Caro Diario 32
Romano Pesavento
28 febbraio.
Scendo a Crotone, croce e delizia dei
suoi cittadini onesti. A volte mi illudo e mi ritrovo giù con entusiasmo e
convinzione, sperando.
Chiuso nel mio studio tra i tanti libri, trovo il testo di Giorgio Bocca, Il capitalismo dalla testa
rotta, particolarmente illuminante: “Credevamo che Tangentopoli fosse un'eccezione, ora sappiamo
che è la norma. Quando in una società si incanaglia la tendenza a considerare i
vizi normalità e i delitti comprensibili debolezze umane, l'anarchia è
inevitabile. E i peccati di chi sta al vertice vengono non solo imitati, ma
ammirati.”
In realtà, quando il malcostume, la corruzione, la
corruttibilità dilagano e imperversano, diventa tristemente automatico
considerarli norma di vita, fenomeni naturali come la pioggia o la grandine.
Questo è la summa di quanto scrive lo “scomodo”
Giorgio Bocca, opinione da cui pochi ingenui
si sentirebbero di dissentire; come effetto collaterale e inevitabile di
quanto affermato, la politica, ancor di più quella crotonese, viene da
sospettare, non sceglie i migliori ma i meno qualificati, per diversi motivi o,
se preferite, “comodità”: seleziona “servi”,
li promuove e molto spesso li onora con copiose consulenze. Indipendentemente,
da quale sia il ruolo da recitare in tale, immensa e offensiva - per la dignità
e il senso civico dei contribuenti,
farsa - Leccastivali o voltagabbana, non c’è alcun dubbio: è necessario che il
sistema produca soprattutto servi.
Leggendo, laddove tale possibilità sia
consentita, e analizzando i curricula di gran parte dei consulenti, ci si rende
conto che quasi tutti sono sconosciuti, incompetenti, privi di esperienza nel
settore, ma noti e cari ai “padroni del
vapore” .
Quale criterio di scrematura può mai essere più efficace e
incontestabile di una “sana”, “trasversale”, “ecumenica” raccomandazione?
Vogliamo, davvero, chiederci a che punto è lo stato della
nostra democrazia, la democrazia che vorremmo regalare alle future generazioni
crotonesi!?!
È una democrazia che, da quanto emerge sempre più frequentemente
dalla stampa locale e regionale, è legata al “patto mafioso” fra borghesia del sottogoverno e cosche criminali.
Le cosche criminali e il loro controllo del territorio sopravvivono perché
garantiscono la continuità di una borghesia che campa e cresce sui ricatti
economici ed elettorali. I “criminali
della lupara” sono necessari come lo sono nei paesi autoritari le polizie
politiche, le Gestapo, la
Ghepeu.
Tra borghesia del sottogoverno e cosche criminali, quindi,
si è, probabilmente, stabilito un legame
“di mutuo soccorso”. In parole più semplici, si può così rappresentare
il tutto: chiunque abbia studiato Biologia a scuola, ricorderà le “interazioni”
un po’ nauseanti tra alcuni organismi viventi e le relative forme di vita del tutto
parassitarie, tuttavia, in amorevole rapporto di idillica simbiosi reciproca. Ebbene,
per analogia, una simile immagine può ben spiegare la realtà che tutti,
sciaguratamente, verificano in ogni singolo aspetto della quotidianità.
Certamente, siamo ormai quasi tutti convinti: l’immagine di società che emerge
è sempre più catastrofica.
Naturalmente, la colpa di tutto ciò è anche dei tanti “ebeti” che garantiscono, attraverso la
loro delega in bianco, ai “colonnelli”
di partito di comandare. Il perché si verifica questo fenomeno, è presto
spiegato nel pensiero che segue di Erich Fromm: “La maggior parte delle persone sono convinte che finchè, un potere
esterno non le costringe manifestamente a fare qualcosa, le decisioni che
prendono sono loro; e che, se vogliono qualcosa, sono loro che lo vogliono. Ma
questa è una delle grandi illusioni che nutriamo a proposito di noi stessi. Un
gran numero delle decisioni che prendiamo non sono davvero nostre, ma ci
vengono suggerite dall’esterno; siamo riusciti a persuaderci che siamo stati
noi a prendere la decisione, mentre in realtà ci siamo uniformati alle
aspettative degli altri, spinti dalla paura dell’isolamento e da minacce più
dirette alla nostra vita, alla nostra libertà e al nostro benessere.”
(Erich Fromm, Fuga dalla libertà)
È il noto teorema della identificazione dei seguaci nel
capo che più li rassicura, che più risolve le contraddizioni in cui si
tormentano e che perciò diventa indiscutibile, l’uomo dell’innamoramento
collettivo. L’aspetto fisico non conta.. Ma cosa hanno detto di così
affascinante per i loro cortigiani? Niente, anzi no, un mucchio di
parole prive di significato e tante, tantissime, promesse.
E allora?
Allora, occorre che ognuno di noi possa realmente avere un ideale vero e non
fittizio in cui credere. Speriamo che qualche rappresentante del governo in
carica ne sia provvisto pure lui.
La sera esco con
un certo interesse, perché un famoso quadro di
Mattia Preti, "San Luca dipinge la Madonna con il Bambino", è in mostra al
Palazzo Vescovile di Crotone.
Il dipinto
mistico e luminoso trasmette solennità e trepidazione. Non c’è nessuno, tranne
le guardie giurate. Che tristezza. La squallida verità è che anche quando vengono proposte iniziative di carattere
culturale la città le diserta. Meglio la
partita del Crotone a pagamento che l’ingresso gratis ad una mostra.