Caro Diario 24
Romano Pesavento
31 gennaio. Chi se lo poteva aspettare che
proprio a Scascoli una piccola frazione di Loiano vivesse ed avesse il suo
studio Lucio Filippucci, uno tra i più importanti disegnatori della casa
editrice Bonelli? E sì, proprio qui, immersi nella flora lussureggiante dei
Giardini del Casoncello, hanno fatto il loro accampamento Tex Willer, Martin
Mystère e altri celebri protagonisti delle strisce all’italiana. Certo, chissà
cosa potrebbero pensare tali leggendari personaggi, ritrovandosi di colpo in un
posto così bello?
Forse
preferirebbero continuare la loro “vecchia” esistenza tra questa vegetazione
ancora intatta, piuttosto che ritrovarsi in mezzo al caos spoetizzante delle
metropoli moderne nostrane.
Fatte queste
riflessioni fantasiose, viene certo una gran voglia di farsi proprio una bella
chiacchierata con l’artefice delle fattezze inconfondibili di Aquila della
notte, mito di tanti lettori giovani e non.
Lucio mi
accoglie con la sorridente bonomia tipica di alcuni artisti emiliano-romagnoli
(Guccini, Dalla, Ligabue), e in definitiva caratteristica di quelli che non
hanno bisogno di atteggiarsi, perché, semplicemente, non è necessario. Il
fumetto è una forma espressiva di tutto rispetto, con canoni artistici
tutt’altro che semplici: diverse generazioni si sono lasciate incantare dalle
trame e specialmente dal “segno” grafico, assurto ormai a “cifra” distintiva, a
“marchio di Fabbrica”, sia del personaggio che del disegnatore.
L’incontro e il
dialogo si snodano, piacevolmente, sul filo dei ricordi di chi (intervistato e
intervistatore) vive e vede i fumetti come un’autentica passione, come
un’eccezionale occasione di guardare il mondo da un altro punto di vista:
bidimensionale, ma pluriprospettico!
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