Caro Diario 25
Romano Pesavento
01 febbraio. Zainetto a tracollo e lunga sciarpa
intorno a penzoloni, vado a Faenza.
Entrare nel MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche)
è un po’ come sognare a occhi aperti. Dalle Americhe all’Asia, passando per Europa
e Africa, tutto il variegato multiculturalismo mi si rivela; è un viaggio nel
viaggio in cui la memoria storica attraversa le diverse epoche.
Mi fermo per
qualche istante nella sala dell’oggettistica cinese. E’ come imbambolato inizio
il mio fantastico tour. Gli spazi già percorsi si sovrappongono a quelli che
percorrerò.
Negli anni, durante le estati, ho seguito le orme antiche delle
carovane lungo la silk road. Pechino, la città proibita ora è sempre più
vicina.
La città manfreda con la sua vitalità culturale mi ha piacevolmente
sorpreso. Non pensavo di scoprire tanti tesori straordinari.: la Pinacoteca Comunale
dove tra i dipinti di Biagio D'Antonio da Firenze e Giovanni Bertucci il
Vecchio si erge la scultura lignea raffigurante San Gerolamo di Donatello.
Malgrado la postura,
l’atteggiamento mistico e la bellezza artistica siano piuttosto
convenzionalmente riconducibili a
significati tipici dell’iconografia sacra, oggi sento che quella statua simboleggia, con
la sua barba lunga incolta, il viso scarnito dalla sofferenza, il corpo magro e
nudo, l’immagine della conoscenza continuamente sbeffeggiata dalla crudele insensibilità
del mondo.
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