Caro Diario 13
Romano Pesavento
Domenica, mi alzo tardi. Bevo il mio te mattutino e
con comodo mi vesto. La giornata è rigida. Nonostante le apocalittiche
previsioni dei colleghi la neve non è arrivata.
Sarà la prevalenza delle
correnti atlantiche che mitiga le asperità dell’inverno. Indosso i miei
scarponi ed esco per andare in centro.
L’asfalto ha una patina di ghiaccio:
spero di non rompermi l’osso del collo. Avanzo incerto e barcollante come un
gibbone ubriaco.
Dopo una giornata interminabile di letture e vuoto. La sera
sento il campanello della porta suonare. È Paolo. Molto simpaticamente mi
invita a fare un giro notturno. Arriviamo fino al famoso Passo della Raticosa, 968 m s.l.m..
L’ambiente è spettrale, l’aria frizzantina; fa freddo. Da qui si scorge una vista suggestiva, anche storicamente rilevante: da questa strada transitarono papi, assi dell’automobilismo, ciclisti, motociclisti, eroi di guerra. Costituiva il collegamento naturale tra Bologna e Firenze.
L’ambiente è spettrale, l’aria frizzantina; fa freddo. Da qui si scorge una vista suggestiva, anche storicamente rilevante: da questa strada transitarono papi, assi dell’automobilismo, ciclisti, motociclisti, eroi di guerra. Costituiva il collegamento naturale tra Bologna e Firenze.
Oggi anche io passo da qui, in
questa notte luminosa.
Lungo la strada del ritorno discorriamo di tanti ricordi. L’infanzia del mio caro amico è ricca di momenti emozionanti: la guerra, il paese Pisticci in Basilicata, il focolare luogo d’incontro di generazioni nelle serate fredde, l’infanzia di giochi semplici e responsabilità precoci.
Ci fermiamo l’auto in una stradina, da qui lo sguardo s’inoltra chiaro nella vallata pulsante di scintillio: l’ingresso della pianura Padana è di fronte a me.
Il firmamento concavo al “led” sembra riflettersi nelle piccole
luci degli agglomerati urbani; cielo e terra non sono mai stati così vicini. Saluto
Paolo con l’intento di visitare un altro pezzo della memoria storica
collettiva: il cimitero militare tedesco della seconda guerra mondiale del
Passo della Futa.
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