domenica 12 ottobre 2014

Il cimitero tedesco del Passo della Futa

Caro Diario 14



Romano Pesavento


16 dicembre. Eccomi sul posto, quota 950 m s.l.m.; fa una certa sensazione trovarsi di fronte all’insegna con il numero dei soldati deceduti e seppelliti: 30.683. 
E’ strano questo luogo concepito proprio in corrispondenza della linea gotica; si trova in cima ad un’altura spoglia, costellata di finestre di cemento (le lapidi) e il monumento ai caduti ricorda una sorte di piramide maia. E’ tutto così regolare e asettico: sembra una necropoli extraterrestre. 
Anche a Berlino è così; ogni volta che l’uomo deve commemorare l’orrore della seconda guerra mondiale, sceglie linee pulite ed essenziali; un tentativo di sublimare ed esorcizzare la follia collettiva con l’ordine più meticoloso. 

Ma non basta probabilmente ad estirpare l’odio che alberga nell’istinto umano. Quante guerre sono ancora in corso per motivi più o meno plausibili? I giovani, ora come allora, sono spesso vittime della manipolazione ideologica e della strumentalizzazione dei centri di potere. 
Tecniche comunicative efficaci plasmano le nuove generazioni e l’incanalano verso direzioni in molti casi da non ritorno. 
L’entusiasmo ingenuo o la voglia di riscatto diventano armi pericolose. Non pensare troppo è sempre stata la parola d’ordine in questi casi. Corsi e ricorsi.

Saliamo sul nostro mezzo e, dopo un caffè preso nel piccolo borgo di Firenzuola, si ritorna a casa.

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