martedì 31 marzo 2009

Memorie dal confine 37



Ai quanti paroli, e i fatti duvi su?


di Romano Pesavento

Ecco ci qua di ritorno dalle vacanze a Crotone. Tutto sommato l’atmosfera estiva, per certi versi, ha potuto distogliere efficacemente l’attenzione dei cittadini e di qualche turista ardimentoso dal tanfo e dalla vista sgradevole dalle “cattive azioni” amministrative; ma adesso che la nostra provincia riprende il ritmo consueto, di che cosa parlano e si interessano i nostri onorevoli politici? Discorrono e si azzuffano sui favoritismi o sul clientelismo che si rimproverano l’uno con l’altro e che ognuno dichiara, invece, estraneo al proprio operato politico. Intanto, ci ritroviamo, improvvisamente, proiettati nel clima della lotteria di fine anno: sembra di scorgere la dea bendata, intenta ad estrarre dal suo saccoccio, uno per uno, i nomi dei “fortunati vincitori”. Figli, cugini, parenti di ogni grado appaiono dal niente per rimanere ancorati per l’eternità al posticino astutamente procacciato dal consanguineo potente e lungimirante di turno.
Detto questo, addentriamoci questa settimana in un giro ricco di notizie per le strade della città, alla scoperta di come si tenta di abbellire in maniera originale i muri e gli edifici di Crotone e di come problemi sociali e urbani vadano sempre a braccetto con lo stato di degrado in cui diverse zone centrali si trovano da ormai molto tempo. Il nostro viaggio inizia in via Giovanni Paolo II. Infatti, proprio qui, è possibile osservare alcuni murales che riproducono sotto forma di satira vignettistica il malcontento sociale che si annida nella popolazione. Quando si dice che l’effetto di una pessima condotta politica sia del tutto indifferente alla comunità, perché avvezza ad un simile andazzo da sempre, non è, evidentemente, del tutto corretto; naturalmente non intendiamo, come facevano alcuni critici, ricavare profonde elucubrazioni mentali da “quattro scarabocchi” o sostanziare di chissà quali profondi concetti esternazioni senza pretese. Tuttavia, poiché i murales sono il frutto di una forma di “cultura” pop - che attinge i propri umori dalla strada - e costituiscono un prodotto tipicamente giovanile, è significativo che i ragazzi, apatici per definizione, abbiano potuto esprimersi in questi termini circa la realtà, supponiamo, crotonese. Infatti, in una di queste realizzazioni, molto colorata e caratterizzata da segni grafici decisi, si legge a chiare note il messaggio: “Ai quanti paroli, e i fatti duvi su!”. Ci sentiamo di aderire totalmente alle parole di questo novello “pasquino”.
Basta proseguire un po’ lungo il nostro percorso ed arrivare nel quartiere dell’unitaria per scoprire quanto sia elevato lo stato di abbandono. Montagne di rifiuti traboccano in prossimità, e non solo, dei cassonetti municipali; inoltre, di fronte ad un campetto di calcio abbandonato e depauperato si scorgono cumuli di detriti di ogni genere. A guardare un simile, desolante, spettacolo, sembra di scoprire i resti di un’epoca ormai trascorsa e non più ripetibile. Un’età lontanissima in cui alcuni quartieri erano, perlomeno, supportati ed attrezzati da strutture accettabili, comunque atte a fornire momenti di svago per il tempo libero delle famiglie. Proseguendo il nostro tragitto e giungendo in viale stazione è possibile individuare un murale alquanto caratteristico. Chi poteva immaginare un’associazione ardita tra il sommo Leonardo Da Vinci e il cornetto? In tale figura è rappresentato l‘uomo vitruviano con aggiunta simpatica di cornetti.
Nonostante il caldo afoso, il viaggio continua ed in prossimità di corso Mazzini, proprio a due passi dal centro, mi appare davanti un campo rom. Le roulotte, i panni stesi, la spazzatura accatastata ovunque erano proprio lì, senza che nessuno intervenisse. Senza dubbio una simile qualità di vita è da definire deprecabile sia per i crotonesi situati nei dintorni del luogo citato che per i rom: essi privi di qualunque condizione igienica sicura o accettabile si sono collocati in una sistemazione del tutto precaria e insoddisfacente. Occorre l’intervento immediato degli organi pubblici competenti, allo stato attuale completamente assenti, affinché si possa trovare una soluzione proficua per entrambe le parti. Sicuramente la città, attualmente, non fornisce di sé un bello spettacolo: abbandono e degrado ambientale/sociale fin dentro al cuore di Crotone non si erano mai visti. È importante che la nostra provincia si dia un colpo di cipria con le numerose iniziative estive, tese a richiamare pubblico e turisti, ma se il “panorama urbano” si offre così desolatamente squallido e le vie principali si presentano invece fortemente trascurate e, per certi versi, malsicure, che tipo di interesse o entusiasmo autentico si può mai sperare di suscitare nell’animo degli eventuali visitatori?Infine sono giunto in via Gioachino da Fiore, dove sono in bella mostra molti murales, anche in prossimità della locale scuola, il cui giardino abbandonato si presenta “decorato” con figure di diversa tipologia sparse dappertutto. Ci auguriamo che i nostri amministratori possano riflettere su tutto questo ed intervenire su tutto questo.


Pubblicato su La Provincia KR, settimanale di informazione e cultura, Anno XIV n. 34 del 24/08/2007;

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