Caro Diario 31
Romano Pesavento
Il 25 febbraio sono a
Vicenza, nella città palladiana. Ritorno dopo tanti anni di lontananza. Ritrovo
nell’aria tutti i profumi del Veneto.
La
tipica cadenza dialettale risuona da ogni angolo. Anziani, adulti, ragazzi hanno
mantenuto integro l’accento tipico di queste parti. Orgoglio leghista, fedeltà
alle origini di destra e gusto per il colore locale sinistroide in questo caso convergono.
C’è un via vai di ciclisti. Qui la bici è
un efficace mezzo per la mobilità urbana per tutti i ceti sociali. Noto con
piacere, chiacchierando in un bar, che qualcuno ricorda la figura di Tullio
Campagnolo, fondatore dell’omonima impresa delle due ruote e leader mondiale in
tale settore.
Alla Basilica Palladiana è
stata allestita la mostra Verso Monet - Storia del paesaggio dal Seicento al
Novecento. Gruppi di studenti e insegnanti girano interessati tra le sale.
Penso all’enorme vantaggio culturale di cui godono queste scolaresche nel
vedere simili capolavori della storia dell’arte.
La scuola da queste parti è
molto attenta alla formazione e gli insegnanti stimolano i loro allievi non
solo con le classiche nozioni, ma anche attraverso la curiosità nei confronti
degli eventi culturali e l’indagine autoptica dei fenomeni storici.
La cultura
del bello è alimentata sin da piccoli. I bambini percepiscono gli stimoli
educativi e li mettono in pratica.
Al Sud gli insegnanti troppo spesso vivono
arroccati nei loro “feudi medievali”, lontani dal dinamismo innovativo.
Raramente si lavora sul senso critico dell’allievo, e ancora meno viene trasmessa
la consapevolezza del degrado urbano vigente in molte realtà del meridione.
Accaparrarsi i progetti per ragioni economiche, senza guardare lontano,
svilisce la funzione del docente e il legame stretto tra prebende obbligate e
clientelismo selvaggio diventa troppo spesso una miscela esplosiva nella
compagine scolastica.
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