di Romano Pesavento
Le infrastrutture e le strutture logistiche sono oggi elementi fondamentali di sviluppo e integrazione dei sistemi produttivi locali, dei distretti industriali, tecnologici e di servizi, dei poli turistici e consentono alle imprese il perseguimento di strategie e obiettivi comuni. Un territorio ben infrastrutturato è più attraente anche per gli insediamenti logistici. Naturalmente, un ruolo importante rivestono i porti. Nonostante, la regione Calabria sia circondata dal mare, raramente, si è occupata del benessere dei suo approdi e delle attività economiche connesse. Tutto ciò a portato l’economia portuale ad avere trend economici molto altalenanti. Il porto di Crotone ha, quindi, risentito drasticamente degli effetti boomerang di tali politiche. Ultimamente, il piano di caratterizzazione presentato dall’A.R.P.A.Cal. ha segnalato la presenza in ben 43 punti di campionamento di sostanze altamente nocive ed inquinanti sui fondali portuali crotonese. Le principali sostanze trovate sono: zinco, piombo, cadmio, mercurio, arsenico. Come si può facilmente immaginare, tali veleni sono strettamente legati alla presenza in età passata degli stabilimenti chimici-metallurgici e alla scarsa sorveglianza degli enti preposti sugli scarichi industriali. D’altronde, oggi, non scopriamo certo l’acqua calda! Infatti, basta andare indietro negli anni e giungere al 29 giugno 2000 per rilevare che, in una riunione tenutasi presso la sede del
Fonte: A.R.P.A.Cal. (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria) Dipartimento provinciale di Cosenza
Nessuno fino ad oggi ha affrontato seriamente tale problema. Le sostanze velenose con le correnti marittime si stanno propagando e il benessere marino si sta piano piano modificando. In cosa non si sa. Appaiono all’orizzonte delle strane bolle, certamente, non dovute alla presenza di pesci ma di qualche probabile agente chimico. Alcuni scienziati di “fama internazionale” hanno attribuito la causa di tale fenomeno ai recenti movimenti tellurici che hanno interessato la nostra costa. Alla luce dei dati in nostro possesso e resi pubblici durante l’anno in corso, c’è comunque poco da stare allegri (vedi tab.1). Anche perché di recente abbiamo constatato la presenza di bolle anche nella zona portuale.
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