Caro Diario 11
Romano Pesavento
Ritornare in Emilia Romagna dalla mia
città natale è sempre un’incognita per gli eventi meteorologici inconsulti
dell’inverno beffardo.
Non sai mai quello che ti aspetta. Intanto, data la
distanza con il supermercato, ho faticosamente messo al sicuro a casa una
scorta di acqua.
Non si sa mai: se arriva la gelata, sarà un vero problema
muoversi a piedi.
Mi avvolgo come un baco in un bozzolo di coperte; in testa il
berretto, addosso vestaglia e pigiama.
A scuola i ragazzi contemplano il tempo
e speranzosi aspettano i primi fiocchi di neve. Sono tutti imbacuccati con
maglioni, giacconi e cappelli.
Muoversi per il paese significa riscoprire il
vero Natale.
Un gigantesco pino viene adornato di numerose lucine scintillanti;
presso le fontane spuntano piccoli presepi. Ci si sente davvero soli in questo
periodo: urge un nuovo blitz.
Nessun commento:
Posta un commento