domenica 12 ottobre 2014

Loiano e i Marroni

                                               Pagine di diario 4




Romano Pesavento


Di domenica arriva il mercato a Loiano. Lungo via Roma la gente si ritrova tra le bancarelle e i bar. Da Benvenuti, il bar storico del centro, di solito gruppi di motociclisti e personaggi vari sostano in attesa del pranzo. Fuori, si vende un po’ di tutto: dai vestiti all’oggettistica per la casa, dalla verdura alla gastronomia. Vucumprà e cinesi sono approdati anche qui e con i loro bassi prezzi attirano i clienti. Il pomeriggio Paolo mi porta con la sua quattro per quattro, di cui è molto orgoglioso, in giro per le aziende agricole del posto. Qualche tempo fa abbiamo parlato della coltivazione di marroni. Pochi sanno che gran parte di tale produzione viene da questo luogo. Intere zone sono adibite a castagneti. Ci rechiamo in una di queste imprese. Un intero magazzino stracolmo di questi frutti si spalanca davanti ai miei occhi ingordi. Chiedo se anche in questi posti sia arrivata la famosa vespa cinese, ma tutti qui negano di aver riportato danni. Scoprirò in seguito che il bellicoso comune dell’Appennino  già da un pezzo aveva dichiarato guerra all’insetto killer attraverso un’azione di divulgazione preventiva per la repressione del fenomeno. Il proverbiale “pragmatismo nordico”, gente! 
      
La mia vita scolastica procede senza grandi intoppi mentre alcune problematiche di carattere sociale emergono durante le mie lezioni di diritto. Alcuni ragazzi, pur nella loro semplicità, sembrano avere un’idea chiara di come si stia trasformando la politica attuale, sempre più preda di truffatori, trasformisti e corrotti. Carlo Levi in Cristo si è fermato a Eboli percepiva una distanza enorme e una disaffezione ostile da parte dei contadini meridionali nei confronti dello Stato. Un’analoga sensazione, questa volta applicata al progredito Nord, seppure in un piccolo contesto rurale, riesco ad avvertire distintamente. Notano che in molti casi a pagare sono i poveri diavoli; i grandi ladri facilmente si defilano in processi dalla durata biblica o compassionevolmente vengono puniti con pene soft. La certezza della pena e la durata ragionevole del processo non esistono quasi mai per la casta. Tutto ciò mi fa riflettere, le domande poste da loro sono la naturale conseguenze delle nozioni basilari del diritto e i tagli alle discipline giuridiche diventano strumento fondamentale per distogliere ancor di più le coscienze giovani dall’esercizio del pensiero e dalla costruzione di una coscienza civile. Ecco perché nessuno ne parla. 

La luce tenue della bachure affina miei pensieri e precisa sensazioni indistinte di vaga scontentezza;  la notte con il suo manto oscuro copre di puntini bianchi il cielo. Fuori gli alberi tremano e il loro gemito fischiante aggiunge all’ambiente un non so che di patetico nel silenzio livido della luna.         

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