti quanto segue: “Le scriventi OO.SS. chiedono un incontro urgente in merito al piano di riorganizzazione e ristrutturazione o altro che ha determinato l’azienda a produrre il comunicato del 22 luglio. Le scriventi OO.SS. ritengono che detto incontro debba tenersi prima dell’avvio di ogni procedura.” Il 3 agosto arriva la risposta da parte della Pertusola alle OO.SS.; in essa è contenuta la disponibilità ad incontrare i sindacati nel mese di settembre.
A tale risposta, segue nella stessa giornata del 3 un ulteriore comunicato a firma delle OO.SS. regionali e territoriali (per le organizzazioni sindacali regionali firmano: Viafora per la CGIL, Damiano per la CISL, Cirasa per la UIL; mentre per quelle territoriali: F. Mungari per la CGIL, A.Venneri per la CISL, D. Tomaino per la UIL) indirizzato al direttore di stabilimento dr. A. Patrizi e al responsabile di personale d. F. Micilotta in cui si scrive: “Le scriventi OO.SS. intendono: che le volontà manifestate dai lavoratori debbano ritenersi liberi da vincoli che possono rappresentare atti irreversibili nei riguardi degli stessi.”
Intanto il 12 settembre s’incontrano a Roma il gruppo Enirisorse e le segreterie nazionali di FIOM CGIL, FIM CISL, UILM UIL. In tale occasione, nell’esaminare la situazione occupazionale del gruppo Enirisorse, si prende atto della sua grave crisi strutturale. Le parti convengono così che è indispensabile un intervento di natura non ordinaria. A tal proposito, ritengono necessario procedere utilizzando lo strumento (pensionamenti anticipati) previsto dall’art. 8 del D.L. 16 maggio 1994 n. 299, convertito in legge 19 luglio 1994 n. 451. Nello stesso periodo le RSU della Pertusola Sud scrivono al prefetto di Catanzaro, confermando quanto contenuto nel verbale d’incontro stilato a Roma il 12 settembre.
C’è chi propone asta internazionale per la cessione!
Il 10 ottobre, presso il Ministero dell’Industria, si svolge una riunione presieduta dal capo di Gabinetto del Ministro, a cui hanno partecipato rappresentanti del ministero del Bilancio e della Presidenza del Consiglio, Comitato per il coordinamento delle iniziative sull’occupazione, i rappresentanti delle OO.SS. nazionali e locali. In tale occasione, viene presa in considerazione l’indicazione del ministro Gnutti di imprimere un’accelerazione al processo di privatizzazione del settore dello zinco e di aprire un’asta internazionale per la cessione, prevedendo come criterio preferenziale soluzioni che consentano di mantenere, per un congruo periodo di tempo, i due siti di Crotone e Porto Vesme.
Poco più di un mese dopo, il 15 novembre presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri si riuniscono, per fare una verifica sul protocollo di intesa di Crotone del 4/10/1993, il Presidente della Giunta della Regione Calabra, il prefetto di Catanzaro, i rappresentanti del Ministero dell’Industria, dell’Enisud, della società Crotone Sviluppo, il sindaco di Crotone e i rappresentanti delle OO.SS: nazionali e locali. Tale incontro è presieduto dall’on. Borghini del Comitato per il coordinamento delle iniziative per l’occupazione. In tale avvenimento viene comunicato che la commissione tecnica incaricata di individuare soluzioni idonee a garantire la salvaguardia dei siti produttivi di Crotone e Porto Vesme ha concluso i lavori ed i risultati sono stati inviati al Ministro dell’Industria.
Il mese dicembre è denso di riunioni. Giorno 1 si riuniscono presso i locali dello stabilimento Pertusola le RSA di CGIL (Drago, Bertilorenzi, Frazzetto, Scida), CISL (Donnici), UIL (Proietto, Zappia) con la direzione nei panni del dr. Micilotta. Argomento della discussione è l’avvio della procedura di mobilità ex artt. 4 e 24 legge 23.07.91 e successive modifiche, tenuto conto della comunicazione fatta dalla Pertusola Sud il 13.10.1994.
Nella seduta della Camera dei deputati del 12 dicembre, attraverso un atto a firma di Berlinguer, Sitra, Carli, Rebecchi, Soriero, Bova, Dalla Chiesa, De Julio, Lombardo, Oliverio, Olivo, Reale, Saraceni, dopo essere state descritte le tappe che dal 1993 in poi hanno caratterizzato la storia ed il mercato della Pertusola, si chiede l’impegno del Governo su questi 5 punti: “1) sostenere e rilanciare una strategia nazionale di politica industriale della metallurgia non ferrosa partendo dalla valorizzazione degli impianti produttivi esistenti e rigettando le politiche industriali nel settore dell’Enirisorse, animate non da interessi di carattere generale, ma dalla strategia aziendale volta al proprio disimpegno alla produzione di zinco; 2) intraprendere ogni opportuna iniziativa per impedire che la questione Pertusola possa discendere od essere influenzata dalla impostazione di Enirisorse, la cui indagine di mercato presenta evidenti errori di valutazione ed il cui comportamento esprime la negazione preconcetta di ogni possibile soluzione; 3) intervenire per tutelare il potenziamento ed il rilancio dello stabilimento di Crotone, il quale, con o senza Enirisorse, punta ad una sua soluzione ed al suo ammodernamento per assumere una adeguata posizione competitiva nel mercato; 4) evitare il rischio di distruggere ciò che per Crotone e la Calabria, può ancora rappresentare una speranza di lavoro e di reddito per le nuove generazioni; adoperarsi con tempestività per attivare le procedure necessarie a riaggiornare il contratto di programma Mism-Eni, in scadenza entro il 1994.”
In data 14 dicembre il comitato per il coordinamento delle iniziative per l’occupazione comunica la relazione sull’attività svolta dalla commissione per l’esame del settore produttivo dello zinco nei siti di Crotone e Porto Vesme. In essa emergono le due diverse valutazioni quella di Enirisorse e quella della Regione Calabria. È importante ricordare come la commissione in tale documento non proporrà una soluzione definitiva ma riterrà utile, invece, prospettare un supplemento di verifica e valutazione da affidare ad un soggetto esterno (società di ricerca e/o merchant bank).
Intanto, giorno 28 si riuniscono presso la sala riunioni dello stabilimento i dirigenti della Pertusola dr. Patrizi e dr. Micilotta, le RSA Drago, Donnici, Proietto, Scida e le OO.SS. territoriali CGIL (Mungari), CISL (Venneri), UIL (Tomaino), FIOM (Pignataro), FIM (Zurzolo) e UILM (Proietto). L’argomento della discussione è la definizione della richiesta di mobilità del 13 ottobre. Dall’incontro si converrà di collocare 61 lavoratori in mobilità entro il 30 dicembre.
28 dicembre: qualcuno pensa di chiedere un’indagine sull’operato di Giovanni Parillo
Nella stessa giornata del 28 alle ore 17.28 viene spedito un fax dal segretario della CGIL di Crotone Franco Mungari all’on. Giancarlo Sitra. Nel documento c’è scritto: “appreso che il presidente di Enirisorse, Giovanni Parillo, indipendentemente dalle valutazioni di merito sta svolgendo azioni di pressione sul CIPE alfine di dirottare i finanziamenti destinati all’attività di Crotone. Gli interroganti chiedono di sapere: 1) se il Governo non ritenga necessario promuovere un’indagine conoscitiva sui fatti e misfatti industriali compiuti dal suddetto personaggio (vedi anche caso Enichem e successivi fallimenti delle società Carbon Valley e Selenia); 2) se nel caso specifico dei finanziamenti della Pertusola, per i quali Parillo sarebbe intervenuto allo scopo di influenzare gli orientamenti del CIPE, non ritenga vi siano gli estremi di corruzione verso gli organi di Governo; 3) se a fronte del suddetto reato non consideri l’opportunità di procedere con tutti gli adempimenti e con gli eventuali provvedimenti che il caso richiede.”
Tale documento diventerà giorno 3 gennaio 1995 una vera e propria interrogazione con risposta in commissione al Ministro dell’Industria da parte degli on.li Sitra, Carli, Innocenti, Bova, Olivo, Oliverio, Dalla Chiesa, Soriero, Saraceni, Reale.
Intanto giorno 24 gennaio viene comunicato dalle tre confederazioni nazionali CGIL, CISL, UIL alle segreterie regionali, provinciali e alle federazioni nazionali di categoria che giorno 1 febbraio è indetta una riunione unitaria su: negoziato con la Commissione europea sul nuovo regime di aiuti alle imprese nelle aree depresse.
Attraverso il comunicato 27 gennaio, fatto dalle segreterie regionali di CGIL, CISL, UIL si denota la necessità di convocare quanto prima un’assemblea di tutti i quadri dirigenti delle tre sigle sulla Pertusola Sud. Il sindacato ritiene Crotone realtà fondamentale nella produzione del piombo-zinco in Italia.
Cresce nel mondo il fabbisogno e il prezzo dei metalli associati allo zinco
Occorre a questo punto ricordare che proprio in questi giorni, sia il Sole 24 (15/2) sia il Metal bulletin (2/2 e 6/2) pubblicano i dati inerenti le quotazioni dei metalli associati allo zinco (germanio e indio). Da tali proiezioni si può facilmente constatare rispetto al 1993 un aumento sia del prezzo (la quotazione dell’indio ha, infatti, raggiunto i 320 dollari per chilo, pari a 510 mila lire, mentre in giugno del 1993 era intorno alle 170 mila lire; il biossido di germanio si attesta sui 230 dollari al chilo, pari a 370 mila lire, con un incremento di circa 150 mila lire rispetto a giugno 1993) sia del fabbisogno mondiale. Tutto ciò smentisce le strategie di Enirisorse che avevano portato l’azienda a chiudere nel giugno 1993 l’impianto Cubilot. Inoltre, ulteriori errori vengono commessi dalla società nello stimare i consumi dello zinco. Infatti i mercati mondiali fanno registrare una crescita del 2,4% nel 1993 e del 3,5% nel 1994, superiore all’incremento del PIL (Prodotto interno lordo). La strategia dell’ENI fa acqua anche perché si basava sul consolidamento dell’importazione dai Paesi dell’Est, che, invece, andò via via diminuendo. Infatti a fronte di 550 mila tn del 1993 nel 1994 l’offerta dai paesi dell’ex URSS si riduce a 350 mila tn fino ad ottobre, per poi portarsi ad un livello di poco più di 30 mila tn al mese. Inoltre in ottobre e novembre 1994 si registrò un deficit tra produzione e consumo, compresi i paesi dell’Est, di 12 mila tn al mese; malgrado tutto ciò gli indicatori internazionali segnalarono che la produzione era scesa dell’1%, mentre i consumi erano destinati a salire. Per quanto riguarda le quotazioni dello zinco, nonostante le riduzioni registratasi nelle scorte, furono in ribasso. Il metallo era, infatti, quotato a 950 dollari per tn contro le 1200 del periodo precedente; l’Italia ricordiamo, si avvantaggia di un premio che era dell’ordine di 100/150 dollari per tn.
Il leader della CGIL Sergio Cofferati ribadisce il suo impegno per la Pertusola
A Roma, martedì 14 febbraio, s’incontrano presso la CGIL Nazionale il segretario generale della CGIL, Sergio Cofferati, il segretariogenerale della FIOM, Claudio Sabatini e la segreteria regionale e territoriale con Emilio Viafora, Franco Mungari e Antonio Drago. In tale occasione la CGIL ribadisce la sua posizione a difesa della fabbrica crotonese.
Giorno 2 marzo si tiene presso il Ministero dell’Industria del Commercio e dell’Artigianato una riunione presieduta dal sottosegretario prof. Zanetti, con la partecipazione dell’on. Borghini per la Task Force della Presidenza del Consiglio, dei rappresentanti delle Regioni Calabria (on. Franco Politano, Assessore al’Industria) e Sardegna, dell’ENI, della Pertusola di Crotone e delle OO.SS. nazionali, regionali e territoriali. In tale incontro si conviene che “la commissione istituita a suo tempo, presso la Presidenza del Consiglio, dia incarico a una merchant bank, od altri istituti specializzati, di indicare le vie da percorrere per una privatizzazione del settore garante della continuità produttiva dei due siti: di Crotone e Porto Vesme. Il tutto deve avvenire in tempi brevi (4 mesi) e nel contempo si conferma la decisione del CIPE, per il rispetto dell’accordo di programma sottoscritto dal Ministero del Bilancio e dall’ENI, con i relativi investimenti previsti per Crotone e Porto Vesme.”
Il 7 marzo la giunta della Regione Calabria prende atto di quanto stabilito nella riunione del 2, e nomina l’ing. Antonio Ferreri quale consulente della Regione nell’apposita commissione costituita presso la Task Force della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Marzo è anche il mese in cui si vota per le RSU. Risultano eletti: Drago, Papa, Frazzetto, Carlo Cimino, Scida, Leto, Proietto, Carbone, Luigi Corigliano, Stefanizzi, M. Donnici.
Il 27 ottobre a Roma si incontrano l’ENI e le Segreterie Nazionali di FILCEA-CGIL, FLERICA-CISL, UILCER-UIL, per esaminare le problematiche connesse alle eccedenze occupazionali delle Società del gruppo che hanno presentato istanza al Ministero del Lavoro per essere ammessi all’istituto della mobilità lunga, come previsto dall’art.6 commi 25 e 26 del DL 2 ottobre 1995 n. 416. Per tal motivo, dopo aver preso atto che il DM del 19 ottobre attribuisce al gruppo ENI n. 885 unità in mobilità lunga, si conviene che per quanto riguarda il settore ENIRISORSE le unità sono 198 da dividere tra le seguenti società: Società Enirisorse sedi di Roma, Paterno Dugnano, Marcianise, Porto Vesme, S. Gavino; Società GTS sede di Nocera Inferiore; Società Nuova Solvine sede di Scarlino; Società Pertusola Sud sede di Crotone.
Altro documento ricco d’importanza è il comunicato redatto dalle RSU e dalle tre sigle sindacali di categoria. In esso è contenuta la rivendicazione fatta dagli scriventi di ridurre i costi energetici mediante l’utilizzo del gas metano estratto a Crotone; infatti, tale gas può essere ceduto al prezzo cosiddetto “a bocca di pozzo” senza alcun costo aggiuntivo per le società di estrazione e di vendita. A tal proposito, ricordiamo che l’AGIP e SNAM rifiutarono sin dall’inizio di cedere il metano allo stabilimento.
Dicembre ’95: si costituisce la ZINKRO srl
Intanto, il 14 dicembre i dipendenti della Pertusola costituiscono a Crotone la società di capitale ZINKRO srl. L’obiettivo è quello di partecipare, anche con ruolo economico, ad un progetto di rilancio dello stabilimento. Il presidente della società è Mario Donnici.
1996: la verifica
Il 1 febbraio si svolge presso la presidenza del Consiglio dei Ministri un incontro di verifica sull’area di Crotone a cui hanno partecipato il prefetto di Crotone, rappresentanti del Ministero del Bilancio, del Ministero dei Trasporti, del Ministero del Lavoro, del Ministero dell’Industria, del Comune di Crotone, della Provincia di Crotone, della Regione Calabria, del Consorzio Nucleo Industriale, dell’Aviazione Civile, dell’ENISUD, dell’Enichem e Enirisorse, di Crotone Sviluppo, dell’Aeroporto S.Anna e delle organizzazioni sindacali nazionali e locali.
In tale incontro si discute del processo di deindustrializzazione ed, in particolare, vengono determinati i tempi (2 mesi) entro i quali svincolare i finanziamenti pubblici e nazionali necessari per la nascita della Stoppani.Vengono previsti, inoltre, interventi sull’aeroporto (riapertura entro l’estate) e per il porto (stabilità banchina industriale). Per quanto riguarda la Pertusola (nel documento viene menzionata al punto 3 con il termine “ex-Pertusola”), si prende atto che è stato completato e che verrà presto consegnata l’indagine di prima fase da parte del consulente della commissione istituita presso il Comitato di coordinamento delle iniziative per l’occupazione. Tale rapporto di studio, ricordiamo, risponde ai quesiti posti circa la privatizzazione del mantenimento dei siti Porto Vesme e Crotone. Per quanto riguarda l’espletamento della gara internazionale per la privatizzazione dello zinco, viene demandata la competenza al Ministero dell’Industria. Inoltre, i soggetti interessati hanno richiesto un incontro entro il mese di febbraio con Enirisorse. Infine nel documento il sindacato sottolinea l’esigenza che nella fase transitoria siano attuati miglioramenti ed investimenti nel ciclo produttivo, anche con riferimento ad alcuni prodotti intermedi come le “ferriti di zinco”.
Marzo: si parla di nuovo dell’asta pubblica internazionale
Intanto, un altro incontro, datato 4 marzo, presieduto dall’on. Borghini si tiene presso la sede del Comitato per il coordinamento delle iniziative per l’occupazione con i rappresentanti di Enirisorse, della società Pertusola, del Ministero dell’Industria e delle OO.SS. (organizzazioni sindacali).
I punti sui quali si conviene, dopo un’ampia discussione, sono i seguenti: “1) la prossima settimana presso il Ministero dell’Industria ci sarà un incontro con Enirisorse per stabilire le condizioni (tempi e modi) della privatizzazione del settore mediante un bando di gara che preveda la salvaguardia dei due siti produttivi di Crotone e Porto Vesme; nella stessa sede saranno convocate le OO.SS. in merito a tale bando; 2) l’Enirisorse si impegna a mettere in opera gli interventi necessari alla sicurezza ambientale; Enirisorse si impegna a far svolgere, a proprio carico, e dopo che sia stata avviata la procedura di privatizzazione, gli studi di fattibilità sul futuro produttivo dello stabilimento; lo studio terrà conto con priorità della “sala cella elettrolitica.”
Successivamente, la riunione fu oggetto di dure critiche da parte degli esponenti (assessore regionale all’industria Roberto Caruso e il dirigente del settore Pecoraro) della Regione Calabria, ente escluso dall’incontro, i quali la considerarono una sorta di regresso rispetto alle posizioni precedenti sostenute dal sindacato locale e condivise dal governo regionale.
Errore della RAI, i sindacati fanno un esposto presso la magistratura
Il 16 aprile viene diffuso da parte della Segreteria Nazionale e Regionale CGIL un comunicato stampa, nel quale si rassicuravano i lavoratori su un allarmante episodio avvenuto il giorno 15 aprile presso lo stabilimento Pertusola Sud e veniva, inoltre, avviato un esposto giorno 17 aprile presso la Procura della Repubblica. Cosa era accaduto? Riportiamo il fatto: “il capo struttura regionale RAI, proprio in tale giorno, stava preparando, nell’ambito dello stabilimento, un collegamento diretto dalla città di Crotone per la trasmissione televisione “L’Italia in diretta”. In particolare, il giornalista aveva comunicato ai lavoratori che, nel corso della trasmissione, avrebbe dato notizia del sequestro dello stabilimento disposto dalla magistratura di Crotone. Soltanto di fronte allo sconcerto degli operai, il giornalista provvedeva alla verifica della fondatezza della notizia, che non veniva confermata dalle fonti diverse e più autorevoli consultate e che quindi risultava essere falsa e tendenziosa. La diffusione di tale informazione era, intanto, già avvenuta creando un fortissimo allarme fra i lavoratori, le loro famiglie, nonché le organizzazioni sindacali.
Tutto ciò descrive chiaramente quanto fosse tesa la situazione. Il 23 aprile CGIL, CISL, UIL territoriali chiedono un incontro alla regione guidata da Giuseppe Nisticò. Il motivo era la necessità di vigilanza e informazione connessa alle operazioni di asta pubblica internazionale. Un giorno dopo presso o stabilimento della Pertusola si incontravano le OO.SS. , le RSU, il vertice aziendale di Enirisorse e Pertusola Sud , dott. Giovanni Parillo, In tale occasione il dott. Parillo comunicò l’avvio dello studio di fattibilità sull’impianto elettrolisi e di interventi manutentivi conservativi immediati del trattamento residui, con contestuale studio degli adeguamenti necessari per un suo eventuale avvio.
Adesso qualche dato sulla produzione e vendita dello stabilimento
Per quanto riguarda la produzione dal 1990 al 1996 apprendiamo dai registri che si producevano le seguenti quantità di materiali: 1990 - zinco 97.732 tn.; cadmio 411 tn.; acido solforico 155.000; indio 11 tn.; germanio 9tn.; metalline crude 9.178 tn.; solfato di piombo 6.149 tn.; 1991 - zinco 102.882 tn.; cadmio 352 tn.; acido solforico 148.815; indio 11 tn.; germanio 1 tn.; metalline crude 13.580 tn.; solfato di piombo 8.126 tn.; 1992 - zinco 98.571 tn.; cadmio 366 tn.; acido solforico 144.083; indio 18,5 tn.; germanio 8,5 tn.; metalline crude 11.500 tn.; solfato di piombo 7.584 tn.;1993 - zinco 100.350 tn.; cadmio 287 tn.; acido solforico 145.050; indio 14,5 tn.; germanio 6,5 tn.; metalline crude 5.525 tn.; solfato di piombo 3.757 tn.; 1994 - zinco 107.753 tn.; cadmio 198 tn.; acido solforico 148.316; indio 0 tn.; germanio 3,5 tn.; metalline crude 0 tn.; solfato di piombo 0 tn.; 1995 - zinco 108.123 tn.; cadmio 165 tn.; acido solforico 148.316; indio 0 tn.; germanio 3,5 tn.; metalline crude 0 tn.; solfato di piombo 0 tn.; 1996 - zinco 99.261 tn.; cadmio 122 tn.; acido solforico 152.297; indio 0 tn.; germanio 0 tn.; metalline crude 0 tn.; solfato di piombo 0 tn.;
Invece, il dato sull’attività di vendita era il seguente: 1990 – zinco 93.157 tn.; cadmio 233 tn.; acido solforico 70.096; indio 9,5 tn.; germanio 8 tn.; metalline crude 9.164 tn.; solfato di piombo 5.866 tn.; 1991 - zinco 96.775 tn.; cadmio 288 tn.; acido solforico 96.708; indio 18,5 tn.; germanio 8,5 tn.; metalline crude 11.500 tn.; solfato di piombo 7.584 tn.; 1992 - zinco 104.508 tn.; cadmio 244 tn.; acido solforico 89.186 tn.; indio 20 tn.; germanio 8 tn.; metalline crude 15.337 tn.; solfato di piombo 0 tn.; 1993 - zinco 101.763 tn.; cadmio 388 tn.; acido solforico 95.168 tn.; indio 17,5 tn.; germanio 9 tn.; metalline crude 8.134 tn.; solfato di piombo 0 tn.; 1994 - zinco 110.746 tn.; cadmio 266 tn.; acido solforico 133.892 tn.; indio 6 tn.; germanio 5 tn.; metalline crude 1.464 tn.; solfato di piombo 0 tn.; 1995 – zinco 106.267 tn.; cadmio 111 tn.; acido solforico 115.883 tn.; indio 0 tn.; germanio 0 tn.; metalline crude 0 tn.; solfato di piombo 0 tn.; 1996 - zinco 102.113 tn.; cadmio 46 tn.; acido solforico 182.558 tn.; indio 0 tn.; germanio 0 tn.; metalline crude 0 tn.; solfato di piombo 0 tn.;
Ulteriore dato di una certa importanza è quello sui vettori utilizzati dalla Pertusola per trasportare il prodotto: 1990 – zinco (via mare estero) 29.646 tn.; zinco (via rotaia Italia) 0 tn.; zinco (via strada Italia) 63.511 tn.; acido solforico (via mare estero) 40.450 tn.; acido solforico (via mare Italia) 29.646 tn.; acido solforico (via strada estero) 0 tn.; cadmio (via strada Italia) 130 tn.; cadmio (via strada estero) 103 tn.; germanio (via strada estero) 8 tn.; indio (via strada estero) 9,5 tn.; metalline crude (via mare estero) 9.164 tn.; solfato di piombo (via mare estero) 5.866 tn.; 1991 – zinco (via mare estero) 28.726 tn.; zinco (via rotaia Italia) 49 tn.; zinco (via strada Italia) 68.000 tn.; acido solforico (via mare estero) 59.762 tn.; acido solforico (via mare Italia) 36.946 tn.; acido solforico (via strada estero/Italia) 0 tn.; cadmio (via strada Italia) 158 tn.; cadmio (via strada estero) 130 tn.; germanio (via strada estero) 8,5 tn.; indio (via strada estero) 18,5 tn.; metalline crude (via mare estero) 11.500 tn.; solfato di piombo (via mare estero) 7.584 tn.; 1992 – zinco (via mare estero) 35.854 tn.; zinco (via rotaia Italia) 0 tn.; zinco (via strada Italia) 68.654 tn.; acido solforico (via mare estero) 58.438 tn.; acido solforico (via mare Italia) 30.748 tn.; acido solforico (via strada estero) 0 tn.; cadmio (via strada Italia) 85 tn.; cadmio (via strada estero) 159 tn.; germanio (via strada estero) 8 tn.; indio (via strada estero) 20 tn.; metalline crude (via mare estero) 15.337 tn.; solfato di piombo (via mare estero) 0 tn.; 1993 – zinco (via mare estero) 27.920 tn.; zinco (via rotaia Italia) 0 tn.; zinco (via strada Italia) 73.843 tn.; acido solforico (via mare estero) 74.668 tn.; acido solforico (via mare Italia) 20.500 tn.; acido solforico (via strada estero) 0 tn.; cadmio (via strada Italia) 27 tn.; cadmio (via strada estero) 361 tn.; germanio (via strada estero) 9 tn.; indio (via strada estero) 17,5 tn.; metalline crude (via mare estero) 8.134 tn.; solfato di piombo (via mare estero) 0 tn.; 1994 – zinco (via mare estero) 8.009 tn.; zinco (via rotaia Italia) 0 tn.; zinco (via strada Italia) 102.737 tn.; acido solforico (via mare estero) 51.334 tn.; acido solforico (via mare Italia) 37.211 tn.; acido solforico (via strada estero) 45.347 tn.; cadmio (via strada Italia) 7 tn.; cadmio (via strada estero) 261 tn.; germanio (via strada estero) 5 tn.; indio (via strada estero) 6 tn.; metalline crude (via mare estero) 0 tn.; solfato di piombo (via mare estero) 1.464 tn.; 1995 – zinco (via mare estero) 4.087 tn.; zinco (via rotaia Italia) 0 tn.; zinco (via strada Italia) 102.180 tn.; acido solforico (via mare estero) 0 tn.; acido solforico (via mare Italia) 47.988 tn.; acido solforico (via strada estero) 67.895 tn.; cadmio (via strada Italia) 5 tn.; cadmio (via strada estero) 106 tn.; germanio (via strada estero) 0 tn.; indio (via strada estero) 0 tn.; metalline crude (via mare estero) 0 tn.; solfato di piombo (via mare estero) 0 tn.; 1996 – zinco (via mare estero) 12.605 tn.; zinco (via rotaia Italia) 0 tn.; zinco (via strada Italia) 89.508 tn.; acido solforico (via mare estero) 17.904 tn.; acido solforico (via mare Italia) 69.625 tn.; acido solforico (via strada estero) 75.030 tn.; cadmio (via strada Italia) 5 tn.; cadmio (via strada estero) 41 tn.; germanio (via strada estero) 0 tn.; indio (via strada estero) 0 tn.; metalline crude (via mare estero) 0 tn.; solfato di piombo (via mare estero) 0 tn.;
Il 18 aprile del 1996 è una data importante e significativa nel calendario della vertenza Pertusola. Infatti, questo giorno rappresenta l’inizio della procedura di vendita, a mezzo asta internazionale, dello stabilimento di Crotone e Porto Vesme. Prima d’iniziare a parlare delle fasi che contraddistinsero codesto percorso, mi preme fare alcune considerazioni. La prima è di natura prettamente politica: voglio, infatti, ricordare come in tanti erano convinti che attraverso la fase di privatizzazione, si sarebbe arrivati alla soluzione del problema. Invece, come si vedrà in seguito, si giunse solamente ad una dismissione definitiva dello stabilimento. La seconda, invece, riguarda l’aspetto finanziario: credere che, attraverso la massa operaia, si potesse riuscire a forzare alcuni meccanismi speculativi insiti nei mercati finanziari, fu e rimase un’utopia di pochi.
Ritorniamo adesso alla nostra data. È, come abbiamo già accennato, proprio in questo momento che l’ENIRISORSE spa, società caposettore del gruppo ENI, emette un invito a presentare offerte per l’acquisto, entro le ore 12.00 del 20 maggio 1996, da parte di un unico soggetto, del 100% delle azioni rappresentative del capitale della Pertusola Sud presso la Bain, Cuneo e Associati. In tale documento si evidenzia che “il Governo Italiano ha previsto l’utilizzo di contributi sino a 158 miliardi di lire non rivalutabili, anche mediante un contratto di Programma da stipulare, ricorrendo le condizioni, con il Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica a valere sulla legge 19 dicembre 1992 n.488.” In risposta alle comunicazioni arrivarono 12 manifestazioni di interesse, delle quali due da operatori italiani, due da consorzi ed otto da operatori stranieri. A costoro viene inviato un documento informativo sintetico, unitamente all’accordo di riservatezza sulle informazioni, la cui sottoscrizione da parte dell’eventuale offerente era necessaria per essere ammessi alla continuazione della procedura. Durante il mese di giugno 8 operatori, a valle della firma dell’accordo di riservatezza, ricevono il memorandum informativo completo, sulla cui base sono stati richiesti di formulare un’offerta non vincolante entro la fine del mese di luglio.
A settembre i due soli operatori che hanno confermato il loro interesse hanno svolto la fase della procedura che prevedeva la visita agli impianti e l’accesso, presso la sede Enirisorse di Roma, ad un data room contenente tutte le informazioni ulteriori necessarie ai possibili compratori.
A tal proposito, ricordiamo che la data entro cui bisognava fare la presentazione dell’offerta vincolante era il 15 ottobre.
Intanto, in data 8 ottobre, la società Osmium Holding SpA fa pervenire un’offerta vincolante. Il rapporto della Bain riferisce come, malgrado il prolungamento della procedura sino al 30 di ottobre, non siano pervenute altre offerte. Pertanto, durante i mesi di novembre e dicembre, si tengono presso la sede di Enirisorse alcuni incontri per giungere a maggiori chiarimenti in merito ai contenuti dell’offerta e del piano industriale presentato contestualmente. Tali incontri si sono concretizzati nella concessione ad Osmium di un diritto di esclusività alla negoziazione della cessione.
Nel frattempo, mentre la società Osmium effettua presso lo stabilimento le verifiche tecniche, l’Enirisorse richiede alla società le garanzie sia di carattere finanziario che collegate alla realizzazione del piano industriale. In relazione a ciò, i dati riguardanti la conoscenza della società Osmium sono forniti dalla Bain Cuneo, che così la descrive in un rapporto del 14 febbraio 1997: “È stata costituita da un gruppo di imprenditori e manager conosciuti nel settore e provenienti da società minerarie internazionali di primaria importanza, con sede legale a Lussemburgo e direzione operativa a Londra. I suoi azionisti attuali sono costituiti sia da imprenditori privati europei sia da fondi di investimento interessati al settore minerario e metallurgico. Nel corso del 1997 la società ha pianificato la propria quotazione presso una o più borse europee, prevedendo di raccogliere ulteriore capitale per un ammontare stimato di 80-100 milioni di dollari. Osmium si avvale per la realizzazione del proprio piano finanziario della banca SBC Warburg, la più attiva nel settore minerario e metallurgico. SBC Warburg è azionista di Osmium.”
Interessanti risultano essere gli elementi fondamentali che caratterizzano il piano industriale della società. Tra questi abbiamo: 1) mantenimento dell’attività metallurgica da destinarsi alla produzione di nickel, rame e metalli preziosi; 2) utilizzo di tecnologie collaudate, a basso rischio e a basso impatto ambientale; 3) previsioni effettuate sulla produzione che sfioravano le 25,000 tons di nickel, rame e metalli preziosi (platino, argento, oro ed altri metalli associati al platino) con lo stabilimento a regime; 4) l’alimentazione della produzione attraverso la disponibilità di una quantità di concentrati di provenienza russa. Per quanto concerne gli investimenti previsti ammontavano ad oltre 300 miliardi di lire. Ultimi due punti del piano erano l’occupazione e l’ambiente. In merito all’occupazione, il piano garantiva l’impiego di circa 450 addetti. Inoltre, prevedeva un periodo transitorio intercorrente fra la cessazione della produzione di zinco e l’avvio della produzione di nickel, necessario per le opere di riconversione. Durante questo periodo si profilava: il mantenimento dei livelli occupazionali e la massimizzazione dell’utilizzo del personale di Pertusola nell’attività di riconversione; la riqualificazione e l’addestramento del personale all’utilizzo delle nuove tecnologie. Infine gli impegni sull’occupazione venivano garantiti all’interno del Contratto di Programma.
In conclusione, abbiamo i provvedimenti stipulati sulle problematiche ambientali. A tal proposito, troviamo: “le scorie di ogni tipo attualmente stoccate all’interno del sito saranno rimosse da Enirisorse e destinate al riciclo, altrimenti avviate a discarica; le scorie generate dalla nuova produzione di nickel sono previste essere inerti dagli studi tecnici e dalle analisi effettuate su campioni. È previsto il riutilizzo di queste scorie nel settore della pavimentazione stradale, o altrimenti la collocazione in discarica. È in corso uno studio per lo smaltimento complessivo delle scorie; non sono previsti effluenti liquidi inquinanti o altra sorta di residui tossici.”
L’8 aprile, l’amministratore delegato ENI, Franco Bernabè, risponde alle preoccupazioni, giunte giorno 11 marzo a mezzo lettera, sulle operazioni di vendita del presidente della Commissione Industria del Senato Leonardo Caponi e del presidente Commissione Attività produttive commercio e turismo Nerio Nesi. In essa c’è scritto: “Tale procedura, in linea con le indicazioni della Commissione zinco, incaricata, nell’ambito della Task Force Borghini, di verificare le condizioni di sopravvivenza e le possibilità di privatizzazione degli stabilimenti di Crotone e Porto Vesme, si svolge in conformità con i criteri di trasparenza applicati a tutte le dismissioni del gruppo. L’offerta vincolante presentata all’Enirisorse è tuttora in fase di approfondimento.”
Intanto il 14 aprile giunge la notizia che la commissione europea ha chiuso positivamente la procedura di infrazione aperta nel febbraio ’96, contro gli aiuti di stato versati a Enirisorse per un importo di 1.800 miliardi.
Giorno 8 maggio, appare sul Sole 24 Ore un articolo di Massimo Cavalli, che porta ad una reazione delle OO.SS. territoriali e delle RSU e costringe ENIRISORSE, nello stesso giorno, a rispondere per mezzo di un comunicato. Nello stesso c’era scritto: “L’articolo in questione riprende, in gran parte, notizie già conosciute relative alle dismissioni ENIRISORSE e apparse su diversi quotidiani nei giorni scorsi; 2) non esistono fatti nuovi riguardanti la trattativa in corso con la Osmium; 3) si conferma, come già comunicatovi nella riunione tenuta a Crotone il 14 febbraio 1997, che la validità di un eventuale accordo con la Osmium, sarà subordinata all’assenso delle OO.SS.; si ribadisce che la cessione di Portovesme non è in alcun modo influenzata dai piani di privatizzazione previsti per la Pertusola Sud di Crotone”.
Che cosa c’era scritto nell’articolo? In realtà il giornalista parla della possibilità che la siberiana Norilsk possa essere tra gli artefici del salvataggio dei 450 posti di lavoro di Pertusola Sud e delle dismissioni aziendali dell’Enirisorse. Il collegamento fatto dall’articolo era chiaro e già trapelava nel rapporto della Bain Cuneo: la Osmium aveva avviato una joint venture con i russi, la Normet-Osmium, che era da tempo alla ricerca di un sito in Europa Occidentale dove trasferire per la raffinazione le enormi disponibilità delle miniere siberiane. Per tal motivo si faceva riferimento alla Norilsk Nickel, azienda controllata per il 55% dalla banca di mosca Uneximbank ed in via di ristrutturazine, produttrice del 20% del nickel mondiale. Inoltre, l’articolo faceva riferimento alla dismissione della Nuova Solvine di Grosseto ed ad un possibile acquisto degli impianti da parte della Solmar, società legata ai dirigenti del gruppo Osmium.
Intanto, mentre si discute dell’affare Osmium, il 9 maggio del 1997, in un articolo del Sole 24 Ore, si scrive sul sorprendente trend in crescita della quotazione dello zinco.
È, infatti, questo il periodo in cui il prezzo del metallo, presso la London Metal Exchange (Lme), sale a 1.305,5 dollari per tonnellata, il 3,4% in più rispetto alla giornata precedente, ed il 26% rispetto all’inizio dell’anno. Il perché del fenomeno veniva chiaramente descritto attraverso le stime dell’International lead and zinc study group (Ilzsg) e le analisi dei broker della Billiton. In sintesi il concetto poteva essere così descritto: la carenza di disponibilità e il crescente interesse verso il settore da parte dei fondi di investimento avevano spinto verso l’alto le quotazioni.
Le alte richieste del metallo nel mondo occidentale, nel ’96, superarono di circa 200 mila tonnellate l’offerta, e il progressivo calo delle scorte, che, a livello complessivo, erano scese attorno a otto settimane di consumo (contro le 14 del 1994), avevano fatto diminuire, così, fino ad un valore di 430.250 tonnellate (550 tonnellate in meno nei confronti del giorno precedente e oltre 76 mila in meno rispetto all’inizio dell’anno), gli stock di metallo nei magazzini autorizzati Lme.
Tutto ciò faceva, naturalmente, gola ai gestori dei fondi di investimento e agli speculatori, che, prevedendo un aggravio della carenza, avevano iniziato a investire massicciamente nel settore.
Certamente, tale situazione è ad ulteriore conferma del ruolo passivo giocato dalla classe manageriale e istituzionale nella gestione strategica della politica industriale italiana.
Luglio ’97: addio affare Osmium
Giungiamo adesso al mese di luglio: periodo che è una vera e propria doccia fredda per il prosieguo della vertenza Pertusola. Arriva, infatti, in questo mese la comunicazione del ritiro dalla trattativa della Osmium.
A questo punto ci viene spontaneo chiederci che cosa aveva condotto tale società a mollare tutto. La risposta ci viene fornita da due lettere. La prima, datata 2 luglio, è scritta dalla Norilsk Nickel alla Osmium Holding, in cui si comunica la rinuncia della società russa a proseguire nel progetto finanziario. In essa, infatti, troviamo scritto: “Purtroppo oggi non siamo nella posizione di firmare un Accordo che ci impegni a vendere Pyrrotene Concentrate che si trova nel deposito 1 e deposito 2, e dare un diritto di prelazione per il deposito 3. Siamo in un processo di revisione della nostra strategia industriale e stiamo procedendo all’accertamento del costo reale della nostra struttura. Abbiamo bisogno di portare a termine questo compito prima di poterci assicurare che non siamo vendendo oggetti che potrebbero essere lavorati in Norilsk in condizioni più vantaggiose.” La seconda lettera, datata 11 luglio, è la comunicazione di rinuncia fatta dalla Osmium Holding a Enirisorse. Particolare significato assume la seguente parte: “Dobbiamo informarvi che Norilsk Nickel ha deciso di non partecipare attualmente con Osmium al progetto di conversione di Pertusola. Il Consiglio di Amministrazione di RAO Norlisk Nickel si è riunito ed abbiamo ricevuto la lettera allegata nella quale ci informano di non poter sottoscrivere l’Accordo necessario con noi, a causa del loro nuovo bisogno di rivedere il loro sistema ed ancora i costi con il nuovo gruppo di persone che sono state introdotte nell’azienda circa dieci settimane fa. Dobbiamo sottolineare che, negli ultimi 18 mesi, abbiamo avuto particolari difficoltà nel portare avanti il negoziato a causa dei continui cambiamenti delle controparti nel RAO Norilsk Nickel e l’arrivo della Uneximbank come azionista maggioritario che ha sostenuto il progetto. Tuttavia, i limiti di tempo che hanno condizionato tutte le parti, hanno portato al rifiuto di Norilsk del progetto nella sua forma attuale. Non è necessario dire che in questa situazione è impossibile per Osmium prendere alcun impegno sull’acquisto di Pertusola, nell’ambito del tempo atteso.”
Saltata la trattativa con il gruppo Osmium, si riapre l’asta e si cercano nuove società interessate allo stabilimento.
1998: il grande tifo è per i finlandesi del Outokumpu
Giorno 8 aprile del ‘98 si svolge, presso il Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato, una riunione a cui partecipano: Enirisorse, Pertusola Sud, nelle persone dei liquidatori, OO.SS. Nazionali, Regionali, Territoriali, le RSU aziendali e la Task Force, a presiederla è il dr. Umberto Minopoli. La seduta porta le parti a convergere su alcuni punti qui di seguito riportati: “1) Enirisorse SpA si impegna a terminare entro fine aprile ’98/primi maggio ’98 le valutazioni delle offerte dei potenziali acquisitori, rivolte all’assegnazione della esclusiva ad uno di essi. Enirisorse e le OO.SS. RSU si incontreranno prima dell’assegnazione di detta esclusiva per un’informativa di massima sul piano industriale; 2) Enirisorse conferma che lo stabilimento di Crotone continuerà a rimanere in marcia superando anche il problema dei ferriti; 3) il Governo assicura il proprio impegno nei confronti dell’UE ed a superare, congiuntamente alla Regione, Provincia, Comune, tutti i problemi inerenti le infrastrutture necessarie a supportare i nuovi impianti; 4) il Governo conferma il proprio impegno in merito all’attivazione dell’accordo di programma, per attuare la privatizzazione dello stabilimento di Crotone.”
Successivamente, spuntano sugli scenari della vertenza due nuovi potenziali acquirenti: Outokumpu e Colombo. Inizia a Crotone il dibattito tra le associazioni e le istituzioni su quale dei due gruppi preferire nella privatizzazione. Nei primi giorni di ottobre, si tiene proprio su tale tema, presso la sede della Camera di Commercio, una riunione a cui partecipano: i rappresentanti di Assindustria, dell’Api, della Confartigianato, della Lega delle Cooperative, della Confcommercio e del CNA. Il coro è unanime: avanti con la soluzione finlandese. Il perché di tanto entusiasmo risiedeva anche nel fatto che il coinvolgimento della multinazionale finlandese era anche il frutto dell’impegno di un gruppo di imprenditori “nostrani”, noto con la sigla della “Fin.Per”. Nel comunicato, infatti, c’era scritto: “L’auspicio è che il governo, nel rimodulare il contratto di programma, e la stessa Enirisorse operino le loro scelte valutando prioritariamente gli interessi del territorio, dei lavoratori e di una imprenditoria locale sempre più attiva e protagonista del proprio destino.” Ma più che formulare un semplice augurio le organizzazioni avevano espresso un giudizio anche sui contenuti della proposta formulata dalla finlandese Outokumpu: “Il progetto prevede a regime, l’impiego di 500 unità lavorative ed investimenti per 700 miliardi, solo in minima parte derivanti da fonti pubblici. Inoltre, ben si inserisce nell’ambito del processo di sviluppo locale in atto nel territorio. A questo punto, occorre ricordare che sulla vicenda i sindacati non espressero nessuna preferenza.
Giorno 24 ottobre si svolge, presso il Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato, una riunione a cui partecipano: Enirisorse, Pertusola Sud, nelle persone dei liquidatori, OO.SS. Nazionali, Regionali, Territoriali, le RSU aziendali a presiederla è, nuovamente, il dr. Umberto Minopoli. Dal confronto emerge che: “1) esistono due potenziali acquirenti con due progetti industriali che sono in corso di reciproco approfondimento tecnico/economico, che si concluderà entro il 20/11/1998; 2) Nel frattempo il Ministero dell’Industria organizzerà alcune riunioni tecniche con le Amministrazioni interessate e le istituzioni locali, per rivisitare il contratto di programma; viene fissata per il 24/11/1998 ore 16 la data di incontro presso il Ministero dell’Industria con tutte le parti interessate alla definizione della privatizzazione dello stabilimento di Crotone”.
Novembre ’98: arriva un’ansa targata Bruxelles ed è subito agitazione
Intanto, un’ansa del 21 novembre mette in grave agitazione tutti gli attori coinvolti nella vertenza; si apprende che la Commissione europea avrebbe dichiarato illegale un’iniezione di capitale pari a 133 miliardi di lire, effettuata nel 1997 dall’ENI, a favore della sub-holding Enirisorse. Pertanto, si obbligava lo Stato italiano (titolare, all’epoca della ricapitalizzazione contestata, di quasi il 100% dell’ENI) a recuperare gli aiuti da Enirisorse.
Il fatto contestato dalla Commissione europa
Nell’aprile 1997, la Commissione aveva dato via libera a ricapitalizzazioni per complessivi 1.819 miliardi, effettuate dall’ENI nel 1992-1996, a favore dell’Enirisorse. Fra le condizioni fissate da Bruxelles per dare luce verde, figuravano la privatizzazione della società e degli impianti produttivi, seguite dalla liquidazione di Enirisorse entro la fine 1998. Ma nel corso del 1997, l’ENI ha conferito nuovo capitale per 133 miliardi ad Enirisorse: 34 miliardi per la Pertusola Sud e 99 miliardi per la liquidazione della sub-holding. Tali somme sono considerate veri e propri aiuti di Stato. Apportando questi capitali ad Enirisorse, l’ENI non ha agito come un vero e proprio investitore privato, che avrebbe liquidato Enirisorse limitando al massimo i costi di liquidazione ed intervenendo eventualmente, solo, laddove un suo preciso obbligo giuridico glielo avesse imposto.
Febbraio ’99: si ferma la produzione della Pertusola
Il 9 dicembre, nel corso di un incontro presso il Ministero dell’Industria, l’Enrisorse ha comunicato la sussistenza delle condizioni, per aprire una trattativa esclusiva, condivisa dal ministero, con uno dei due operatori che hanno presentato offerte per il rilancio di Pertusola ed indicato con B. L’11 febbraio, intanto, cessa la produzione della Pertusola. Inoltre, nella stessa data si svolge presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri una riunione tra Governo e parti interessate. In questo incontro si sottoscrive l’accordo in base al quale il Governo si impegna a garantire i finanziamenti previsti dal progetto COGEFIN presentato all’Enirisorse ed acquisito dal Governo, utilizzando a tal fine gli strumenti della programmazione negoziata entro il 30 aprile 1999. Se febbraio è sia il mese del fermo produzione sia quello in cui prende forma il progetto industriale della società COGEFIN, luglio è il tempo in cui si cominciano a delineare le sorti della Pertusola. È, infatti, proprio in questo periodo che s’inaspriscono i rapporti tra ENI e sindacati e sui tavoli romani compare il fantasma della cassa integrazione.
Luglio ’99: aleggia il fantasma della cassa integrazione ed è subito tensione tra Enirisorse e sindacato
Il 21 luglio, difatti, si tiene presso il Ministero dell’Industria una riunione tra rappresentanti del Governo, Enirisorse e OO.SS.. In tale incontro si discute del progetto industriale della Cogefin, dei finanziamenti aggiuntivi (120 miliardi di lire) e delle problematiche connesse alla cassa integrazione. Per quanto riguarda il reperimento dei finanziamenti, i rappresentanti del Governo pensano al secondo protocollo aggiuntivo sul contatto d’area e alla legge finanziaria, mentre sulla cassa integrazione si apre un duro braccio di ferro tra sindacati e Enirisorse.
Frattanto, il 26 agosto, presso la sede dell’Assindustria di Crotone, si incontrano le segreterie provinciali di CGIL, CISL e UIL, la RSU, il procuratore delegato dal liquidatore di Pertusola Sud e il direttore e il responsabile del personale dello stabilimento. Durante il colloquio, si stabilisce un incontro per il mese di dicembre nel quale si esaminerà la procedura di mobilità lunga per ulteriori 40 unità lavorative.
Nel mese di settembre, in una riunione tenutasi presso la sala della società Pertusola Sud tra la direzione aziendale, le segreterie provinciali di CGIL, CISL,UIL e le RSU, si esprime parere favorevole affinché 40 unità vengano avviate in mobilità lunga a partire dal mese di ottobre.
Il 18 novembre, mentre cresce nello stabilimento lo stato di agitazione sindacale per l’avvicinarsi della scadenza dell’esclusiva tra ENI e COGEFIN e delle tante incertezze ad essa ancorata, le tre sigle confederali nazionali (per la CGIL Walter Cerfeda, per la CISL Giovanni Guerisoli, per la UIL Luigi Angeletti) chiedono, attraverso un comunicato, un incontro all’on. Marco Minniti, sottosegretario Presidenza del Consiglio dei Ministri, all’on. Pierluigi Bersani, Ministro dell’Industria, e all’on. Giuliano Amato, Ministro del Bilancio.
2000 si discute di bonifica del sito e di ristrutturazione
Giungiamo così all’anno 2000 ed in particolare al 23 febbraio. In tale giorno si riuniscono, presso l’Ufficio del Commissario Delegato per l’emergenza nel settore dello smaltimento rifiuti nella regione Calabria, i seguenti soggetti: on. Italo Reale, sub commissario, dott. Saverio De Santis, assessore regionale all’industria, dott. Carmine Malarico, presidente della Provincia di Crotone, dott. Giuliano Lalli, prefetto di Crotone, dott. Pala ed ing. Calogero, liquidatore Pertusola, dott. Macasso, Merloni Progetti, ing. De Sandre, COGEFIN, ing. Raccosta, consulente Pertusola. Naturalmente, si discute dei tempi e dei piani legati alla bonifica dell’area industriale. A questo punto, occorre fare qualche considerazioni sul nostro sito: la dimensione complessiva, da quanto si apprende dai documenti, è pari a circa 50 ha ed è suddivisa in due settori: a) settore sud occupato da impianti (fermati nel 1999) e servizi; b) settore nord occupato da lagunaggi e stoccaggi rifiuti. Per quanto riguarda l’inquinamento, invece, è costituito da metalli pesanti.
Fatte queste precisazioni, ritorniamo al nostro incontro. Di particolare interesse risultano essere le posizioni dell’ing. Calogero e del on. Reale. Per quanto riguarda il primo, dal verbale, risulta che “dopo aver riassunto lo stato dell’arte in ordine all’attività delle procedure di liquidazione, anticipa che sta provvedendo ad un’autodenuncia ai sensi dell’art. 9 del D.M. 471/99 contenente le informazioni raccolte dall’analisi dello Stato di inquinamento del sito effettuata dall’ADL (società incaricata dello studio) e le proposte sia del piano di caratterizzazione che di un progetto di massima per la messa in sicurezza del sito. Comunica, inoltre, che entro la fine del mese di agosto sarà pronto il piano esecutivo della messa in sicurezza e, acquisito il piano degli investimenti della società subentrante, l’analisi del rischio di compatibilità tra detta messa in sicurezza e lo stesso programma di investimenti. Accoglie anche i suggerimenti dell’on. Reale di anticipare la predisposizione dello studio VIA in modo da accelerare i tempi”.
Per il secondo, invece, si trova scritto che “l’on Reale dando atto che l’effettuazione dell’intervento di bonifica ex D.M. 471/99 e l’attività sospesa compromette fortemente il corso del programma di investimento predisposto dalla società subentrante, suggerisce, e dichiara l’impegno dell’ufficio in tal senso di richiedere ai Ministeri dell’Ambiente e dell’Interno la previsione, nella redigente O.P.C.M. di proroga dell’attività dell’Ufficio, di una specifica deroga che consenta la prosecuzione dell’attività della bonifica al termine dell’attività del titolare dell’impianto. Richiede pure alla liquidazione e alla società subentrante l’impegno che viene dato a fornire tutto il supporto tecnico necessario a rappresentare l’opportunità di intervenire unitariamente sia per la bonifica che per il rilancio della produzione con il nuovo piano di investimenti.”
28 febbraio: i lavoratori contestano il segretario provinciale della UIL Domenico Tomaino
Intanto giorno 28 febbraio si riuniscono, presso la sala del consiglio del Palazzo del Comune, in seduta comune il consiglio provinciale e quello comunale. Scopo della seduta è rilanciare la discussione sulla vertenza sui tavoli romani. All’incontro relazionano i tre segretari provinciali confederali CGIL, CISL e UIL. A tal proposito, dure critiche vengono condotte dai lavoratori nei confronti del segretario Domenico Tomaino della UIL, che, più volte, viene interrotto durante il suo discorso. Il 6 marzo si svolge presso il Ministero dell’Ambiente un incontro presieduto dal direttore generale del Ministero dell’Ambiente dott. Gianfranco Mascazzini, a cui partecipano il prefetto di Crotone dott. Giuliano Lalli, il sindaco di Crotone e i tecnici della Provincia di Crotone, di Enirisorse e Cogefin. Scopo della riunione è quello di determinare una calendarizzazione degli interventi necessari per la bonifica del sito. Qualche giorno più tardi e precisamente il 9 marzo, il Mascazzini scrive al prefetto.
La lettera fa riferimento sia alla nuova ordinanza di protezione civile sullo stato di emergenza ambientale, documento in cui si delinea meglio il ruolo del Commissario per l’emergenza nel settore dello smaltimento rifiuti e si inseriscono elementi che dovrebbero velocizzare lo sviluppo dei processi di bonifica e di reindustrializzazione, sia alla eventuale possibilità di inserire il sito di Crotone tra quelli nazionali, evento che consentirebbe anche il reperimento di risorse aggiuntive per gli interventi alle imprese.
Nel frattempo il prefetto, dopo aver reperito i dati sulle scadenze previste per Pertusola, scrive al sottosegretario on. Marco Minniti. Ricordiamo che le principali date erano: “1) entro il 16 marzo sarà presentato il progetto di caratterizzazione; 2) l’approvazione del progetto interverrà entro 5 gg. lavorativi; 3) l’esecuzione della caratterizzazione dei suoli, delle falde e delle discariche, dovrà essere completata e presentata entro il 16 giugno; 4) entro il 30 giugno sarà presentato il progetto preliminare di bonifica; 4) entro il 30 giugno sarà presentato anche il progetto relativo alle demolizioni, alle ristrutturazioni e alla nuova edificazione; 5) la verifica del piano di caratterizzazione e dei progetti avverrà entro 10 gg. lavorativi; 6) la presentazione del progetto definitivo avverrà entro 30 gg. lavorativi successivi alla verifica; 7) la verifica del progetto definitivo avverrà entro 10 gg. lavorativi; 8) l’iter deve essere completato in relazione al termine della cassa integrazione.”
Sull’argomento troviamo due documenti, datati 21 e 22 marzo. I due documenti presi nel loro insieme ci forniscono dati e informazioni molto importanti sul percorso che dovrà avere la bonifica. Nel primo, infatti, sono contenute alcune osservazioni fatte dall’ufficio del commissario inerenti il piano di caratterizzazione. In particolare troviamo scritto: “1) complessivamente il piano risulta essere adeguato agli obiettivi di caratterizzazione della contaminazione per stabilire gli interventi atti a proteggere l’ambiente e la salute pubblica; 2) occorrerebbe integrare il piano con uno studio delle componenti ambientali anche al fine di stabilire la possibilità di migrazione delle contaminazioni e l’urgenza degli interventi di bonifica; 3) sulla base dell’approfondimento di cui al precedente punto è necessario formulare un modello concettuale più completo individuando anche le caratteristiche dominanti dell’ambiente con cui il sito interagisce gli elementi territoriali rilevanti quali distribuzione, densità della popolazione, etc.; 4) nel piano di investigazione iniziale, occorrerebbe comprendere oltre al sito inquinato una porzione di territorio esterna definita sulla base del modello concettuale del sito; 5) tutte le attività previste dovranno essere rispondenti alle specifiche del D.M. 471/99 e quindi anche il piano in oggetto deve essere integrato con i seguenti elaborati: a) planimetria preferibilmente in scala 1:5.000 dell’area dl sito e dell’ambiente circostante; b) individuazione preliminare dell’estensione della contaminazione e dell’inquinamento; c) risultati delle analisi chimiche già effettuate sul sito e sulle componenti ambientali circostanti e relativa mappatura; d) cartografa tematica relativa ad idrologia dell’area; e) cartografia relativa a pozzi e piezometri presenti nel sito (pref. 1:500/1:1.000) e nell’rea (pref. 1:5000); f) risultati delle eventuali indagini geognostiche e geofisiche già attuate; g) schema delle azioni di messa in sicurezza e/o emergenza da utilizzare nel corso delle attività di campionamento.” Il secondo documento è un fax spedito, giorno 22 marzo, al Ministero dell’Ambiente contenente le osservazioni sul piano di caratterizzazione. Prima di avviarci alle conclusioni di questa complessa storia durata quasi un secolo, occorre, come d’altronde abbiamo iniziato a fare nella puntata precedente, approfondire la problematica della bonifica.
Adesso qualche notizia sul piano di caratterizzazione
In particolare è necessaria un’analisi del piano di caratterizzazione. Alcuni dati e osservazioni sul piano li abbiamo reperiti dal documento spedito al Ministero dell’Ambiente il 22 marzo. In esso troviamo scritto: “Il piano di caratterizzazione è basato su una maglia dichiarata 50x50 m. In realtà, il numero dei sondaggi è circa equivalente a una maglia 100x100 m, senza previsione di infittimento in caso di hot spots. Deve essere eseguito, entro quattro mesi, un piano di caratterizzazione su maglia 25x25 m, con restituzione progressiva dei dati su sistema informativo territoriale. Il numero di sondaggio previsto (67) è quindi insufficiente e deve essere aumentato di conseguenza. Non è possibile valutare l’adeguatezza della profondità dei sondaggi, non essendo state fornite sufficienti informazioni sulla stratigrafia e in particolare sugli spessori del terreno di riporto e del livello argilloso – limoso. In funzione della nuova maglia di indagine (25x25) anche il numero dei piezometri (23) è inadeguato e deve essere aumentato in ragione di un piezometro ogni 10 sondaggi. L’aliquota di controllo dei campioni deve essere aumentata dal 2% al 10%. Per quanto riguarda la zona stoccaggi devono essere previste procedure di prelievo ed analisi dei rifiuti; si dovrà adottare una procedura basata più che sul contenuto totale di sostanze chimiche, sulla eluibilità di alcune sostanze, ritenute traccianti di contaminazione (Ph, fenoli, metalli pesanti, oli/idrocarburi, IPA). L’elenco degli analiti ricercati nei suoli è insufficiente; in particolare, oltre il contenuto d’acqua, mancano almeno CrVI, Va, benzene, organo alogenati totali; IPA, fenoli. Quanto riportato al punto precedente è valido anche per le analisi sulle acque sotterranee. Appare singolare che esista una rete fognaria unica per il coinvolgimento delle acque bianche, nere e industriali. È quindi necessario acquisire ulteriori informazioni su tale argomento, compreso il layout della rete, nonché valutazioni sulla necessità di separazione delle diverse linee. Le informazioni fornite sull’impianto di pretrattamento delle acque prima dell’invio al depuratore consortile di Crotone sono scarse. È quindi necessario integrare la documentazione relativa a tale impianto.”
28 marzo si firma protocollo d’intesa, l’on. Minniti ottimista!
Intanto arriva il 4 aprile ed in un convegno organizzato dalla Provincia di Crotone sulla legalità sembra aprirsi uno spiraglio di luce sulla critica situazione dello stabilimento. A dare fiducia ai tanti lavoratori della Pertusola presenti è l’on. Marco Minniti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che in un passaggio del suo discorso dice: “Oggi l’obiettivo è a portata di mano. Il 28 marzo abbiamo firmato un importante protocollo di intesa. Prevede l’ingresso di un nuovo socio, che ha un programma industriale, ambizioso, importante.”
Nella mattinata dell’11 aprile si svolgono due importanti avvenimenti: la serrata dei commercianti a sostegno della vertenza e una riunione romana, presso il comitato di coordinamento delle iniziative per l’occupazione della presidenza del Consiglio dei Ministri, a cui partecipano il dr. Cingari e Cinquepalmi della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’ing. Di Loreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e direttore del comitato per l’occupazione, il rag. Fiorillo, liquidatore di Enirisorse ed il dr. Colombo in rappresentanza dei soci della cordata acquirente (Cogefin). Dal verbale si apprende che: “Al termine dell’incontro, è stato raggiunto, fra Enirisorse e la cordata dei privati, un accordo sull’insieme delle questioni ancora in sospeso sia di carattere economico che di carattere procedurale. Preliminare all’avvio del piano d’investimenti è l’approvazione del piano di recupero e di messa in sicurezza dell’impianto nell’ottica della continuità operativa cui la bonifica è finalizzata. Tale piano dovrà essere oggetto di un apposito accordo di programma fra e amministrazioni interessate promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’accordo, che si colloca nell’ambito delle procedure amministrative previste dal Contratto d’Area di Crotone, sarà vincolante per tutti e definirà gli impegni ed i rispettivi limiti di responsabilità di ciascuno dei soggetti coinvolti. L’accordo fra le parti diventerà operativo all’esito positivo dell’iter sopra delineato”.
Il 14 aprile giunge a Crotone pure il presidente del Consiglio dei Ministri on. Massimo D’Alema. Ad accoglierlo sono le RSU della Pertusola e il presidente della Provincia Carmine Talarico. Naturalmente, molti si aspettano rassicurazioni e conferme anche da parte del presidente del Consiglio. Simbolica e ricca di contenuto è la lettera scritta dagli operai cassa integrati per l’occasione e consegnata a D’Alema da Talarico in cui c’è scritto: “La salutiamo e la ringraziamo per l’impegno del Governo..; tuttavia, riteniamo che molto dovrà essere ancora fatto, pertanto nell’esprimerle il nostro sostegno le richiediamo che il Governo continui a vigilare perché questa vicenda possa concludersi positivamente.”
I turbamenti sociali preoccupano il conservatore Senatore, sindaco di Crotone
Arriviamo a Maggio, à proprio in questo mese che iniziano a crescere le preoccupazioni e i turbamenti dei lavoratori. A testimoniarlo è la lettera scritta giorno 10 maggio dal sindaco Pasquale Senatore all’amministratore delegato dell’ENI rag. Vittorio Mincato. Le conclusioni del documento rafforzano maggiormente quanto detto: “Ciò premesso, Le rivolgo cortese, ma pressante, invito ad intervenire personalmente, nella Sua qualità di Amministratore Delegato, onde svolgere un’azione di coordinamento e coagulo delle iniziative in corso, perché si giunga, in tempi brevi, alla conclusione della trattativa tra ENI e parte privata, per il trasferimento della proprietà societaria.” La risposta arriva giorno 24 maggio. In essa oltre a ricordare gli esiti della riunione dell’11 aprile si sottolinea l’importanza dell’accordo di programma in materia ambientale, infatti troviamo scritto: “Ritengo, tuttavia, necessario rappresentarLe che l’esecuzione del contratto sarà condizionata, fra l’altro, alla definizione, come concordato nel verbale dalla succitata riunione dell’11 aprile 2000, di specifico “Accordo di Programma” in materia ambientale da parte della Società venditrice, degli acquirenti e delle competenti Amministrazioni pubbliche, accordo che, all’atto dell’approvazione del piano di bonifica del sito industriale, dovrà contenere “gli impegni e i rispettivi limiti di responsabilità di ciascuno dei soggetti coinvolti. Colgo l’occasione per assicurarle che Enirisorse in liquidazione continua a essere impegnata a raggiungere in tempi brevi l’auspicata positiva conclusione del negoziato in atto, tenuto anche conto della scadenza al 31 agosto p.v. della CIGS (cassa integrazione guadagni straordinaria) dei lavoratori della Pertusola Sud in liquidazione.”
Ben quattordici giorni dopo, il 7 giugno, il capo di gabinetto del comune di Crotone Gaetano Puma scrive un comunicato stampa nel quale viene reso noto la relazione epistolare tra sindaco e amministratore delegato Eni. Intanto giorno 6 giugno, presso la sede della Prefettura di Crotone, si incontrano i rappresentanti della regione Calabria, della provincia e del comune di Crotone, i segretari provinciali di CGIL, CISL e UIL ed i componenti della RSU. La riunione è convocata da prefetto su richiesta straordinaria ed urgente delle tre sigle sindacali. Durante l’incontro, si prende atto della grave situazione creatasi dalla mancata conclusione dell’iter di privatizzazione con la firma del preliminare d’intesa sul progetto di cessione dell’azienda. A tal proposito, le parti convenute chiedono la convocazione urgentissima di una riunione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Comitato per il coordinamento per le iniziative sull’occupazione. Il tempo passa e la vertenza Pertusola sembra, a questo punto, aver preso una china quanto mai critica; a segnalarlo è, d’altronde, sia l’ormai incerto accordo tra Enirisorse e cordata Colombo, giunto alla quarta stesura, sia la scadenza della cassa integrazione di 246 lavoratori con le ipotesi prospettate da Enirisorse ai sindacati di apertura delle liste di mobilità.
Giugno: i sindacati scrivono al Presidente del Consilio dei Ministri e affilano i coltelli
Naturalmente, tutto ciò fa sì che il clima sociale diventi sempre più caldo e turbolento: infatti, una lettera scritta il 7 giugno dai tre segretari provinciali di CGIL, CISL e UIL al Presidente del Consiglio dei Ministri on. Giuliano Amato evidenzia tutto il turbamento e l’amarezza della trattativa Pertusola. In una sua parte troviamo scritto: “Adesso, però, è in gioco la credibilità e la onorabilità degli attori che in questi anni si sono generosamente spesi nella cosiddetta concertazione finalizzata alla programmazione ed alla realizzazione di un nuovo modello di sviluppo.
Un esempio su tutti, Signor Presidente: una delle nostre più importanti vertenze industriali, la Pertusola Sud, interessata da un’interminabile ed estenuante processo di privatizzazione, continua a subire una sorte di ingessatura: qualche volta di natura economica, qualche altra ambientale, qualche altra ancora normo-legislativa. E dobbiamo finalmente riconoscere che l’abilissima regia di Enirisorse ha saputo delineare un percorso che, allo stato attuale, si presenta probabilmente senza sbocchi, ma che alla fine riuscirà a tutelare i propri interessi, che sicuramente nulla hanno a che spartire con quelli delle popolazioni di questo territorio. La dice sufficientemente lunga la strategia dilatatoria di Enirisorse, in questa parte conclusiva della fase di privatizzazione, nei rapporti con il possibile acquirente. L’altissima posta in gioco avrebbe meritato diversi e più saggi comportamenti. Altro che privatizzazione, questi sono atti di responsabilità che finiranno per determinare gravissime tensioni sociali, perché la misura è colma e la pazienza, i cittadini, non sanno più dove prenderla. A questo punto, da parte nostra, non esiste più nessuna condizione di agibilità che possa convincerci a rimanere ad un tavolo del confronto che ha scientemente sperperato ogni possibile principio di credibilità.”
Inoltre, a rincarare la dose con ulteriori perplessità sul futuro della trattativa, qualche giorno dopo, è il segretario della CGIL Franco Mungari, che, in un intervista, così si esprimeva: “Se l’interesse di Enirisorse è privatizzare, siamo vicini, vicinissimi alla conclusione. Altrimenti, vuol dire che c’è qualcosa sotto, qualcosa che non sappiamo, né riusciamo a capire”.
19 giugno: è accordo tra Enirisorse e Cogefin!
Intanto, il 19 giugno si riuniscono a Roma, presso il comitato per il coordinamento delle iniziative per l’occupazione, l’on. Borghini, coordinatore del Comitato per l’occupazione, l’ing. Di Loreto, Presidenza del Consiglio dei Ministri, il dr. Civitate, Capo di Gabinetto del Ministero per gli Affari Regionali, i rappresentanti del Ministero dell’Ambiente, il dr. Donati, Ministero del Tesoro e P.E., la regione Calabria (assessore al bilancio dr. Bagarini e assessore all’ambente dr. Gallo), la provincia di Crotone, il prefetto di Crotone dr. Lalli, il comune di Crotone assessori Praticò e Leto, l’associazione industriali di Crotone, la società Pertusola (dr. Calogero), la COGEFIN (dr. Colombo), l’ENIRISORSE (dr. Fiorillo), il responsabile unico del Contratto d’Area di Crotone (dr. Talarico) e i rappresentanti di CGIL, CISL, UIL Nazionali, Regionali e territoriali ed infine le RSU.
Nell’incontro viene comunicato l’avvenuto accordo tra Enirisorse e Cogefin. Il progetto industriale prevede la produzione di zinco e leghe speciali con sistemi tecnologicamente nuovi e un’occupazione di 412 unità. Alla base dell’accordo troviamo le seguenti condizioni: “1) Precisazione dello strumento di aiuto all’azienda e delle risorse pubbliche nazionali e regionali; 2) Approvazione del progetto da parte UE; 3) Risoluzione positiva tramite accordo di Programma riguardo le problematiche ambientali esistenti all’interno ed all’esterno del sito industriale nonché individuazione autonoma della nuova discarica. La soluzione di questi tre punti è a carico prevalentemente delle amministrazioni pubbliche nazionali e locali che si impegnano secondo competenza ad attuarli nel più breve tempo possibile.” Nel verbale, inoltre, si riscontra altri tre punti fondamentali sui quali le parti convengono e sono: “1) Il 22 giugno 2000 avrà luogo presso la presidenza del Consiglio dei Ministri (PCM) un incontro per definire gli strumenti e le procedure di aiuto, per verificare le risorse già individuate di cui al verbale del 26 gennaio 2000 ove le risorse sono definite rinvenienti: a) dal contratto di programma già approvato con delibera CIPE del 20.11.1995; b) dal contratto di programma “Stoppani” approvato con delibera CIPE del 26 gennaio 1996; c) con parte delle risorse assegnate dalla Regione Calabria in base alla legge 488/92 per l’anno 2000. A tale incontro prenderanno parte il Ministero del Tesoro, la regione Calabria e la banca istitutrice. 2) Successivamente e sulla base di quanto definito al punto 1 l’acquirente di Pertusola invierà il progetto alla UE con il supporto della PCM, Ministero per le Politiche Comunitarie; 3) Sarà sottoscritto un Accordo di Programma per la messa in sicurezza e bonifica finalizzate alla continuità produttiva del sito. L’Accordo definirà tempi, risorse, responsabilità e soggetti e perciò avrà un carattere liberatorio per l’impegno delle parti una volta attuati gli interventi. Questo Accordo sarà predisposto entro il 31 luglio 2000; la prima riunione avrà luogo il 29 giugno 2000 presso il prefetto di Crotone e coinvolgerà i soggetti locali (Regione, Provincia, Comune). La bozza dell’Accordo di Programma sarà predisposta a cura della PCM Comitato occupazione di intesa con le altre Amministrazioni centrali e locali. L’acquirente di Pertusola chiede una discarica in autonomia gestionale per 2 milioni di mc. categoria 2B. Questa richiesta sarà valutata all’interno dell’Accordo di Programma”.
Verbale datato 29 giugno: si parla di discarica a mare!!
Giorno 29 giugno, presso la sede del commissario delegato per l’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, si riuniscono il prefetto di Crotone, rappresentanti l’ufficio del commissario ed il sub commissario, rappresentanti del comune di Crotone, dell’ASL di Crotone, della società Pertusola e della Provincia, oggetto dell’incontro è un’analisi idrogeologica, geologica e chimica dell’area interna allo stabilimento. Dai dati illustrati si evidenzia una situazione alquanto nociva e pericolosa tanto è che nel verbale troviamo scritto: “Si rileva una situazione di contaminazione generalizzata con zone d’inquinamento molto elevato legate alla mancanza di argilla che si presenta non compatta e assente in alcuni punti in cui la presenza di strati di tipo sabbioso e limosi accentuano la ritenzione di contaminanti. È stata rilevata una presenza di solfati e di Manganese in quantità più elevata nelle aree di maggiore attività industriale.” Infine la riunione si conclude prendendo in esame la discarica privata e la responsabilità patrimoniale ambientale. Per quanto riguarda la discarica si apprende che la realizzazione sarà a carico della nuova società Pertusola e sorgerà su un sito già individuato dal comune di Crotone. A proposito della responsabilità patrimoniale ambientale si evince dal verbale che: “la società Pertusola si obbliga all’esecuzione di tutti i lavori di demolizione, messa in sicurezza e bonifica previsti nel relativo progetto mentre Enirisorse acquisisce alla propria sfera giuridica la proprietà della discarica a mare.”
Occorre a questo punto ricordare che mentre in data 28 agosto viene firmato l’atto conclusivo con il quale il pacchetto azionario della Pertusola Sud viene ceduto alla società Zincocalabra che fa riferimento all’imprenditore Felice Colombo, il 31 agosto, dopo una riunione presso il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale tra Pertusola Sud, Enirisorse e le OO.SS., si concorda di prorogare la cassa integrazione per i 220 lavoratori per il periodo compreso tra 1 settembre e il 31 dicembre. Ad anticipare il trattamento di integrazione salariale previsto dalla legge è la società Pertusola. Il 7 settembre il segretario provinciale della CGIL Franco Mungari lancia a mezzo stampa attraverso un’intervista un grido d’allarme: “Mancano all’appello i 70 miliardi della Regione”. Inoltre Mungari nel raccontare tale questione dice: “ Se la regione Calabria non approverà subito la delibera per destinare i finanziamenti al progetto Zincocalabra, il progetto non potrà essere inviato alla Commissione dell’UE a cui spetta il compito di scrivere la parola fine all’iter di privatizzazione”. Siamo, così, giunti alla conclusione di questa vertenza che ha tenuto tante famiglie crotonesi appese ad una notizia o ad un evento, quasi mai arrivato, che potesse porre la parola fine ad un vero e proprio calvario.
Ne è conferma, per esempio, l’ennesima richiesta d’incontro scritta in data 4 settembre (qualche giorno prima del grido d’allarme lanciato dalla CGIL), dalle RSU a Enirisorse, Pertusola Sud e al dr. Felice Colombo della CO.GE.FIN.. In essa troviamo: “La presente per esprimere la nostra soddisfazione, per le notizie relative alla firma del contratto di cessione della società Pertusola Sud SpA alla Zinco Calabria, avvenuta il 28 agosto u.s., con le relative sospensive.
Nel contempo, con riferimento al verbale d’accordo sottoscritto il 19 giugno 2000 c/o la Task Force a Roma e alle nostre in oggetto, formuliamo ulteriore richiesta per l’effettuazione dell’incontro congiunto e ribadiamo l’importanza che l’effettuazione di tale incontro riveste per noi RSU che di continuo dobbiamo affrontare tutte le problematiche inerenti la privatizzazione ed in particolare quella legata alla gestione del personale. Precisiamo, inoltre, che nel corso della riunione intendiamo discutere dei seguenti argomenti: 1) Informativa sull’accordo tra le parti che prevede la cessione della Società alla Zincocalabra; 2) Iter procedurale per il completamento della privatizzazione; 3) Informazione sul progetto industriale dell’acquirente e discussione su come il nuovo acquirente intende gestire il periodo transitorio, dal momento in cui l’accordo diventa esecutivo, in particolare per quanto riguarda la gestione del personale.”
Settembre: l’ANSA e l’investimento CO.GE.FIN. da 500 miliardi!
Intanto, in un’ansa datata 12 settembre si rafforzano le notizie sull’investimento e sull’impegno della CO.GE.FIN.. In particolare in tale documento si afferma come tale società “è pronta a investire 500 miliardi di lire in due anni nella Pertusola, non appena l’UE darà il proprio via libera all’acquisizione. Metà della cifra comunque, ha detto Felice Colombo dovrebbe essere a carico dello Stato. L’intenzione di Zinco Calabra, la società usata come veicolo per l’operazione, cui partecipano anche Merloni Progetti, Finper, Forriere Valsabbia e la tedesca Bus, è di portare la capacità produttiva della fabbrica a 180.000 tonnellate di materiale annue, contro le 100.000 che ne uscivano al momento della chiusura. I dipendenti dovrebbero, invece, attestarsi a 400 unità, contro le 500 passate.”
Il 7 dicembre si incontrano, presso il Ministero del Lavoro, Enirisorse spa, Pertusola sud, le segreterie nazionali e territoriali di FIOM CGIL, FIM CISL, UILM UIL e si stabilisce la proroga della CIGS.
Ben tredici giorni dopo su invito del sottosegretario Raffaele Morese, supportato dal dr. Angelo Venturini e dall’ing. Di Loreto del Comitato di Coordinamento per le iniziative dell’occupazione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, si riuniscono a Roma il prefetto di Crotone, i rappresentanti di Pertusola Sud, di Enirisorse, le segreterie nazionali e territoriali di FIOM CGIL, FIM CISL, UILM UIL e le RSU.
Tale iniziativa è anche il risultato dello stato di agitazione portato avanti dai lavoratori in Cigs. A tal proposito, i rappresentanti di Pertusola Sud comunicano che “in occasione del passaggio del pacchetto azionario da Enirisorse in liquidazione a Zincocalabra, la Pertusola Sud erogherà a titolo di liberalità unilaterale un importo di £. 4.000.000 ai lavoratori interessati (cioè quelli in Cigs).” Ulteriori notizie sul personale le troviamo nella parte conclusiva del verbale d’accordo e cioè tra i comandi e gli esodi incentivati. In particolare, nel primo si prende atto che la Pertusola sud è disponibile ad esaminare la possibilità di comandare ad altre società del Gruppo ENI i propri dipendenti, mentre nel secondo caso la medesima società esaminerà entro il 31 gennaio 2001 le richieste dei lavoratori per agevolarne l’esodo, per un massimo di 20 lavoratori ai quali saranno erogate 30 mensilità.
Le agitazioni dei lavoratori e le speranze nel contratto d’area
Passano, così, i mesi, gli anni ma le condizioni sullo stato della forza lavoro e della fabbrica non mutano, anzi si affievoliscono sempre più le speranze di salvezza e di risoluzione della vertenza. Per tal motivo si rinnova di anno in anno il trattamento di mobilità agli ex dipendenti, cade nell’oblio il dr. Felice Colombo e la Zincocalabra, mentre la classe politica cerca nella programmazione negoziata e nel contratto d’area (la legge 662/96 all’art. 2 c.203 lo definisce come: “lo strumento operativo, concordato tra amministrazioni anche locali, rappresentanze di lavoratori e dei datori di lavoro, nonché eventuali altri soggetti interessati, per la realizzazione delle azioni finalizzate ad accelerare lo sviluppo e la creazione di una nuova occupazione in determinate aree..”) la possibile soluzione. A questo punto occorre ricordare che nel contratto d’area firmato a Crotone il 3 marzo 1998 erano previsti 14 interventi da realizzare (finanziati da Sovvenzione Globale ed 11 dalla 488/92, avendo come obiettivo il riavvio di un permanente sviluppo industriale mediante un programma fondato sul sostegno al mercato del lavoro (277 posti di lavoro), di rafforzamento del comparto infrastrutturale, di avvio della deindustrializzazione dell’area con nuove iniziative, con un investimento complessivo di 35,9385 miliardi di lire. Il 17 marzo è stato, inoltre, il primo protocollo aggiuntivo prevedendo la realizzazione di 48 iniziative, di cui 2 infrastrutturali, che condividendo gli obiettivi suddetti avrebbe dovuto contribuire all’occupazione nell’area con 1.644 nuovi occupati a regime, per un investimento complessivo di 583,164 miliardi di vecchie lire. Nel verbale d’intesa del 15 gennaio 2004 stilato, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, alla presenza del sottosegretario al Lavoro on. Pasquale Viespoli, del soggetto unico del Contratto d’Area di Crotone e presidente della Provincia Carmine Talarico, il segretario della CGIL Pasquale Appigliano, il segretario della CISL Antonio Venneri, per la CISL Nazionale Primo Antonimi e per la UIL Massimo Zappia si legge, infatti: “nel corso dei prossimi mesi, così come stabilito dalla strumentazione del contratto d’area, entreranno a regime 36 iniziative produttive che daranno occupazione anche agli ex dipendenti Pertusola-Sud; conseguentemente, la Regione organizzerà i corsi di formazione professionale, previsti per il 2003 e rinviati a causa del rallentamento del Contratto d’Area, al fine di qualificare manodopera idonea alle nuove iniziative industriali.” Infine, l’accordo si conclude segnando la seguente linea: “in previsione di detti posti di lavoro, al fine di non far disperdere manodopera qualificata e che sarà riqualificata appositamente in funzione delle nuove attività, è necessario: 1) prorogare l’indennità di mobilità, fino al 31.12.2004, per i lavoratori che l’anno usufruita fino al 31.12.2003 ai sensi dell’art. 41 della legge finanziaria 2003; 2) concedere una proroga della mobilità ordinaria, fino al 31.12.2004, ai lavoratori la cui mobilità scadrà nel corso dell’anno 2004”.
Unica salvezza l’amianto!!!
Detto ciò siamo, davvero, arrivati alla fine del nostro percorso. Siamo, infatti, approdati al 2005, anno in cui si parla di amianto come soluzione possibile per quella parte di ex-dipendenti che sono, ormai, prossimi all’età pensionabile (la legge 257/92 all’art. 13 la legge 273/93, il decreto legge 269/03 art. 47, il decreto interministeriale 17 dicembre 2004. La normativa, oltre ad ampliare i soggetti beneficiari (ad esempio i manutentori della Pertusola) del requisito a fini previdenziali, ha previsto che chi è stato esposto all’amianto per un periodo superiore a 10 ed è assicurato presso l’INAIL ha la possibilità di moltiplicare tale periodo lavorativo per il coefficiente 1,5 per fini pensionistici), mentre per altri si cerca un’allocazione presso le aziende addette ai lavori di bonifica del sito. Intanto, più volte gli ex-dipendenti manifestano durante l’anno davanti ai palazzi istituzionali cercando ancora una volta interlocutori e politici che possano trasmettere fiducia e serenità sul loro futuro.

------------------------------------------------------------------------------------------------- Pubblicato su La Provincia KR, settimanale di informazione e cultura, Anno XII dal n. 48 al n.52,
Anno XIII dal n. 01 al n.08.

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