Romano Pesavento
Ancora qualche giorno per
visitare la mostra di Antony Gormley “ESSERE” allestita presso le Gallerie
degli Uffizi fino al 26 maggio.
Concepire l’arte in una veste del
tutto nuova fuori dagli schemi classici e formali, per entrare in una
dimensione virtuale, tentando di trovare nello spazio e nell’alchimia delle
forme un nuovo messaggio costituisce il fulcro concettuale dell’artista
britannico. Un viaggio nella luce e nel buio, emigrando nei ritmi della
solitudine e del rapporto con il silenzio: tutto questo è Passage (2016), la
galleria lunga 12 metri, situata al centro della sala. Frammenti di materia si consolidano in
costruzioni archetipe in un primo momento irriconoscibili, uscite da una
memoria virtuale alla ricerca di una nuova ricomposizione, diversa ma reale.
Tracciare neri segni sospesi
nell’atmosfera, soltanto apparentemente caotici e “schizoidi”, che
vorticosamente si aggrovigliano in
spirali frenetiche, ci ricorda che,
nonostante tutto, alla fine, la materia trova un suo equilibrio.
Immagini istantanee fermano il
viaggio dei neutrini. L’origine e la fine s’incontrano costruendo soluzioni
infinite nelle reti della coscienza umana.
Cosa c’è nell'arte di Gormley? Il coraggio di andare oltre la razionalità,
fornendo una linea non sempre continua del mondo reale; evadere dalla
quotidianità cercando domande giuste piuttosto che risposte scontate.
Pubblicato sulla testata la Provincia Kr online
Nessun commento:
Posta un commento