lunedì 13 ottobre 2014

La Parentopoli del Sud

Caro Diario 29




Romano Pesavento


Il 14 mattina arrivo a Crotone. Mafiosi, banditi, ladri, briganti, sfruttatori…. Chi più ne ha, più ne metta. Questa è la realtà, l’immagine che giorno dopo giorno trasmettiamo da Tele-Crotone all’Italia, cioè, all’Estero. 
Voglio denunciare quanto le ipocrite celebrazioni dei cosiddetti “buoni costumi” siano esecrabili: nella realtà, quella crotonese in particolare, difficilmente una condotta morale, onesta, seria e ligia premia. 
A parole, pare che la città sia popolata da autentici filantropi: illuminati, disinteressati, incorruttibili notabili. 
Quale immensa fortuna, per una provincia così strapazzata e in affanno, essere sorretta e guidata da simili menti. 
Eppure, nonostante gli incommensurabili sforzi di chi regge le sorti dei cittadini, si verificano continuamente episodi, a dir poco, disgustosi, per chi ha sempre creduto con slancio in certi valori morali e politici: concorsi poco pubblici e molto privati, ammanchi inspiegabili per svariati zeri nei vari settori della vita cittadina, posti di lavoro elargiti in modo poco chiaro e via discorrendo. 
Intanto, dai più disparati poli si chiedono, sempre con maggiore insistenza, al Governo e a Bruxelles, cospicue risorse comunitarie per mega-progetti Walt Disney, il cui esito sarà quello di provvedere, il più delle volte, ad una più comoda sistemazione per i congiunti in perfetto stile “Parentopoli del Sud”. 
Si sa che  il ben noto principio: “Tengo famiglia” diventa il pretesto per favorire tutti i propri “cari”, in ogni senso, fino alla settima generazione; tuttavia, un minimo di decenza, decoro, di, paradossalmente, savoire faire dovrebbero essere osservati. 
Con questa ironica affermazione, non intendo assolutamente invitare a comportamenti pur sempre illegali, ma sapientemente occultati, ma solo richiamare l’attenzione sul fatto che, per il punto tragico in cui siamo arrivati, non si sente neanche il bisogno di celare, in qualche modo, i propri loschi maneggi, perché tanto la rassegnazione e la depressione dei cittadini sono talmente radicate e forti, da non far sospettare mai alcuna reazione di sdegno o ribellione. 
Tanto mai nulla cambia e “farsi il sangue amaro” non produce alcun effetto positivo.

Intanto, con assolta nonchalance, le stesse persone ricoprono più spazi dirigenziali/occupazionali, incassando ricchi stipendi, diventando “uni e trini” per gestire più mansioni contemporaneamente, alla faccia dei caritatevoli pistolotti sui mali della disoccupazione. 
Eppure, la cronaca, spesso, riporta di figure professionali super pagate, nella concretezza dei fatti, non solo non all’altezza del proprio ruolo, ma anzi dolosamente perniciosa per la comunità. Nessuno verrà mai chiamato in causa per questo o risarcirà la collettività. Che scempio.

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