martedì 10 marzo 2009

Memorie dal confine 15


“Tu sogni delle cose stai attento, le puoi fare!”


Pubblicista o giornalista solo per caso!


"C’è chi nasconde i fatti perché altrimenti poi la gente capisce tutto. C’è chi nasconde i fatti perché è nato servo e, come diceva Victor Hugo, “c’è gente che pagherebbe per vendersi”


di Romano Pesavento

“C’è chi nasconde i fatti perché non li conosce, è ignorante, impreparato, sciatto e non ha voglia di studiare, di informarsi, di aggiornarsi. C’ è chi nasconde i fatti perché trovare le notizie costa fatica e si rischia persino di sudare. C’è chi nasconde i fatti perché non vuole rogne e tira a campare galleggiando, barcamenandosi, slalomando. C’ è chi nasconde i fatti perché ha paura delle querele, delle cause civili, delle richieste di risarcimento miliardarie, che mettono a rischio lo stipendio o attirano i fulmini dell’editore stufo di pagare gli avvocati per qualche rompicoglioni in redazione. C’è chi nasconde i fatti perché si sente embedded, fa il tifo per un partito o una coalizione, non vuole disturbare il manovratore. C’è chi nasconde i fatti perché se no lo attaccano e lui vuole vivere in pace…C’è chi nasconde i fatti perchè confonde l’equidistanza con l’equivicinanza.C’è chi nasconde i fatti perché contraddicono la linea del giornale. C’è chi nasconde i fatti perchè l’editore preferisce così...C’è chi nasconde i fatti perché quelli che li raccontano se la passano male. C’è chi nasconde i fatti perché certe cose non si possono dire…C’è chi nasconde i fatti anche a se stesso, perché a paura di dover cambiare opinione…C’è chi nasconde i fatti perché il coraggio uno non se lo può dare…C’è chi nasconde i fatti perché nessuno glièl’ha ancora chiesto, ma magari, prima o poi, qualcuno glielo chiede. C’è chi nasconde i fatti perché così poi qualcuno lo ringrazia… C’è chi nasconde i fatti perché così, poi, magari, ci scappa una consulenza col governo o con la RAI o con la Regione o con il Comune o con la Provincia o con la Camera di Commercio o col sindacato o con la banca dietro l’angolo. C’è chi nasconde i fatti perché deve tutto a quella persona e non vuole deluderla. C’è chi nasconde i fatti perché altrimenti è più difficile voltare gabbana quando gira il vento. C’è chi nasconde i fatti perché altrimenti poi la gente capisce tutto. C’è chi nasconde i fatti perché è nato servo e, come diceva Victor Hugo, “c’è gente che pagherebbe per vendersi””. (Marco Travaglio, La scomparsa dei fatti)
Attualmente, quasi nessuno scrive o si pronuncia sulla moralità ed etica della nostra politica. Raramente, infatti, si trovano sulla stampa regionale e locale note o comunicati che elogiano l’agire politico e la trasparenza amministrativa dei nostri politici. Viene naturale chiederci ancora una volta: come mai? Dico “ancora una volta” per evitare i rimproveri di chi, attento, lettore segue da mesi questa rubrica.
Tuttavia, tornando all’argomento di oggi, il fenomeno, in realtà, è di semplice interpretazione. Inoltre, data l’importanza capitale dello stesso, vale la pena spendere qualche parola.
Molti sanno che gran parte degli elogi politici tesi ad illustrare gli “impareggiabili” risultati dei propri “beniamini” provengono proprio dal portavoce o dall’ufficio stampa del demagogo in questione magnificato. In genere, questi “team” dovrebbero essere composti , sulla carta, tutti da esperti navigatori del mondo della conoscenza e dell’informazione; ma, nella realtà pratica, in larga misura, spesso, gli addetti risultano professionalmente improvvisati: mediocri pittori senza pennelli. Come commentare? Naturalmente, tutto fa brodo; in barba, quindi, ai requisiti, ai titoli, all’esperienza. A questo punto viene spontaneo porre all’attento lettore alcune domande: Che ha fatto il nuovo e, sin qui, sconosciuto responsabile o collaboratore dell’ufficio stampa? È uscito dalla scuola di giornalismo? E’ esperto di economia e di finanza? È uscito dalla Bocconi? Ha studiato alla Normale? Si è specializzato, con master e relativi corsi, in qualche settore attinente al ruolo che riveste? Niente di tutto ciò. Ha lavorato, forse, nell'ufficio stampa di qualche segreteria di partito, dove ha fatto il portaborse di un leader politico. Beh, una bella risata non sarebbe fuori luogo, considerando la grande mole di note e di comunicati stampa ogni giorno presenti sui giornali. Certo gran bella esperienza!
Che libri ha scritto? Nessuno, salvo qualche rarissimo opuscolo ad uso e consumo dei “padroni del vapore”. Che ne sa della buona informazione? Niente, ma sa bene come ci si muove fra i potenti.
Naturalmente, data la situazione siamo, oggi, più che mai convinti che occorra rafforzare l’idea di coerenza e di onesta intellettuale da sinistra. Anche se non siamo più ai tempi della rivoluzione degli ideali, necessita, comunque, esprimere in maniera pacifica e forte il proprio pensiero. Indubbiamente è un sogno sperare che l’onestà, la trasparenza, la legalità possano realmente trionfare nella città pitagorica, ma siamo anche dell’idea che l’insegnamento di Vittorio Foà, qui di seguito riportato, possa illuminare a molti la strada buia.
“Tu sogni delle cose stai attento, le puoi fare! Basta che tu le voglia, ti metti d’accordo con gli altri e le fai, non era questo il senso della rivoluzione? E poi, a un certo punto, via via la rivoluzione scompare, ma nella nostalgia della rivoluzione non c’era questo? L’idea di fattibilità di un sogno. Non è questo che in fondo può aver frenato, cambiato, banalizzato tante cose?” (Vittorio Foa, tratto dal libro “Un dialogo” di Carlo Ginzburg)


Occorre iniziare a sensibilizzare le coscienze. L’arte dello scrivere e del comunicare aiutano molto spesso a far maturare in chi legge l’autocritica, il perché degli eventi. Per ciò avanti tutta: non dimentichiamo mai le radici da cui siamo nati. Affiniamo il senso critico e lavoriamo sui messaggi, le parole e, specialmente, sull’agire. Attraverso la solidarietà, l’onesta, la legalità, la trasparenza amministrativa si costruisce il consenso elettorale. Combattiamo i ricatti, l’improvvisazione, il “pressappochismo” e le presunte certezze. Solo così si può costruire un avvenire.
“Non può essere morale chi è indifferente. L’onestà consiste nell’avere idee, e credervi e farne centro e scopo di se stesso. L’apatia è negazione di umanità, abbassamento di se stessi, assenza di idealità.” (Piero Gobetti, La nostra fede, Energie nove, serie II, n. 1, 05/05/1919)
Il pensiero di Piero Gobetti ci suggerisce la strada, il modo per selezionare, giorno dopo giorno, frasi e avvenimenti comuni.

Nessun commento:

Posta un commento