Viaggio lungo la tratta ferrata Catanzaro lido -Sibari: alla scoperta dell’isola che non c’è
di Romano Pesavento
La strada che collega la stazione di Cutro con quella di San Leonardo è la stessa che conduce ad alcune realtà imprenditoriali, nate con il contratto d’area di Crotone. Noto che la maggior parte di tali attività (Krone, Piadina, Plastica) sono ormai chiuse ed abbandonate.
Su una di queste, la Crown Power Transmission, azienda nata nel 1998 per la produzione di ingranaggi, trovo anche i sigilli del tribunale.
Continuo a percorrere la strada è arrivo presso la stazione di San Leonardo di Cutro. L’edificio è a due piani: alcune serrande alle finestre sono semiaperte come a testimoniare la presenza di qualcuno. Naturalmente, sia le porte che le finestre a pianterreno sono blindate e con grate di ferro. Mi guardo intorno è scopro sul lato destro la presenza di un’antenna parabolica; mentre l’ingresso ha sulla sinistra un citofono in prefetto stato di conservazione.
Dalla pianta del piano terra si evince come erano composti gli ambienti: movimento e biglietteria (stanza 2), atrio (stanza 4), sala d’attesa (stanza 5), capo stazione titolare (stanza 3), sala batterie (stanza 8), centraline (stanza 7). Entro nella struttura attraverso l’ingresso laterale e alzando gli occhi trovo scritto sotto l’insegna la posizione dell’impianto: Km 260+057. La bacheca degli avvisi non presenta nessuna tabella oraria, quindi ricavo che nessun treno si ferma in questo impianto.
La pensilina mi appare in buono stato di conservazione anche se circondata da erba alta. Dalla planimetria si deduce che i quattro binari (due utilizzati per il transito dei treni, uno tronco adoperato per il deposito di macchine ed un altro recintato probabilmente impiegato come deposito temporaneo) hanno una lunghezza che varia tra i 482 m. e i 522 m.. A fianco alla stazione c’è una piccola costruzione con un’insegna (gabinetti) che indica i servizi igienici. Tale struttura presenta quattro porte, di queste solo una è aperta. Mi avvicino all’uscio e da una rapida osservazione constato che anche questa struttura ormai non è più utilizzata da molto tempo.
Di fronte agli ingressi di tali servizi, vi è una fontana ormai deteriorata e distrutta. Dopo aver scattato qualche foto salgo in aut
Lasciata la strada provinciale S.P. 42 e inseritomi sulla SS 106, arrivo all’incrocio per la stazione di Roccabernarda. I cartelli stradali mi indicano che Crotone dista da qui 30 Km; mentre Catanzaro è a 37 Km, Taranto a 253 Km e Reggio Calabria a 214 Km. Arrivato presso la struttura, noto che anche questa è in completo stato di abbandono: erba alta, grate alle porte e alle finestre a pianterreno, mentre a primo piano le finestre sono completamente senza infissi. Dalla pianta del piano terra si deducono gli ambienti: due centraline i.e. (locali 1 e 2), separate dall’edificio e con ingresso autonomo, movimento e biglietteria (stanza 3), atrio (stanza 4), sala d’attesa (stanza 5), magazzino merci (stanza 6), separato anch’esso dagli altri ambienti e con ingresso autonomo. L’impianto non ha binari aggiuntivi oltre a quello di corsa dei treni.
Entro nella stazione e constato come i muri dell’impianto presentano murales e molti segni. Vi è, inoltre, un filo elettrico, molto pericoloso, che giace a mezz’altezza a fianco

Arrivato presso la stazione, localizzata dentro il centro urbano, percepisco subito che, malgrado le porte e le finestre a pianterreno hanno le grate, nell’edificio ci sta qualcuno. Inoltre, è appena arrivato un treno, il Catanzaro lido Torino, e la gente, una ventina di persone, è in attesa di salire.
Mi reco verso il marciapiede del binario 1 e comincio ad osservare lo stato in cui versa l’impianto. Nonostante, l’abbandono di Trenitalia, la struttura esternamente appare in un buon stato di conservazione.
Dalla pianta del piano terra dell’edificio principale si prende atto che gli spazi

Pubblicato su La Provincia KR, settimanale di informazione e cultura, Anno XIII n. 22 del 03/06/2006
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