martedì 14 ottobre 2014

Crotone e la comodità silenziosa dei servi



Caro Diario 32




Romano Pesavento


28 febbraio.  Scendo a Crotone, croce e delizia dei suoi cittadini onesti. A volte mi illudo e mi ritrovo giù con entusiasmo e convinzione, sperando. 
Chiuso nel mio studio tra i tanti libri, trovo il testo di Giorgio Bocca, Il capitalismo dalla testa rotta, particolarmente illuminante: “Credevamo che Tangentopoli fosse un'eccezione, ora sappiamo che è la norma. Quando in una società si incanaglia la tendenza a considerare i vizi normalità e i delitti comprensibili debolezze umane, l'anarchia è inevitabile. E i peccati di chi sta al vertice vengono non solo imitati, ma ammirati.
In realtà, quando il malcostume, la corruzione, la corruttibilità dilagano e imperversano, diventa tristemente automatico considerarli norma di vita, fenomeni naturali come la pioggia o la grandine. Questo è la summa di quanto scrive lo “scomodo” Giorgio Bocca, opinione da cui pochi ingenui  si sentirebbero di dissentire; come effetto collaterale e inevitabile di quanto affermato, la politica, ancor di più quella crotonese, viene da sospettare, non sceglie i migliori ma i meno qualificati, per diversi motivi o, se preferite, “comodità”: seleziona “servi”, li promuove e molto spesso li onora con copiose consulenze. Indipendentemente, da quale sia il ruolo da recitare in tale, immensa e offensiva - per la dignità e il senso civico  dei contribuenti, farsa - Leccastivali o voltagabbana, non c’è alcun dubbio: è necessario che il sistema produca soprattutto servi. 
Leggendo, laddove tale possibilità sia consentita, e analizzando i curricula di gran parte dei consulenti, ci si rende conto che quasi tutti sono sconosciuti, incompetenti, privi di esperienza nel settore, ma noti e cari ai “padroni del vapore” .
Quale criterio di scrematura può mai essere più efficace e incontestabile di una “sana”, “trasversale”, “ecumenica” raccomandazione? 

Vogliamo, davvero, chiederci a che punto è lo stato della nostra democrazia, la democrazia che vorremmo regalare alle future generazioni crotonesi!?! 
È una democrazia che, da quanto emerge sempre più frequentemente dalla stampa locale e regionale, è legata al “patto mafioso” fra borghesia del sottogoverno e cosche criminali. 
Le cosche criminali e il loro controllo del territorio sopravvivono perché garantiscono la continuità di una borghesia che campa e cresce sui ricatti economici ed elettorali. I “criminali della lupara” sono necessari come lo sono nei paesi autoritari le polizie politiche, le Gestapo, la Ghepeu.
Tra borghesia del sottogoverno e cosche criminali, quindi, si è, probabilmente, stabilito un legame  “di mutuo soccorso”. In parole più semplici, si può così rappresentare il tutto: chiunque abbia studiato Biologia a scuola, ricorderà le “interazioni” un po’ nauseanti tra alcuni organismi viventi e le  relative forme di vita del tutto parassitarie, tuttavia, in amorevole rapporto di idillica simbiosi reciproca. Ebbene, per analogia, una simile immagine può ben spiegare la realtà che tutti, sciaguratamente, verificano in ogni singolo aspetto della quotidianità. 
Certamente, siamo ormai quasi tutti convinti: l’immagine di società che emerge è sempre più catastrofica.
Naturalmente, la colpa di tutto ciò è anche dei tanti “ebeti” che garantiscono, attraverso la loro delega in bianco, ai “colonnelli” di partito di comandare. Il perché si verifica questo fenomeno, è presto spiegato nel pensiero che segue di Erich Fromm: “La maggior parte delle persone sono convinte che finchè, un potere esterno non le costringe manifestamente a fare qualcosa, le decisioni che prendono sono loro; e che, se vogliono qualcosa, sono loro che lo vogliono. Ma questa è una delle grandi illusioni che nutriamo a proposito di noi stessi. Un gran numero delle decisioni che prendiamo non sono davvero nostre, ma ci vengono suggerite dall’esterno; siamo riusciti a persuaderci che siamo stati noi a prendere la decisione, mentre in realtà ci siamo uniformati alle aspettative degli altri, spinti dalla paura dell’isolamento e da minacce più dirette alla nostra vita, alla nostra libertà e al nostro benessere.” (Erich Fromm, Fuga dalla libertà)
È il noto teorema della identificazione dei seguaci nel capo che più li rassicura, che più risolve le contraddizioni in cui si tormentano e che perciò diventa indiscutibile, l’uomo dell’innamoramento collettivo. L’aspetto fisico non conta.. Ma cosa hanno detto di così affascinante per i loro cortigiani? Niente, anzi no, un mucchio di parole prive di significato e tante, tantissime, promesse.
E allora? Allora, occorre che ognuno di noi possa realmente avere un ideale vero e non fittizio in cui credere. Speriamo che qualche rappresentante del governo in carica ne sia provvisto pure lui.

La sera esco con un certo interesse, perché un famoso quadro di Mattia Preti, "San Luca dipinge la Madonna con il Bambino", è in mostra al Palazzo Vescovile di Crotone.  
Il dipinto mistico e luminoso trasmette solennità e trepidazione. Non c’è nessuno, tranne le guardie giurate. Che tristezza. La squallida verità  è che anche quando  vengono proposte iniziative di carattere culturale la città le diserta.  Meglio la partita del Crotone a pagamento che l’ingresso gratis ad una mostra.   

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