domenica 12 ottobre 2014

Modena city

Caro Diario 15

Romano Pesavento

Come accade spesso nella scuola, prima della sosta natalizia, arriva il giorno del collegio docenti. Anche se la riunione si terrà nel pomeriggio nella sede principale di Bologna, c’è il tempo per passare qualche ora a Modena. Dalla stazione ferroviaria la distanza è breve, per arrivare nel centro storico. Si passa da palazzo ducale e poi si sbuca proprio nella pizza grande nei pressi del duomo, dove la torre Ghirlandina spunta come una rosa in mezzo ad un roveto. L’atmosfera è cupa; stranamente non avverto quella vitalità che contraddistingue queste zone.

Il terremoto del 29 maggio 2012 è stato un evento drammatico e con ripercussioni gravi, tutt’ora tangibili, sulla collettività. 
Alla Galleria estense, fiore all’occhiello dei musei italiani, il portone è chiuso. L’addetta mi spiega che l’interno è ancora inagibile. Perché meravigliarsi? Sono solo trascorsi due anni dal sisma, benché l’amministrazione si spesa in maniera diversa rispetto a quanto è accaduto in Abruzzo, alcune strutture necessitano ulteriori interventi per la messa in sicurezza.    

Il collegio inizia alle 15. C’è molta gente. Io con la mia giacca a vento, abnorme, missione Everest mi siedo nella platea centrale. Il gruppo di Loiano tutto compatto intorno a me. Non conosco quasi nessuno e loro non conoscono me. 
Dal pulpito la dirigente a squarcia gola invita a deporre i soprabiti nell’apposito guardaroba posto fuori dall’aula. Mi guardo in giro e sento che si rivolge in maniera speciale a me. Non intendo farlo: come Linus è la mia copertina. 

Affermo la mia volontà e fingo di nulla. Affianco a me, un giovane professore di religione cerca di socializzare in tutti i modi e soprattutto spargendo veleno qua e là. In mezz’ora mi racconta tutti i pettegolezzi e le maldicenze dell’intera provincia. Il suo vero problema, però, è il profitto altrui. 
Mi chiede e si chiede insistentemente quanto e perché guadagnino così tanto i docenti impegnati nei progetti o in attività extracurriculari retribuite. 
Mauro, intanto, sotto il suo sguardo di fuoco, azzarda una sua candidatura come funzione strumentale; dopo tanti interminabili discorsi, lo convincono che è meglio rinunciare e farlo fare a chi già gestiva altri due incarichi. 
Come accade nella nostra provincia di Crotone, accumulare ruoli è socialmente accettabile oltre che vantaggioso. I problemi iniziano quando un estraneo ai meccanismi tribali rivendica un posticino per sé: allora iniziano i guai. Mauro, smarrito, si ritira. 
La seduta è tolta alle ore 19.45, due ore dopo l’orario regolare. Tutti a casa, Mauro prima degli altri.   

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