lunedì 30 marzo 2009

Report su Italica


L'Italica è ormeggiata da più di 3 mesi nel porto pitagorico


Il gigante prigioniero delle sabbie mobili crotonesi

La storia di una spedizione per l'Antartide arenatasi a Crotone


di Romano Pesavento

È un’immagine veramente sconfortante quella che appare agli occhi di chi ama la scienza e la natura: la rompighiaccio Italica ormeggiata presso il molo foraneo del porto industriale di Crotone, da quasi tre mesi, in compagnia di carrette del mare, veicolo di trasporto privilegiato per gli extracomunitari in viaggio verso la terra della libertà (?).
La nave maestosa, lunga 130 metri per una stazza di 5.825 tonnellate con un pescaggio di 6,93 metri, oltre ad essere una nave da ricerca (M/N = Moto Nave) costruita nel 1981 nei cantiere di Vyborg in Russia ed entrata in servizio nel 1983 e di proprietà dell'armatore, la società Diamar, è un simbolo della ricerca scientifica italiana nell’Antartide.
Antartide, il mitico continente dei ghiacci. Chi non è mai andato a visitarlo con la fantasia ripercorrendo le imprese di Amundsen e Scott? Lontano dalle città maleodoranti e rumorose, immerso nella pace australe, lì, scolpita nei ghiacci giace la storia della nostra galassia.Ogni metro di ghiaccio e di neve, raccontano qualcosa. Li si può studiare l'Universo come in nessuna altra parte del nostro mondo.

Infatti, lo scopo dell’Italica è proprio quello di ospitare ricercatori e scienziati impegnati a svolgere attività di ricerca oceanografica chimica e fisica, di geologia e biologia marina. Ricordiamo che i ghiacci polari costituiscono l’archivio naturale più dettagliato e completo della storia del clima e dell’atmosfera terrestre nelle ultime decine-centinaia di migliaia di anni, e rappresentano una risorsa di fondamentale importanza per gli studi sul “Global Change” (Cambiamento climatico globale).
In precedenza l’utilità del rompighiaccio è stato preziosa per il raggiungimento di alcuni importanti risultati scientifici, in parte già pubblicati su prestigiose riviste internazionali; essi hanno permesso un avanzamento significativo nello studio delle variazioni climatiche del passato. Attraverso le perforazioni e l’estrazione delle carote di ghiaccio polare si riesce ad acquisire una documentazione continua degli ultimi 820.000 anni, periodi in cui si sono succeduti 9 principali cicli climatici glaciali/interglaciali, molto probabilmente innescati dalle variazioni di insolazione dovute a cause astronomiche.

Le principali caratteristiche della nave Italica:
- Classe ghiaccio: 100 A 1.1 Ria, RG1, Ice 1A Super
- Lunghezza: 130 m
- Larghezza: 17.3 m
- Pescaggio: 6.93 m
- Stazza lorda: 6.000 t
- Capacità cargo: 4.000 mc
- Bigo: 3 da 20 t + 1 da 40 t
- Potenza: 6.100 HP
- Motori ausiliari: 3 generatori diesel da 400 KVA + 1 da 125 KVA
- Helideck per Bell 212: 1
- Pontone: L = 13.50 m / L = 4.7 m portata circa 35 t
- Pilotina: con capacità di 15 persone
- Capacità tanker: circa 820 mc di combustibile tipo JP8
- Equipaggio: 93 membri
- Personale scientifico: 27 membri.

Ormai è noto a tutti che, molto probabilmente, per la mancanza di fondi, la ventiquattresima spedizione per quest’anno non potrà più salpare. L'ultima - la numero 23 - si è svolta dal 13 dicembre 2007 al 13 marzo 2008 in Antartide nel Mare di Ross, Baia Terra Nova, presso la stazione italiana "Mario Zucchellì".
Si perde così una nave che in precedenza aveva operato inizialmente come cargo e per il trasporto di personale e che, ultimamente, dal 1994 ad oggi, è stata invece utilizzata per le campagne oceanografiche e per trasportare carburante.
Per tal motivo, risulta, ancora una volta, avvilente annotare come nel nostro Paese si registri una totale mancanza di sensibilità sui temi caratterizzanti la vivibilità dell’uomo e la ricerca scientifica. Il nostro futuro dipende anche, perdonateci il gioco di parole, da una poderosa inversione di rotta.

Pubblicato su la Provincia KR - Anno XVI n.11 del 20.03.2009

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