lunedì 13 ottobre 2014

Imola, le coperte e il buio stellato

Pagine di diario 27


Romano Pesavento


08 febbraio. Il cielo è sereno, il sole con i suoi raggi riscalda tiepidamente la vallata. Sono quasi le otto del mattino e nel bar Posta, a qualche metro da casa, ci sono già alcuni vecchietti che giocano a carte, tra di loro parlano un dialetto incomprensibile per le mie orecchie. 
Nel locale si respira un’aria rustica. Il tempo sembra essersi fermato. Durante la settimana è facile assistere a quest’ora al via vai continuo di operai, impiegati che fanno qui la loro colazione. 
Alle pareti alcune fotografie storiche scattate all’inizio del Novecento raccontano momenti e personaggi di questi posti. 
La fermata della corriera è proprio di fronte. Sento una leggera brezza sulla mia pelle, è il vento. Non ci sono molte persone che aspettano: un paio di ragazzi e una signora anziana. Come al solito, puntale, arriva la navetta per Bologna. 
I trenta chilometri percorsi prima di arrivare propongono panorami molto suggestivi. Anche senza la neve, di cui tutti parlano. Ci sono molti extracomunitari che salgono lungo la corsa. 
Tra questi molte donne e bambini. L’ambiente diventa così molto vivace e multiculturale.     
La meta che oggi mi sono prefissato è Imola. Arrivo nella tarda mattinata. C’è molta vitalità. Un prato verde circonda la maestosa Rocca Sforzesca, luogo di passeggio e di divertimento per i più piccoli. Incrocio per le strade un carro allegorico con sopra la riproduzione fedele di E.T., e mi fa venire in mente la famosa scena in cui il piccolo alieno davanti ad un telefono scandisce la parola casa. 

Dovrei tornarci anch’io. Una casa ci vuole, un posto dove c’è sempre qualcuno che ti aspetta anche quando non ci sei. Uno va per mari e per monti, visita città e paesi, incontra volti nuovi ma poi si ritrova comunque solo. Cosi quella nostalgia che si cela nella vivacità e nella bellezza del momento ritorna quando è sera tra le coperte e il buio stellato.     
Carlo, bontà sua,  mi ha scritto sul mio profilo facebook: Il Prof. Romano Pesavento...l'ultimo turista italiano dell'Italia...tra i pochi a poter rivivere in prima persona i fasti del grand tour...tra i pochi a risollevare la bandiera di un popolo stanco e amareggiato...un profilo facebook che é un inno alla ricchezza della Nostra Terra...un invito a tutti gli amici...ed un ammonimento per chi continua ad ignorare...Pesavento, un candidato ideale per rappresentare gli interessi del bel Paese.

Non so se tutto quello che dice Carlo sia vero, ma di sicuro mi sento un autentico estimatore del bello, ovunque sia; il bello è l’unica risorsa in questa realtà spoetizzante.

Nessun commento:

Posta un commento