lunedì 13 ottobre 2014

E l'Appennino si colora di bianco

Pagine di diario 23



Romano Pesavento


29 gennaio. Mi sono svegliato e  l'Appennino si è colorato di bianco. La neve è finalmente arrivata. Per le strade la gente cammina lasciando le proprie impronte profonde. Tutti si adoperano con le pale a pulire il proprio uscio di casa. 
Gli spazzaneve sono all’opera. Il candore dei pini, degli abeti e dei faggi mi fanno avvertire una sensazione di calma e di amorevole morbidezza. 

Intravedo su di un ramo un merlo, anche lui un po’ disorientato scuote le ali per scrollarsi di dosso i piccoli fiocchi che cadono folti sui tetti. 
Nella piccola piazzetta antistante la chiesetta ciurme di bambini giocano e si divertono tutt’intorno a un buffo pupazzo di neve. 
Il suo faccione bianco era veramente simpatico: una carota per naso, due fettine di cetriolo per occhi, un pezzo di corteccia per bocca e un cilindro per cappello. Sotto il braccio una scopa di paglia vecchia e lungo la pancia alcuni bottoni. 
Anche se fa freddo, la piacevole percezione che si respira riscalda l’animo e il corpo. Con la sera giunge la pioggia che piano, piano fa sciogliere il manto nevoso.        

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