giovedì 26 febbraio 2009

Memorie dal confine 7

A Crotone, si è in attesa di un Cristoforo Colombo che scoprirà una nuova America dell’arte, della civiltà, del costume

Uomini “buoni” e no!

Intanto, con assoluta nonchalance, le stesse persone ricoprono più spazi dirigenziali/occupazionali, incassando ricchi stipendi, diventando “uni e trini” per gestire più mansioni contemporaneamente, alla faccia dei caritatevoli pistolotti sui mali della disoccupazione


di Romano Pesavento

“Avanza: sentiamo dire/che sei un uomo buono./ Non sei venale, ma il fulmine/ che si abbatte sulla casa non è neanch’esso venale./ Quel che hai detto una volta, lo mantieni./ Che cosa hai detto?/ Sei sincero, dici la tua opinione? Quale opinione?/ Sei coraggioso./ Contro chi?/ Sei saggio./ A favore di chi?/ Non badi al tuo vantaggio./ Al vantaggio di chi, allora?/ Sei un buon amico./ Amico di gente buona?/ Ascolta: Sappiamo che sei nostro nemico. Perciò ora ti vogliamo/ mettere al muro. Ma in considerazione dei tuoi meriti e buone qualità/ il muro sarà buono, e ti fucileremo con/ buone pallottole di buoni fucili e ti seppelliremo con/ una pala in terra buona.” (Bertolt Brecht, l’uomo buono).
Mafiosi, banditi, ladri, briganti, sfruttatori…. Chi più ne ha, più ne metta. Questa è la realtà, l’immagine che giorno dopo giorno trasmettiamo da Tele-Crotone all’Italia, cioè, all’Estero. Abbiamo voluto iniziare il nostro articolo con la poesia di Bertolt Brecht, non a caso, perché essa può benissimo adattarsi ad un immaginario, ipotetico, dialogo tra due distinte persone: il potente di turno ed uno dei pochi personaggi di felliniana memoria, in quanto endemicamente sognatore, residente in città. Vogliamo sottolineare quanto le ipocrite celebrazioni dei cosiddetti “buoni costumi” siano esecrabili: nella realtà, quella crotonese in particolare, difficilmente una condotta morale, onesta, seria e ligia premia. A parole, pare che la città sia popolata da autentici filantropi: illuminati, disinteressati, incorruttibili notabili. Quale immensa fortuna, per una provincia così strapazzata e in affanno, essere sorretta e guidata da simili menti. Eppure, nonostante gli incommensurabili sforzi di chi regge le sorti dei cittadini, si verificano continuamente episodi, a dir poco, disgustosi per chi ha sempre creduto con slancio in certi valori morali e politici: concorsi poco pubblici e molto privati, ammanchi inspiegabili per svariati zeri nei vari settori della vita cittadina, posti di lavoro elargiti in modo poco chiaro e via discorrendo. Intanto, dai più disparati poli si chiedono, sempre con maggiore insistenza, al Governo e a Bruxelles, cospicue risorse comunitarie per mega-progetti Walt Disney, il cui esito sarà quello di provvedere, il più delle volte, ad una più comoda sistemazione per i congiunti in perfetto stile “Parentopoli del Sud”. Si sa che il ben noto principio: “Tengo famiglia” diventa il pretesto per favorire tutti i propri “cari”, in ogni senso, fino alla settima generazione; tuttavia, un minimo di decenza, decoro, di, paradossalmente, savoire faire dovrebbero essere osservati. Con questa ironica affermazione, non si vuole assolutamente invitare a comportamenti pur sempre illegali, ma sapientemente occultati, ma solo richiamare l’attenzione sul fatto che, per il punto tragico in cui siamo arrivati, non si sente neanche il bisogno di celare, in qualche modo, i propri loschi maneggi, perchè tanto la rassegnazione e la depressione dei cittadini sono talmente radicate e forti, da non far sospettare mai alcuna reazione di sdegno o ribellione. Tanto mai nulla cambia e “farsi il sangue amaro” non produce alcun effetto positivo.
Intanto, con assolta nonchalance, le stesse persone ricoprono più spazi dirigenziali/occupazionali, incassando ricchi stipendi, diventando “uni e trini” per gestire più mansioni contemporaneamente, alla faccia dei caritatevoli pistolotti sui mali della disoccupazione. Eppure, la cronaca, spesso, riporta di figure professionali super pagate, nella concretezza dei fatti, non solo non all’altezza del proprio ruolo, ma anzi dolosamente perniciosa per la comunità.
Al di là, di ogni amara considerazione, per spiegare uno stato d’animo condiviso da più persone a Crotone, intendiamo proporre un estratto di Gramsci contenuto nell’opera Passato e presente: “L’attuale generazione ha una strana forma di autocoscienza ed esercita su di sé una strana forma di autocritica.

Ha la coscienza di essere una generazione di transizione, o meglio ancora, crede di sé di essere qualcosa come una donna incinta: crede di stare per partorire e aspetta che nasca un grande figliuolo. Si legge spesso che “si è in attesa di un Cristoforo Colombo che scoprirà una nuova America dell’arte, della civiltà, del costume”. Si è detto che noi viviamo in un’epoca predantesca: si aspetta il Dante novello che sintetizzi potentemente il vecchio e dia al nuovo slancio vitale….” (Gramsci, Passato e presente).
Meditate gente, meditate.


Pubblicato su La Provincia KR, settimanale di informazione e cultura, Anno XIV n. 03 del 19/01/2007

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