Caro Diario 29
Romano Pesavento
Il 14
mattina arrivo a Crotone. Mafiosi, banditi, ladri, briganti,
sfruttatori…. Chi più ne ha, più ne metta. Questa è la realtà, l’immagine che
giorno dopo giorno trasmettiamo da Tele-Crotone all’Italia, cioè, all’Estero.
Voglio
denunciare quanto le ipocrite celebrazioni dei cosiddetti “buoni costumi” siano esecrabili: nella realtà, quella crotonese in
particolare, difficilmente una condotta morale, onesta, seria e ligia premia.
A
parole, pare che la città sia popolata da autentici filantropi: illuminati,
disinteressati, incorruttibili notabili.
Quale immensa fortuna, per una
provincia così strapazzata e in affanno, essere sorretta e guidata da simili
menti.
Eppure, nonostante gli incommensurabili sforzi di chi regge le sorti dei
cittadini, si verificano continuamente episodi, a dir poco, disgustosi, per chi
ha sempre creduto con slancio in certi valori morali e politici: concorsi poco
pubblici e molto privati, ammanchi inspiegabili per svariati zeri nei vari
settori della vita cittadina, posti di lavoro elargiti in modo poco chiaro e
via discorrendo.
Intanto, dai più disparati poli si chiedono, sempre con
maggiore insistenza, al Governo e a Bruxelles, cospicue risorse comunitarie per
mega-progetti Walt Disney, il cui esito sarà quello di provvedere, il più delle
volte, ad una più comoda sistemazione per i congiunti in perfetto stile
“Parentopoli del Sud”.
Si sa che il ben
noto principio: “Tengo famiglia” diventa il pretesto per favorire tutti i
propri “cari”, in ogni senso, fino
alla settima generazione; tuttavia, un minimo di decenza, decoro, di,
paradossalmente, savoire faire dovrebbero essere osservati.
Con questa ironica
affermazione, non intendo assolutamente invitare a comportamenti pur sempre
illegali, ma sapientemente occultati, ma solo richiamare l’attenzione sul fatto
che, per il punto tragico in cui siamo arrivati, non si sente neanche il
bisogno di celare, in qualche modo, i propri loschi maneggi, perché tanto la
rassegnazione e la depressione dei cittadini sono talmente radicate e forti, da
non far sospettare mai alcuna reazione di sdegno o ribellione.
Tanto mai nulla
cambia e “farsi il sangue amaro” non
produce alcun effetto positivo.
Intanto, con
assolta nonchalance, le stesse persone ricoprono più spazi
dirigenziali/occupazionali, incassando ricchi stipendi, diventando “uni e
trini” per gestire più mansioni contemporaneamente, alla faccia dei
caritatevoli pistolotti sui mali della disoccupazione.
Eppure, la cronaca,
spesso, riporta di figure professionali super pagate, nella concretezza dei
fatti, non solo non all’altezza del proprio ruolo, ma anzi dolosamente
perniciosa per la comunità. Nessuno verrà mai chiamato in causa per questo o
risarcirà la collettività. Che scempio.
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