domenica 12 ottobre 2014

Lucca Comics and Games 2013

Pagine di diario 3



Romano Pesavento



Arriva il 31 di ottobre, data fatidica per gli amanti dei fumetti e del brivido. In Toscana si celebra il Lucca Comics and Games, famoso evento che scatena la bizzarria e la creatività di grandi e di piccoli. Finita la mia giornata scolastica, prendo il pullman e parto. I treni sono stracolmi di figure incredibili: seduto al mio fianco c’è Tex Willer, mentre Dracula addenta un panino al formaggio; laggiù, invece, la banda bassotti intrattiene i suoi rapporti di lavoro su Facebook. Truppe di   manga viventi salgono e scendono dalle fermate che si susseguono da Prato. Tutti i Peter Pan del pianeta si danno appuntamento qui: il gioco, l’esibizionismo, il desiderio di evasione da una realtà spesso insoddisfacente spingono torme di “pazzi” a impersonare i più disparati personaggi.  
La città si adegua; le vetrine dei negozi sono a tema: non è strano incontrare fruttivendoli che girano con le biciclette vestiti da puffetti blu. Un enorme martello di Thor sembra aver frantumato la pavimentazione di piazza San Michele. Sulle mura e tra i vicoli passeggiano  in uno stato di cordialità surreale i “buoni” e i “cattivi” dei vari colossi cinematografici. Dentro i capannoni, posti in modo ordinato negli spazi espositivi, disegnatori celebri e non fanno dimostrazione della loro arte attraverso composizioni figurative, schizzi e vignette. Lunghe code di fan stanno in attesa per una firma o per un disegno autografato presso gli stand più famosi. 

Cala la sera e inizia il concerto in cui nostalgicamente risuonano le sigle dei cartoni più famosi dell’ultimo quarantennio. È impressionante la mole di persone che si riversa in questo comune, eppure, quando quest’avventura ebbe inizio, mi raccontano le persone del luogo, si trattava di una piccola manifestazione fatta in un capannone in periferia. Ricordo che  nel 2009 per la prima volta vidi tale evento e ne rimasi così piacevolmente colpito da parteciparvi nuovamente nel 2011, quando mi si ripropose per, motivi di lavoro, la possibilità di parteciparvi nuovamente. Mi diverte moltissimo. Come un bambino. Oggi come allora, malgrado siano passati già quattro anni, tutto sembra rimanere immutato: stesse sorpresa, leggerezza, spensieratezza. Passeggiando tra la folla incontro Francesco e Pino con le relative compagne. Sono miei cari amici. Anche loro del Sud. Francesco, si è appena sposato, lavora al museo nazionale e proviene da Alcamo. Pino, casertano, laureato in giurisprudenza, faceva il ricercatore in Portogallo, ora è qui e fa il professore precario. Andiamo a prenderci un caffè.  I due non hanno perso la loro aria scanzonata e provocatoria, nonostante le difficoltà varie di vita. Sono attenti, intelligenti e guardano con somma diffidenza alla politica. Disillusi? Probabilmente sì, ma quando si  parla di “rivoluzioni”, riforme, speranze e “ambizioni”, si deve progettare e realizzare un po’ meglio di così. I cartoni animati lasciamoli al Lucca comics. Arrivano nel locale anche Matteo e Chiara,  quarantenni lucchesi, lui, architetto, dopo aver perso il suo impiego comunale in paesino di montagna, ha cambiato cento lavori; lei, restauratrice di beni culturali, opera in uno studio. Convivono e hanno appena avuto un bambino. Fortunatamente, hanno i genitori che li sostengono. Qualche tempo fa, mi ricordo che, prima di allargare la famiglia, hanno metodicamente stilato un business plan per preventivare gli scenari futuri connessi al nuovo arrivato. Allora lui era molto scoraggiato: i costi superavano le entrate. Oggi sono genitori con una buone dose di coraggio e di ansia permanente. Altri amici si aggiungeranno nel corso della serata; tutti precari. Perché la mia generazione (parlo di quelli nati negli anni ’70) è stata defraudata della possibilità di avere un futuro, certezze, progetti a lunga gettata. Flessibilità significa solo questo.            

L’evento megagalattico finisce domenica e il lunedì mattina si riparte con in testa una riflessione: se l'evento comics & games venisse proposto anche a Crotone? Probabilmente si porterebbero via il martello di Thor, con buona pace delle divinità scandinave.

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