sabato 21 febbraio 2015

Acquario di Genova

Alla scoperta del mondo sommerso dell'Acquario di Genova



Romano Pesavento



Entrare nell’acquario di Genova è un po’ come scoprire i segreti degli abissi marini: i ritmi, le luci, gli abitanti, i fondali. Con i suoi 15.000 esemplari, 400 specie diverse di animali e 200 vegetali, ed una superficie totale che supera i 10.000 mq è tra le strutture più grandi d’Europa e la nona nel mondo. L’habitat di Nemo e dei suoi amici è riprodotto alla perfezione, in ogni piccolo particolare. Il percorso dura circa due ore e mezza. Qui è normale passare, curiosando, vasca dopo vasca, dai freddi e bui ambienti degli oceani, alle variopinte e calde atmosfere dei mari equatoriali. Ad osservare attentamente quei micro e macro mondi, ci si ritrova al cospetto di immagini in cui la vita (Natura), nelle sue tante sfaccettature, sembra danzare magicamente sulle note armoniose di un’orchestra filarmonica.

Fortunatamente, in simili luoghi, non esiste il dramma dell’inquinamento ambientale; i vetri degli acquari riflettono le limpide e pure tonalità di azzurro delle acque marine. Ad accogliere i turisti all’ingresso appaiono alcuni esemplari di scorpaena scrofa linnaeus, meglio conosciuti come scorfano rosso e di muraena helena linnaeus, la murena classica. E mentre i primi sono adagiati a schiacciare un pisolino ,la seconda, con la sua facciona  incuriosita, sembra osservarci. In un acquario dalle luci soft e bluastre si possono ammirare nella loro eleganza marina i piccoli e paffutelli hippocampus, o cavallucci marini, che, nuotando in posizione eretta, si mimetizzano tra gli anemoni.     
Senz’altro tra le attrazioni più gettonate dai bambini presenti vi è l’enorme vasca in cui, insieme ad altri pesci, girano, scivolando nell’acqua, gli spaventosi squali. Certo, molto del loro successo è dovuto, come sappiamo, alla tanta “simpatia” con la quale molti film hanno descritto le gesta di questi predatori.
La principale novità è costituita dalla piscina dove nuotano allegramente una piccola delfina con la sua mamma, chiamata Naù. Il personale ci indirizza al luogo da cui è possibile guardarli da vicino. Il cucciolo è nato nella notte tra il 31 agosto e il 1 settembre ed già diventata la piccola mascotte del centro. Le scene  che appaiono davanti gli occhi degli spettatori sono davvero uniche ed affascinanti: il piccolo cetaceo e sua madre nuotano velocemente vicine, manifestando la loro felicità di vivere e delineando traiettorie straordinarie. Nella vasca accanto, un gruppo di delfini gioca con piccoli palloni, per la gioia di tutti gli astanti. Qualche nota  curiosa sul padiglione dei cetacei: l’intera costruzione, inaugurata il 27 luglio del 2013, è stata ideata dal famoso architetto Renzo Piano e ha una dimensione pari a 94 metri di lunghezza, 28 di larghezza e 23 di altezza (è alta quanto un palazzo di sette piani); è, inoltre, composta da quattro vasche ed è arrivata via mare.
Mentre i Lamantini, soprannominati “mucca di mare” per le dimensioni o sirene, con il loro aspetto corpulento, mangiano impacciatamente le loro foglie di lattuga, un gruppo di piranha con il ventre rosso, in un altro ambiente, scruta con occhioni sgranati e realisticamente “interessati” i visitatori; che sia già ora di merenda e siano in attesa della “pappa”?

Tanta simpatia suscitano anche i pinguini, sarà per la famosa serie cartoon “I pinguini di Magadascar”. Alcuni di loro si divertono a portare con il loro appuntito becco verso la superficie un giocattolo, una specie di manico. Anche le foche, con il loro buffo incedere sulla terra ferma, attirano l’attenzione; si muovono agilmente nell’acqua, volteggiando e rincorrendosi armoniosamente.

Alle vasche tattili giovani e meno giovani accarezzano le razze e i trigoni. L’incontro tra l’uomo e il mare, millenaria simbiosi, trova qui una sua declinazione originale e appassionante; il rispetto e l’educazione per l’ambiente nascono dalle esperienze pratiche, come un percorso guidato del genere, e dalla voglia d’imparare a comprendere i pregi dell’alterità anche quando appartengono a specie diverse. Se iniziamo da bambini, è meglio ancora. 


Pubblicato su giornale online la Provincia Kr

Mostra Fidia Palla al museo Barsanti a Pietrasanta

Quel timido tratto di pennello di Fidia Palla


Romano Pesavento



L'emozionante visione delle opere di Fidia Palla a Pietrasanta ci conduce per mano in una realtà popolata da persone umili e semplici ma vere. All'ingresso la frase "...E tutto passa, attraverso il tempo e lo spazio invariabilmente.." ci ricorda la fugacità della vita. I colori dei suoi disegni penetrano l'armonia della vita. 
Nel registro dell'Ospedale Psichiatrico di Maggiano si trova riportata la patologia di cui soffriva l'artista: Sindrome paranoide (orientato, tranquillo, ordinato). Ha concezione tutte sue tutte particolari, relative sia alla sua vita, sia alla sua vita sociale. Ha spunti deliranti di persecuzione. 

Per molti la normalità vive nella anormalità; ma è poi proprio anormalità?







Carnevale di Viareggio 2

Sfila il Carnevale di Viareggio tra satira, global warming, fame nel mondo e politica 



Romano Pesavento


Rullo di tamburi, coriandoli sfarfallanti in aria, maschere bizzarre e fantasiose sul volto di giovani e adulti, balconi addobbati con strisce cartacee dai mille colori e con alle ringhiere appese giganti immagini plastificate di Burlamacco e Ondina: è, finalmente, arrivato Carnevale. Tra scherzi, canti, risate la città di Viareggio rivive una delle feste carnevalesche più storiche d’Italia. È, certamente, un modo divertente per evadere dalla realtà e tuffarsi nel meraviglioso mondo della fantasia. Per fortuna, anche se inverno, il sole splende e riscalda con i suoi raggi l’atmosfera fresca e frizzantina. Sono le tre del pomeriggio e si sentono rimbombare da lontano i tre colpi di cannone che ufficialmente danno il via alla sfilata dei carri allegorici e la bandiera, sigillo reale della manifestazione, viene issata su per il palo posto in posizione centrale.

Più ci si avvicina al lungomare, più l’ambiente si vivacizza. Tanta gente in coda alla biglietteria per il ticket d’accesso. C’è anche chi protesta: sono le mamme dei bambini non residenti nel comune che da quest’anno devono pagare il biglietto anche ai loro pargoletti. Le auto blu delle autorità transitano indisturbate dai cancelli secondari. Una volta oltrepassata la barriera d’ingresso la gioiosa folla dilaga e invade ogni centimetro quadrato disponibile.
Incantevole, stupendo, magnifico, sbalorditivo sono le normali esclamazioni che risuonano nella mente di chi si trova improvvisamente ad osservare da vicino i giganteschi, imponenti carri con le loro fantasmagoriche costruzioni di cartapesta e dalle originali scenografie sviluppate, a volte, fino a 20 metri d’altezza. Per stupire occorre dar vita ad una miscela eccezionale fatta di satira, genialità e innovazione ed è proprio questo intreccio di contenuti che si evidenzia nella realizzazione di questa manifestazione.
Quali i bersagli della graffiante ironia? Certamente, i potenti della terra ed il nostro presidente del Consiglio, Renzi. I dieci carri lentamente si muovono lungo il viale. Tra questi ne vogliamo segnalare tre.
Strabiliante il carro di Gilbert & Corine: Il grande freddo. Qui tre colossi di cartapesta con le fattezze di Barak Obama, Xi Jimping e Vladimir Putin si scaldano davanti al globo terrestre che sta bruciando. Sia volti che i movimenti dei personaggi sono ben curati e somiglianti alla realtà. Importante è anche il significato del messaggio che gli autori hanno voluto indicare attraverso la loro progettazione: global warming, fame nel mondo e inquinamento.
Irriverente e incisiva la coreografia del carro intitolato: “Mutti la grande madre” dei fratelli Cinquini. Un’obesa Merkel partorisce piccoli bebè con il volto di Renzi; mentre tanti figuranti vestiti da beffardi spermatozoi ballano intorno alla struttura. Al terzo posto sicuramente si posiziona il carro “Oro bianco” dei Fratelli Bonetti. Un enorme e spettacolare elefante si muove tra la folla ammirata ed esterrefatta. Le grandi orecchie in tela si spostano sofficemente conferendo un tono ancor più maestoso all’animale. Il pachiderma sfiora la perfezione. Curiosa e singolare l’idea di dipingere il corpo con macchie colorate e le zampe, invece, con le striature tipiche delle zebre. Sul tronco vengono raffigurate due mani che si intrecciano e un fucile che sta per far fuoco; tutto ciò serve a nostro avviso a sensibilizzare la platea di fronte allo stermino di alcune specie protette.

Giunta la sera pirotecnici fuochi d’artificio allietano la conclusione della giornata. La gente esausta, ma felice, guarda con il naso all’insù il susseguirsi inesauribile di colori, sfumature e disegni nel cielo buio.



Pubblicato su giornale online la Provincia Kr

Carnevale di Viareggio

Che la festa abbia inizio!!!



Romano Pesavento

L’avvio del carnevale viareggino, per quanto travagliato, è ormai alle porte. Tutto è pronto, o quasi,  nel mondo delle meraviglie e della baldoria. Le polemiche degli ultimi giorni sul  mancato completamento dei carri metteva in forse il normale svolgimento della sfilata.  Invece, a dispetto  delle fosche previsioni, anche le feste rionali, luoghi di sfrenatezza, colore e allegria adolescenziale sembrano essere ormai salve. Le transenne sul lungomare, il palco, i negozi con l’immagine di Burlamacco e il fervore operoso che si percepisce nell’aria sono lì a testimoniare che, ancora una volta, risuoneranno gli irriverenti e maestosi colpi di cannone, il vero, solenne, “imprimatur” della  liturgia più  laica e festosa che esista. Anche i turisti stanno arrivando in città per il grande esordio. Tanta curiosità aleggia nell’aria. 

Alla cittadella del Carnevale intanto si lavora alacremente. I temi dell’ evento sono, come al solito, di pungente attualità: la politica italiana o estera; i fenomeni socio-culturali del nostro tempo; vizi e virtù del Bel Paese. Molto “citati” Renzi , la cancelliera tedesca Merkel e papa Francesco. I maestri dei carri hanno declinato il rottamatore in tutte le versioni possibili e immaginabili: Pinocchio, robot allo sfascio e implacabile presenzialista tv. Non potrà aversene a male il presidente del Consiglio: da buon toscano dovrebbe conoscere e apprezzare lo spiritaccio” dei suoi conterranei; inoltre se la notorietà di un personaggio si misura anche dalle attenzioni della satira, ebbene,  la fama è garantita.

I colori sgargianti, i dettagli assai rifiniti e realistici,  i  perfetti meccanismi dei movimenti rendono i carri un capolavoro d’ingegneria e “coloritura” artistica: un tuffo nella sana “licenza” e nello sberleffo. Nello spirito più puro di Burlamacco, celebre icona del Carnevale viareggino inventata da Umberto Bonetti nel 1930, insieme alla sua “compagna”, Ondina, entrambi dai segni grafici prettamente futuristi, si svolgeranno per tutto il periodo di Carnevale non solo le sfilate dei carri allegorici, ma anche diverse “performance” di forte impatto visivo. Che la festa abbia inizio: “semel in anno licet insanire!”


Pubblicato su giornale online la Provincia Kr