Caro Diario 14
Romano Pesavento
16 dicembre. Eccomi sul posto, quota 950 m s.l.m.; fa una certa
sensazione trovarsi di fronte all’insegna con il numero dei soldati deceduti e
seppelliti: 30.683.
E’ strano questo luogo concepito proprio in corrispondenza
della linea gotica; si trova in cima ad un’altura spoglia, costellata di
finestre di cemento (le lapidi) e il monumento ai caduti ricorda una sorte di
piramide maia. E’ tutto così regolare e asettico: sembra una necropoli
extraterrestre.
Anche a Berlino è così; ogni volta che l’uomo deve commemorare
l’orrore della seconda guerra mondiale, sceglie linee pulite ed essenziali; un
tentativo di sublimare ed esorcizzare la follia collettiva con l’ordine più
meticoloso.
Ma non basta probabilmente ad estirpare l’odio che alberga
nell’istinto umano. Quante guerre sono ancora in corso per motivi più o meno
plausibili? I giovani, ora come allora, sono spesso vittime della manipolazione
ideologica e della strumentalizzazione dei centri di potere.
Tecniche
comunicative efficaci plasmano le nuove generazioni e l’incanalano verso
direzioni in molti casi da non ritorno.
L’entusiasmo ingenuo o la voglia di
riscatto diventano armi pericolose. Non pensare troppo è sempre stata la parola
d’ordine in questi casi. Corsi e ricorsi.
Saliamo sul nostro mezzo e, dopo un caffè preso nel
piccolo borgo di Firenzuola, si ritorna a casa.
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