lunedì 7 aprile 2014

Speciale / Passato operaio

Quando a parlare erano i risultati della tradizione


BOCCIOFILA


La storia ha inizio intorno al 1920: dal primo presidente del CRAL Giovanni Varrese, alla gioia del campione italiano Ettore Montorsi 



di Romano Pesavento


Ormai da anni alcuni spazi della città una volta destinati alle attività ludiche per anziani e non versano in uno stato di abbandono e totale degrado. Eppure un tempo in questi luoghi c’era la vita. Due club il Gruppo bocciofilo dopolavoro ferroviario e quello della Montecatini una volta antagonisti oggi sono accomunati dallo stesso destino: il nulla ha divorato storia e gloria. In questi campi di bocce tanti volti, campioni si davano appuntamento per passare un pomeriggio o una mattinata diversa. Si giocava, si scherzava e poi tutto scorreva lungo i binari della appartenenza idealistica alla propria squadra.
Attraverso i racconti di alcuni dei personaggi di allora, ho potuto ricostruire in parte la storia di alcune società e di alcuni avvenimenti importanti che hanno contraddistinto questo sport nel corso della storia. Anche se non è possibile definire una data certa sulla istituzione sia del Circolo Ricreativo Aziendale dei Lavoratori (CRAL) che del Gruppo bocciofilo Montecatini, si può sicuramente far risalire la nascita di quest’ultimo all’indomani della seconda guerra mondiale; mentre per quanto riguarda il primo la sua fondazione può essere annoverata probabilmente alla fine degli anni ‘20. Sin dall’inizio l’associazione era inglobata nel CRAL. Per tal motivo, le massime cariche sociali erano le stesse per entrambe le organizzazioni. Il suo primo presidente si chiamava Giovanni Varrese, originario di Stornara in provincia di Foggia. La “società” bocciofila era formata per lo più da emigranti provenienti dal Centro-Nord d’Italia che lavoravano presso lo stabilimento chimico industriale. Furono proprio questi pionieri a creare le condizioni per la nascita e la crescita di tale gruppo. Infatti, come mi racconta Carmine Greco, ultimo presidente, “nel Sud non era ancora conosciuto lo sport delle bocce. Di fatti diversi iscritti venivano dal nord come il rag. Trevisoi, Tosi ed altri.” La struttura era situata nelle vicinanze di via Antonio Gramsci; tutt’intorno vi erano le “baracche” dove molti di questi operai trovavano residenza.   
A sostenere economicamente l’iniziativa si provvedeva in due modi: attraverso una minima quota d’iscrizione che veniva trattenuta dalla busta paga del socio o mediante incentivi versati direttamente dall’azienda Montecatini al CRAL.  
È proprio sul finire degli anni ’30 che Ettore Montorsi, originario di Ferrara ma residente a Crotone, vinse il titolo di campione d’Italia: prima affermazione importante per tale sport nel territorio crotonese. L’atleta frequentava il Gruppo della Pertusola. Di questo primo periodo, oggi, non rimane che qualche scatto fotografico: la figura di Ettore Montorsi con in dosso la maglia di campione d’Italia e la celebrazione pubblica per il raggiungimento dell’importante meta.
Proprio in questi anni nascevano i gruppi bocciofili  della Pertusola, del Dopolavoro ferroviario (1945, successivamente definito Dlf), del Porto (1935). Il primo localizzato inizialmente alle spalle dell’attuale sede centrale della ex Banca popolare di Crotone e successivamente trasferitosi di fronte al campo sportivo Ezio Scida (oggi della struttura non rimane più traccia); il secondo presso via Spiaggia delle forche; l’ultimo, con presidente Pasquale Tricoli, in via Cristoforo Colombo (oggi la società è ancora attiva e guidata da Osvaldo Sestito e Francesco Scicchitano).                  
Nel 1953 la bocciofila Montecatini organizzò e vinse il primo torneo regionale a coppia con Varano Luigi e Lombardo Giovanni. Dobbiamo però ricordare come fosse all’epoca estremamente difficile, per i giovani, riuscire a integrarsi con gli adulti e gli anziani. Spesso i ragazzi si dovevano accontentare di giocare su campi spartani.     
Nel 1966 nasce la società per azioni Montedison, frutto della incorporazione della Montecatini in Edison S.p.A., e anche il CRAL e il gruppo bocciofilo cambiano la loro denominazione acquisendo il nuovo nome.
Intanto, all’inizio degli anni Settanta nascono in alcuni quartieri popolari altamente degradati di Crotone tre nuovi circoli: due nel rione San Francesco (la San Gaetano, oggi intitolata a Paolo Araldo, e la Città di Crotone (01/01/1975)) e uno in zona Fondo Gesù (1974/1976). La San Gaetano nacque dalla determinazione di Giuseppe Scicchitano e di don Tarcisio, sacerdote della parrocchia; il Fondo Gesù fu fortemente voluto dal suo presidente Rino Ragno, dal suo vice Mario Greco e dai soci fondatori Achille Petrocca, Iuliano, Minniti C. e R., Papa A., Romano S., Muraca Felice; mentre per l’ultima si ricorda la figura carismatica di Saverio Crea, primo responsabile della struttura. Scopo principale delle iniziative è ridurre l’emarginazione sociale e attrarre i giovani verso questa disciplina. Purtroppo, la sorte finale del Fondo Gesù non fu molto benevola: l’alluvione del 14 ottobre 1996 distrusse la struttura mettendo fine così a questa importante iniziativa. La “Città di Crotone”  e la San Gaetano invece rimasero sempre attive. Per quanto riguarda la prima società, occorre segnalare che nel corso del 2012 alcuni suoi giovanissimi atleti Salvatore De Giovanni, Leonardo Messina, Raffaele Pignanelli, Roberto Molè, Nicolas Palermo e Vincenzo Papa, accompagnati dal tecnico Luigi Messina conquistarono la maglia di campioni d’Italia nella seconda categoria.
Altro momento importante per il Gruppo Montedison fu il 1985 con la vittoria del campionato italiano categoria B specialità individuale da parte del giovanissimo Francesco Tricamo. Francesco, ragazzo umile e dalla chioma ribelle, seppe trascinare e coinvolgere in uno stato di enorme entusiasmo e gioia in tutta la cittadinanza. Purtroppo quattro anni dopo (luglio 1989) quella stessa allegria si trasformò in commozione per la sua scomparsa prematura a causa di un tumore.
Questo è anche l’anno della costituzione della società bocciofila Scintilla (1981) ancora oggi dinamica e guidata con tanti sacrifici dal suo presidente Franco Montaleone e dal suo vice Francesco Stasi..
Dal 15 settembre 1985, e per due anni di seguito, la società bocciofila Montedison effettuò un’enorme sforzo nell’organizzare tre competizioni nazionali a cui parteciparono giocatori di fama mondiale. Della seconda edizione, infatti, si ricorda la presenza dei campioni mondiali Dante D’Alessandro, tesserato con la De Merolis di Teramo, e Angelo Papandrea. Il primo in coppia con Scacchioli si classificherà al primo posto battendo in una finale a mozzafiato la coppia Celibe Grano della società Italia di Cosenza. Durante questi anni, come ci racconta Carmine Greco, le iscrizioni fanno registrare il loro picco storico raggiungendo quota 60. Gli ultimi momenti di gloria l’associazione li ha vissuti nel 1996, tre anni prima della sua chiusura definitiva, con il conseguimento da parte dei suoi tesserati Franco Belfiore, Umberto Palermo e Alessandro Lorenti del titolo di campione italiano categoria A specialità terna.
Del Gruppo bocciofilo del Dlf non rimangono molto tracce storiche. Tale attività ricreativa era inserita anch’essa all’interno di una struttura associativa che aveva le stesse caratteristiche del CRAL della Montedison. Tra le figure storiche più rappresentative si ricordano Eugenio Palermo, Eugenio Cimbalo (primo arbitro nazionale della città 1982), Mariella Camposano (primo arbitro provinciale donna 1994), Vincenzo Morgione, Tommaso Cimino, Paolo Chirico.
L’ultima importante attività della società di cui si ha notizia risale al 2000, quando organizzò la parata dei campioni regionali degli anni 1999/2000 a cui parteciparono 25 fuoriclasse e fu vinta dal crotonese Umberto Palermo. Da allora più niente.
Certo oggi si assiste ad un crescente depauperamento da parte delle autorità pubbliche delle strutture dei cosiddetti sport minori che, nella realtà, svolgono funzioni sociali importantissime; specialmente perché alcune di esse sono localizzate in zone urbane fortemente disagiate. Prima di distruggere o far decadere questi luoghi bisognerebbe soffermarci un po’ sulla storia che ancora oggi si respira tra quelle pareti, quei campi dove anche i nostri nonni si davano felicemente appuntamento ed i giovani campioni tra mille difficoltà crescevano. D’altronde Platone in una sua frase celebre sosteneva: Si può scoprire di più su una persona in un’ora di gioco, che in un anno di conversazione.”


Ringraziamenti speciali vanno ai sig.ri Mario Greco, Carmine Greco, Eugenio Cimbalo e a tutti coloro che hanno fornito un utile contributo per la ricostruzione della memoria storica dello sport delle bocce.   

Pubblicato sulla rivista di politica, cultura, economia e sport la Provincia Kr n.3 Anno XXI / Marzo 2014 
Il reportage storico fotografico è presente all'interno dell'articolo.

Nessun commento:

Posta un commento