venerdì 17 ottobre 2014

La Carovana per il Sud

Romano Pesavento
Caro Diario 40



Romano Pesavento


16 aprile. Il pullman per Crotone parte alle 21. Passeggio lungo la via barberia a Bologna; mi appare sulla sinistra la Basilica di San Paolo Maggiore; entro la porta è aperta; ci sono solo due ragazze. Il loro accento spagnolo fa eco tra le mura. 
Qualche passo più in là, nella traversa di via de Marchi, si eleva, maestosa, la Basilica di San Francesco. 

Nei pressi dell'abside della chiesa tre monumenti funebri dei glossatori regalano un'immagine molto suggestiva. 
Arrivo alle 19 in autostazione. C’è molta gente che aspetta e nel piazzale si accumulano, minuto dopo minuto, enormi valigie. Sono i migranti che tornano a casa per le festività pasquali. Viaggiare di notte per molti è un vero sacrificio. 
Non è retorica tanti, troppi, si ritrovano in uno stato di perenne sradicamento: la testa e il portafoglio al Nord e il cuore al Sud. Quando torni hai accumulato un gran desiderio di riappropriarti dei tuoi luoghi e dei tuoi legami; dopo un po’ focalizzi tutto quello che non va nella tua terra. 
Sali nelle grandi città settentrionali, carico di livore e di amarezza; in seguito ti concentri sulle possibilità che a casa tua non avrai mai. 
Non stai bene da nessuna parte, ma ti senti “trapiantabile” ovunque. C’è un po’ di schizofrenia in tutto questo. Mi appoggio al finestrino e sorrido sentendo che qualcuno si lamenta in modo colorito, come avviene dalle nostre parti. In attesa che giungano le 21, comincio a leggere un quotidiano, tra qualche minuto si parte.    

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