domenica 12 ottobre 2014

Sulle orme di Teodorico a Ravenna

Caro Diario 12



Romano Pesavento


Il 13 dicembre alle 05 del mattino quando è ancora buio e il tuo fiato si addensa in piccoli globuli fumosi, prendo il bus per recarmi a Ravenna.       

C’è un sole caldo che mi accoglie nella città di Teodorico. L’eleganza, la raffinatezza e la perfezione sono doti che albergano nel patrimonio genetico di questo luogo. 
A qualche passo dalla stazione c’è il battistero degli Ariani, edificato sul finire del V secolo, quando il re ostrogoto presenziava il territorio e la religione di stato era l’arianesimo. 

È l’unico dei monumenti a ingresso libero. 
Una volta entrato, basta alzare gli occhi e lasciarsi trasportare dalla magia irradiata dalle composizioni di quei minuscoli tasselli e dalla precisione con cui i maestri dell’epoca hanno rappresentato le sacre figure. In fretta continuo il mio percorso culturale, nulla sfugge alla mia vista. L’idea che nella mia mente si  affaccia ogni qualvolta i miei piedi varcano un nuovo ingresso è sempre la stessa: malgrado i tanti secoli passati, quelle opere stanno ancora lì a testimoniare la grandezza di un regno, di un popolo. Penso a quello che sta accadendo nella mia città. 
Mostri di cemento armato spuntano come funghi nel cuore urbano, senza criterio e senza grazia alcuna, annientando ogni parentesi di verde. Se i posteri dovessero giudicare la civiltà della nostra gente da simili strutture architettoniche, ci condannerebbero in modo inesorabile. 
L’unica via di scampo è la non remota possibilità che nulla di questo obbrobrio rimarrà in piedi tra vent’anni, considerando l’onestà, la professionalità di molte imprese edili locali. 
Meglio pensare ad altro. È abbagliante l’emozione che l’ingresso al Mausoleo di Galla Placida mi procura.
La luce fievole di alcune lampade nel buio di una stanza mettono in risalto i tanti mosaici che riflettono il blu di un cielo stellato, puro, terso, come certe notti, limpide, africane, di cui conservo il ricordo nitido. 
Le associazioni mentali sono curiose: da Ravenna ti ritrovi sotto il cielo del Marocco,nel deserto del Sahara.    

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