mercoledì 15 ottobre 2014

Bologna, i perchè e l'ambiente

Caro Diario 34



Romano Pesavento



21 marzo. Non si può vivere per un anno intero in montagna senza immergersi nella natura. Da qui si colgono meglio i cambiamenti che l’uomo sta apportando all'ambiente. Ogni volta che osservo la pianura padana, sconquassata dall'urbanizzazione incessante, ne percepisco la continua distruttiva alterazione, anche se non siamo più negli anni del boom economico.  
Qualche tempo fa a scuola avevo proiettato a scuola il film documentario di David Guggenheim Una scomoda verità, suscitando nei ragazzi molta attenzione e partecipazione. 
La parte conclusiva è davvero toccante “Vedete quel puntino laggiù un po’ pallido? Quello siamo noi. Tutto ciò che può essere avvenuto nella storia degli esseri umani è accaduto in quel puntino: tutti i trionfi e tutte le carestie, tutte le guerre, tutti i maggiori progressi. 
È la nostra unica casa. E in gioco c’è questo. La nostra capacità di vivere sul pianeta terra.
Ci sarà un momento in cui le generazioni future si chiederanno: a cosa pensavano i nostri genitori? Perché non si sono svegliati quando ne avevano la possibilità? Prepariamoci sin d’ora a rispondere a questa domanda.”  
Come il nostro clima stia mutando e quali siano gli scenari futuri costituisce un interrogativo che si propone sempre più spesso nelle discussioni quotidiane e nei servizi giornalistici di testate / trasmissioni più o meno accreditate. 
Presso il CMCC (Centro Studi Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) di Bologna, ho avuto l’opportunità di intervistare il prof. Antonio Navarra, presidente del Centro, studioso di fama internazionale, in quanto Affiliate Scientist del National Center for Atmospheric Research in USA, nonchè membro del Scientific Advisory Committee del Asia-Pacific Climate Center in Sud Corea, e dialogare quindi con una delle massime autorità competenti in materia. Prima di incontrarlo, la sua segretaria mi ha fatto accomodare in una sala d’attesa. 
Qui ho subito notato che  la stanza disponeva di una scaffalatura contenente un’ampia scelta di riviste straniere e non sul clima. Allora, incuriosito, mi sono messo a sfogliarne alcune. 
Il tema era piuttosto comune anche a tutte quelle che ho avuto modo di visionare successivamente: qualcosa nel nostro sistema terra sta cambiando; crescita della temperatura globale; ghiacciai che si ritirano; disgelo del permafrost con un incremento delle frane; precipitazioni sempre più irregolari; aumento dei fenomeni meteorologi estremi (uragani, bombe d’acqua, mareggiate, trombe d’area); erosione delle coste; interruzioni di strade e danni a edifici ed interi paesi; biodiversità a rischio. Come interpretare tali, inquietanti, avvenimenti? La segretaria mi strappa alle mie riflessioni e introduce il professore Navarra, che, dopo una stretta di mano, si presta a “rivelare” alcuni aspetti di un clima divenuto  sostanzialmente incomprensibile.           

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