lunedì 13 ottobre 2014

Passeggiata a Bologna

Caro Diario 26





Romano Pesavento


Mi aspetta un pomeriggio bolognese in compagnia di un caro ex compagno di liceo, Massimo. Quando penso a lui, mi ricordo le giornate passate in biblioteca a discutere di tutto: politica, ragazze, libri, sogni e ambizioni. 
Sicuramente, lui era il più talentuoso di tutti noi; un tipo fuori dal comune: una mente veramente acuta. Ne sono prova i suoi studi conclusi brillantemente alla Normale di Pisa.
La recessione economica gli ha tolto tutto. Prima il suo ruolo di assistente all’Università, perché i contratti non sono stati riconfermati per lui e per tanta altra gente in gamba.
Non si è perso d’animo e con il suo curriculum, lui figlio d’operaio, ha lavorato in Inghilterra e Usa in qualità di docente presso importanti campus.
La crisi è arrivata anche lì e se sei  privo di “pedigree”, morde prima. Per sopravvivere, dal momento che non si può proprio definire  uno smorfiosetto choosy, si è industriato: ha lavorato, sottopagato, in un call center, lui che chiosava Dante e Torquato Tasso, vendendo prosciutti e insaccati via telefono.
Qualche anno fa ha deciso di sposarsi.
 La compagna è ricercatrice in Gran Bretagna, uno dei tanti cervelli in fuga dall’Italia. 
Antonello ha partecipato al Concorsone nella scuola del 2012, vincendolo. Insegna materie umanistiche in una scuola media nel modenese, ma sono certo che non si arrenderà  e continuerà ad esprimere la sua cultura e il suo ingegno formando, scrivendo e ricercando.
Niente da obiettare sui prosciutti, che sono anche buoni, ma come sarebbe bello, se li vendessero i rampolli di quelli che definiscono choosy, schizzinosi, i non raccomandati, i quali insensatamente  pretendono di essere impiegati in ruoli calibrati secondo il proprio profilo professionale e non  sognano di diventare “carne da cannone”.
Discorrendo attraversiamo via Indipendenza. Tra le tante cose apprendo della malattia del padre. Il solito tumore che ormai da troppo tempo colpisce senza pietà gli abitanti della città pitagorica.  
Penso ai tanti studi scientifici, conseguenza di rilevazioni e prelievi a campione, che hanno constatato e dimostrato  l’agghiacciante situazione ambientale in cui si trova il territorio crotonese.
Cromo, arsenico, berillio, cadmio, cobalto, mercurio, piombo, nichel, rame disseminati un po’ ovunque.
Parchi in autocombustione: effetto paranormale dei residui tossici seppelliti e nascosti nel sottosuolo. Scuole nocive, emblema di una feroce crudeltà. Tumori irradiati come funghetti tossici nei più diversi strati sociali diffondono morte e disperazione.
Il “lato oscuro” avvolge la vita quotidiana. E intanto la politica sorniona rimane impassibile dietro a montagne di carte, promesse, interviste e riunioni inutili.
Tutto è inquinato: l’acqua, l’aria, il cibo. Attraverso la lettura dei dati si può scoprire la portata spaventosa della catastrofe in atto.
Qualche istante alla Feltrinelli e alla Ricordi a curiosare tra le nuove uscite e poi ci dirigiamo alla mostra presso Palazzo D’Accursio per ammirare i notturni veneziani di Mario de Maria e la sala Farnese. 

Ci salutiamo dopo aver trascorso le ultime ore al museo civico, tra la meravigliosa collezione egiziana e la colorata esposizione "Il piedistallo vuoto - Fantasmi dall'Est Europa". 

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