sabato 7 marzo 2009

Memorie dal confine 10

Crotone: politica dei privilegi?

Il partito degli interessi vs il partito degli ideali?


“Io ritengo che il politico di sinistra deve essere in qualche modo ispirato da ideali, mentre il politico di destra basta che sia ispirato da interessi: ecco la differenza”


di Romano Pesavento

“Domanda: Quindi possiamo dire che non è corretto parlare di tramonto delle ideologie, ma soltanto di crisi di determinate ideologie, e che non si può fare la politica senza avere dei grandi ideali.
Risposta: Non si può assolutamente. Soprattutto i partiti di sinistra si distinguono di solito dai partiti di destra e dai partiti conservatori proprio perché vogliono trasformare la società. I conservatori sono quelli che vogliono conservare quello che c'è: i partiti di sinistra vogliono trasformare. Per trasformare bisogna farlo in base a principi, in base a degli ideali che giustifichino la trasformazione: bisogna giustificare la trasformazione. La differenza fra il conservatore e il riformatore è che il conservatore non ha bisogno di giustificare la conservazione, invece colui che vuole riformare la società deve giustificare, deve giustificare perché la vuole; e non può giustificarlo se non ricorrendo a dei grandi principi: e questo è Giustizia e Libertà.
Domanda: Questo vuol dire anche che l'uomo politico di sinistra deve avere delle qualità ben superiori a quelle del conservatore, il quale deve semplicemente amministrare ciò che c'è?
Risposta: Beh! Non stiamo a sottilizzare su queste differenze. Io ritengo che il politico di sinistra deve essere in qualche modo ispirato da ideali, mentre il politico di destra basta che sia ispirato da interessi: ecco la differenza.” (Norberto Bobbio, "Che cos'è la democrazia?" - Torino, Fondazione Einaudi, 28 febbraio 1985)
L’argomento che proponiamo questa settimana trae spunto dall’intervista di Norberto Bobbio, e si prefigge come obiettivo un’analisi, di sinistra, della politica vigente nella nostra città. Certamente, siamo coscienti che è cosa alquanto ardua sviluppare questo tema in così poche righe, ma sicuramente è importante, e doveroso, parlarne ed esprimere le proprie idee.
Tale impellente necessità nasce anche dalla voglia di capire, realmente, se il politico di sinistra, così come è definito da illustri filosofi e uomini di elevatissimo pensiero, possa, in qualche modo, riscontarsi nell’operato di coloro i quali, ai nostri giorni, nella nostra terra usano vantarsi di appartenere, all’ideologia, all’onestà intellettuale, e alla tensione morale propria della cultura socialdemocratica.
Le riflessioni che corrono lungo le righe dell’intervista sopra riportata tracciano una profilo abbastanza chiaro di ciò che dovrebbe costituire l’Humus, il supporto culturale/filosofico o –se preferite- “la poetica” di un partito autenticamente e operativamente di sinistra; le parole più illuminanti e ricorrenti per esprimere tale concetto sono: trasformazione, giustificazione, ideali, grandi principi, riformatore, giustizia e libertà.
Naturalmente, ogni termine contiene in sè un contenuto ideologico pregnante e carico di significati etici ben distinti e inequivocabili o un modus operandi chiaro e di non difficile “comprensione”. L’immagine conclusiva si richiama, quindi, a concetti etico-morali molto profondi che vincolano ad una sorta di “codice deontologico” piuttosto serio e impegnativo, fortemente ispirato a principi di onestà, incorruttibilità e dirittura morale, i cui “articoli”, pur risultando apparentemente virtuali perché non codificati espressamente, sono, però, ben noti all’elettorato, al grande popolo della sinistra, di solito, piuttosto esigente e attento alla tempra morale di chi viene chiamato a rappresentarlo. E’ giusto o accettabile ora, deludere sistematicamente le aspettative, le attese e le speranze della fascia di lavoratori/elettori appena evocata, con una condotta politica in stridente contrasto con quanto finora enucleato?
A questo punto, diventa quasi automatico appropriarsi di una definizione di un giurista conservatore, Gaetano Mosca, il quale, riprendendo il pensiero politico di Guicciardini, individua con semplice ma illuminante efficacia il border-line su cui dovrebbe essere impostata un’azione amministrativa corretta e proficua per tutti i ceti sociali, non solo per alcuni.
“Un governo onesto, un governo di verità e di giustizia, un governo veramente liberale, come l’intendeva il Guicciardini, è la migliore garanzia che anche i diritti che più comunemente s’intendono per privati la tutela della proprietà e della vita, saranno efficacemente custoditi. Un regime corrotto, nel quale può accadere che chi comanda, in nome di Dio o del popolo poca importa, libito faccia licito in sua legge, è evidente che sarà insufficiente anche nell’adempiere a questa missione; e, sebbene ufficialmente possa riguardo ad essa proclamare principi accettabili ed anche elevati, pure nella pratica questi saranno malamente osservati.” (Gaetano Mosca, a cura di N. Bobbio, La classe politica)
Ovviamente, in questa sede non ci dilungheremo, anche perché non attinenti al nostro tema, sulle teorie dell’elitismo proposte da Mosca ed applicate alla classe politica, del criterio delle tre C (consapevolezza, coesione, cospirazione) che descrive il funzionamento dei detentori del potere.
L’analisi effettuata da Mosca ci avvia a riflettere su un altro importante cardine, quello relativo ai diritti civili. Agire amministrativo e comportamento sociale sono inestricabilmente uniti in un’unica formula, volta ad associare azione e reazione, o, in modo più immediato, causa/effetto. Tutto ciò significa, in parole più semplici, che se una realtà sociale come quella crotonese risulta abbandonata, selvaggia, piena di contraddizioni sociali e corrotta, questo dovrebbe essere addebitato, inevitabilmente, ad una discutibile gestione delle risorse, delle forze e delle strutture provinciali. Qual è, a questo punto, il compito a cui un buon amministratore di sinistra è chiamato? Per rispondere a tale domanda ci rifacciamo ad alcune affermazioni contenute nel discorso di Fermo Solari del 1968 che citando Ferruccio Parri enuncia: “Dice Parri: “Gloriamoci delle avanzate civili, prima che di quelle industriali”, in quanto “la troppa sporcizia della vita pubblica e del costume aggrava la crisi di sfiducia verso un sistema di feudi e di arrembaggi in equilibrio instabile, dei gruppi di potere e delle categorie. Sotto l’indifferenza, la diffidenza e la diserzione civile di tanta parte della nostra società si è creato un problema morale pericoloso per il nostro avvenire”. Perciò una politica delle sinistre che si proponga una società giusta, in cui a tutti i cittadini siano offerte uguali possibilità di partenza e, con l’esclusione del privilegio e della sopraffazione, deve anche proporsi l’eliminazione della corruzione, nelle sue variegate e molteplici forme odierne. Infatti, se è vero che la corruzione ha il suo incentivo nella politica del privilegio da un lato, e nell’ideale della società del benessere, è altrettanto vero che il suo nemico più dichiarato è costituito da una politica di uguaglianza e di giustizia. Per cui l’intensità dell’azione moralizzatrice della politica delle sinistre dovrà essere corrispondente all’intensità con la quale il nuovo assetto della società verrà tradotto in atto”.(Fermo Solari, “Indicazioni prospettive”, tratto dal discorso tenuto in un convegno del 1968)

Non sembra necessario né, tanto meno, opportuno commentare ulteriormente l’incisiva ed appassionata chiarezza con cui Parri spiega e sviluppa il ruolo sociale ed etico (!) di una politica “delle sinistre” condotta col solo, nobile, intento di riequilibrare quanto è disarmonico o di proporre un nuovo assetto sociale, in cui le più diverse possibilità vengano realmente dischiuse a tutti e non solo ai “figli di…”.
Abbacinati e commossi dalla “romantica” potenza, speriamo non utopica, di questo sogno, rimaniamo turbati e, sì, ammettiamolo, fiduciosi che tutto questo possa ancora essere realizzato. Speriamo, però, che a qualcuno, invece, non venga da ridere….
Pubblicato su La Provincia KR, settimanale di informazione e cultura, Anno XIV n. 06 del 09/02/2007

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