Pagine di diario 23
Romano Pesavento
29 gennaio. Mi
sono svegliato e l'Appennino si è colorato di bianco. La neve è
finalmente arrivata. Per le strade la gente cammina lasciando le proprie
impronte profonde. Tutti si adoperano con le pale a pulire il proprio uscio di
casa.
Gli spazzaneve sono all’opera. Il candore dei pini, degli abeti e dei
faggi mi fanno avvertire una sensazione di calma e di amorevole morbidezza.
Intravedo su di un ramo un merlo, anche lui un po’ disorientato scuote le ali
per scrollarsi di dosso i piccoli fiocchi che cadono folti sui tetti.
Nella
piccola piazzetta antistante la chiesetta ciurme di bambini giocano e si
divertono tutt’intorno a un buffo pupazzo di neve.
Il suo faccione bianco era
veramente simpatico: una carota per naso, due fettine di cetriolo per occhi, un
pezzo di corteccia per bocca e un cilindro per cappello. Sotto il braccio una
scopa di paglia vecchia e lungo la pancia alcuni bottoni.
Anche se fa freddo, la
piacevole percezione che si respira riscalda l’animo e il corpo. Con la sera
giunge la pioggia che piano, piano fa sciogliere il manto nevoso.
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