martedì 7 aprile 2009

Viaggio lungo la tratta ferrata Catanzaro lido - Sibari 3

In questa terza parte: le stazioni di Cropani e Sellia Marina

Viaggio lungo la tratta ferrata Catanzaro lido -Sibari: alla scoperta dell’isola che non c’è


di Romano Pesavento


La stazione di Cropani, così come quella di Botricello, è localizzata nel centro urbano a poche centinaia di metri dalla SS 106. Giunto in prossimità dell’ingresso, mi accorgo, da un gran numero di panni stesi e dalle finestre semiaperte intatte e con zanzariere, che l’edificio è abitato da qualcuno. A piano terra, invece, sia le finestre che le porte sono blindate da grate di ferro. Noto a fianco del vecchio ingresso principale una cabina telefonica della Telecom, una cassetta per la posta ed un citofono in buon stato di conservazione. L’attuale ingresso è situato sulla destra dell’edificio ed è indicato da una insegna metà blu e metà bianca.
Dalla pianta del piano terra dell’edificio si possono definire gli ambienti: due magazzini merci (locale 1 e 2), una sala d’attesa (locale 3), l’atrio (locale 4), la stanza del capo stazione titolare (loc. 5), l’ex biglietteria (loc. 6), l’alloggio del deviatore (loc. 7), la lampisteria (loc. 8).
Entro nell’impianto ed osservo su alcuni muri la presenza di murales colorati e scritte che ne coprono per estensione l’intera superficie, anche la pensilina ne è piena. La stazione è composta da due binari, utilizzati per i treni passeggeri e merci con una lunghezza pari a 481 metri, ed uno tronco. Scarsi sono i servizi per la clientela interni all’impianto. Inesistenti sono i servizi igienici, mentre risulta guasta l’obliteratrice. Esiste una bacheca in ottimo stato, nella quale è affisso la tabella oraria degli arrivi e delle partenze dei treni. Per quanto riguarda, invece, la striscia gialla sui marciapiedi dei binari è ben visibile. In prossimità della pensilina, c’è un altro piccolo edificio con due porte chiuse. Nelle vicinanze, inoltre, giacciono morti uno sull’altro, disegnando una x, due serpenti molto grossi, a fianco ai due rettili vi è molto sangue. Arriva della gente, dopo un po’ comincia a suonare una campanella ed un altoparlante annuncia il diretto per Catanzaro lido, faccio qualche altra fotografia e mi metto in viaggio verso la prossima tappa: Sellia Marina. Arrivato presso la stazione, mi trovo di fronte una costruzione molto deteriorata, piano terra blindato con le solite grate, primo piano con le serrande delle finestre completamente abbassate e piene di vistosi fori, come a dichiarare l’agghiacciante abbandono in cui l’intera struttura si trova ormai da molto tempo. A fianco alla porta d’entrata della stazione, c’è una cassetta con un contatore sigillato dell’ENEL, si riesce a vederne sia il numero di serie n. 205814, sia i Kwh consumati 39.714. L’ingresso è situato sul lato sinistro dell’edificio, vicino ci sono due cassonetti della spazzatura ed una montagna di rifiuti sparsi un po’ ovunque. Tutto ciò ci conferma come nemmeno gli operatori ecologici sono molto abituali passare da questa zona. Pure qui i muri sono ricoperti da murales, gli unici elementi che ravvivano l’ambiente, e sul piazzale è presente erba alta. Non vi sono altri binari oltre quello di corsa. La striscia gialla sul marciapiede è poco visibile, le lampade ed i relativi neon per l’illuminazione notturna dell’impianto sono totalmente rotti, probabilmente presi a pietrate durante le ore notturne, nessun cartello o avviso inerente la dismissione o la sicurezza dell’impianto è esposto nella struttura, la bacheca è distrutta, perfino le campanelle e gli altoparlanti per l’avviso dei treni appaiono guasti ed inefficienti. Dalla pianta del piano terra si evince che una volta nella stazione erano presenti i seguenti servizi/locali: magazzino merci (loc. 2), atrio (loc. 3), capo stazione telegrafo e biglietteria, lampisteria (loc. 5), sala d’attesa (loc. 6). Nella piccola villetta, a fianco all’edificio, dove un tempo i passeggeri aspettavano i treni, sono cresciute piante ed erbacce che ostacolano l’ingresso, davanti la sua entrata una fontana completamente distrutta. Noto, ancora, la presenza di una piccola costruzione con porte e finestre blindate con grate di ferro ed un cartello appeso a fianco della porta d’ingresso con su scritto: sostanze corrosive, vietato fumare e usare fiamme libere. Nelle vicinanze c’è anche una pensilina, tutta coperta da disegni.
Mi reco, adesso, nel fabbricato alla sinistra della stazione dove una volta c’erano i servizi igienici. La struttura è fatiscente, priva di porte e finestre, sul lato antistante la stazione ci sono due accessi. I muri del primo, fatti con mattonelle bianche, sono piene di segni colorati e murales. È ancora presente anche se sporco e distrutto il water e il relativo sciacquone, come a testimoniare che una volta quei servizi erano adibiti per il sesso femminile. La seconda entrata è una stanza vuota, sporca con crepature sui muri, una finestra senza più gli infissi. Dal lato opposto, coperto da alte erbacce, vi è un altro imbocco. Al suo interno un orinatoio a muro ed una vecchia poltrona posta davanti ad una porta, mi trasmettono l’idea che li c’erano si servizi igieni maschili. Nello spazio di fronte la struttura dove una volta c’era lo scalo merci, oggi è rimato un binario tronco coperto anche questo dall’erbaccia e un piazzale chiuso da un cancello arrugginito. Dopo aver fatto un ulteriore giro di ricognizione, mi avventuro verso la mia prossima tappa: Simeri-Crichi.
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Pubblicato su La Provincia KR, settimanale di informazione e cultura, Anno XIII n. 23 del 10/06/2006

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