Pagine di diario 6
Romano Pesavento
Dopo una breve sosta nella città pitagorica, ritorno
il 25 novembre in territorio emiliano. Incontro Paolo che mi racconta le ultime
novità meteorologiche: tutti sono in attesa delle grandi nevicate. La
temperatura scende, e io decido di ritornare in Toscana.
Ma alla stazione ferroviaria un trepido istinto
migratorio mi porta a pensare di passare la mattinata in una città d’arte non
tanto lontana: Ferrara. La voglia di entrare e passeggiare tra le stanze
del castello in cui la figura quasi leggendaria
di Lucrezia Borgia ordiva le sue trame, lontana dalla capitale è davvero tanta.
E’ una giornata tiepida, non ci sono nuvole in cielo e l’attraversare le tante
viuzze del centro storico mi restituisce intatte le atmosfere medievali. In una
posizione strategicamente centrale, mi appare la statua del Savonarola, la cui
postura declamatoria e minacciosa sembra ammonire chiunque passi: memento mori.
Bar e negozi accolgono i passanti lungo la Loggia Camerini e la Via coperta. Entro nella Cattedrale
di San Giorgio in cui riposa papa Urbano III, zio di quel Celestino che fu
famoso per essere stato alla guida del papato per soli 17 giorni. Il tempio è uno
meraviglioso scrigno che contiene le opere di alcuni tra i più importanti
maestri d’arte: Nicolò Baroncelli, Domenico di Paris, il Guercino, il Garofalo
il Francia e il Bastianino.
Ho ancora qualche minuto e non posso andar via dalla
città estense senza una visitina al Palazzo Diamante, sede della Pinacoteca Nazionale.
Gli addetti dopo una brevissima illustrazione dell’itinerario continuano a
chiacchierare fra di loro; nessuna presenza umana, tranne la mia, si nota nei
corridoi e negli ambienti, nemmeno lì, dove è stata allestita una “vetrina” su Garofalo,
Dosso e Battista Dossi. Prima di andar via, noto che è stata approntata una
mostra monografica su Francisco de Zurbarán, il Caravaggio spagnolo. C’è molta
gente qui invece e le opere presenti non disattendono le mie aspettative. San
Serapio, San Francesco, San Gregorio, Fra’ Jerònimo Perez hanno lasciato nel
mio animo una traccia indelebile. I chiaroscuri intensamente contrastati
esprimono al meglio il dramma di ogni dualismo connesso all’esistenza umana: misericordia
/ crudeltà; vita / morte; peccato / salvezza; Adesso posso riprendere il mio cammino.
Mi fermo qualche istante a Firenze. È ormai tardo
pomeriggio una breve sosta a Palazzo Vecchio. Ammiro la fontana azzurra del
Nettuno illuminata e le luci natalizie lungo i viali. Alle 21 eccomi a Lucca.
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