Quando a parlare erano i risultati della tradizione
BOCCIOFILA
La storia ha inizio intorno al 1920: dal primo presidente del CRAL Giovanni Varrese, alla gioia del campione italiano Ettore Montorsi
di Romano Pesavento
Ormai da anni alcuni spazi della
città una volta destinati alle attività ludiche per anziani e non versano in
uno stato di abbandono e totale degrado. Eppure un tempo in questi luoghi c’era
la vita. Due club il Gruppo bocciofilo dopolavoro ferroviario e quello della
Montecatini una volta antagonisti oggi sono accomunati dallo stesso destino: il
nulla ha divorato storia e gloria. In questi campi di bocce tanti volti,
campioni si davano appuntamento per passare un pomeriggio o una mattinata
diversa. Si giocava, si scherzava e poi tutto scorreva lungo i binari della
appartenenza idealistica alla propria squadra.
Attraverso i racconti di alcuni
dei personaggi di allora, ho potuto ricostruire in parte la storia di alcune
società e di alcuni avvenimenti importanti che hanno contraddistinto questo
sport nel corso della storia. Anche se non è possibile definire una data certa
sulla istituzione sia del Circolo Ricreativo Aziendale dei Lavoratori (CRAL)
che del Gruppo bocciofilo Montecatini, si può sicuramente far risalire la
nascita di quest’ultimo all’indomani della seconda guerra mondiale; mentre per
quanto riguarda il primo la sua fondazione può essere annoverata probabilmente alla
fine degli anni ‘20. Sin dall’inizio
l’associazione era inglobata nel CRAL. Per tal motivo, le massime cariche
sociali erano le stesse per entrambe le organizzazioni. Il suo primo presidente
si chiamava Giovanni Varrese, originario di Stornara in provincia di Foggia. La
“società” bocciofila era formata per lo più da emigranti provenienti dal
Centro-Nord d’Italia che lavoravano presso lo stabilimento chimico industriale.
Furono proprio questi pionieri a creare le condizioni per la nascita e la
crescita di tale gruppo. Infatti, come mi racconta Carmine Greco, ultimo
presidente, “nel Sud non era ancora conosciuto lo sport delle bocce. Di fatti
diversi iscritti venivano dal nord come il rag. Trevisoi, Tosi ed altri.” La struttura
era situata nelle vicinanze di via Antonio Gramsci; tutt’intorno vi erano le
“baracche” dove molti di questi operai trovavano residenza.
A sostenere economicamente
l’iniziativa si provvedeva in due modi: attraverso una minima quota d’iscrizione
che veniva trattenuta dalla busta paga del socio o mediante incentivi versati
direttamente dall’azienda Montecatini al CRAL.
È proprio sul finire degli anni
’30 che Ettore Montorsi, originario di Ferrara ma residente a Crotone, vinse il
titolo di campione d’Italia: prima affermazione importante per tale sport nel
territorio crotonese. L’atleta frequentava il Gruppo della Pertusola. Di questo
primo periodo, oggi, non rimane che qualche scatto fotografico: la figura di
Ettore Montorsi con in dosso la maglia di campione d’Italia e la celebrazione
pubblica per il raggiungimento dell’importante meta.
Proprio in questi anni nascevano
i gruppi bocciofili della Pertusola, del
Dopolavoro ferroviario (1945, successivamente definito Dlf), del Porto (1935). Il
primo localizzato inizialmente alle spalle dell’attuale sede centrale della ex
Banca popolare di Crotone e successivamente trasferitosi di fronte al campo
sportivo Ezio Scida (oggi della struttura non rimane più traccia); il secondo presso
via Spiaggia delle forche; l’ultimo, con presidente Pasquale Tricoli, in via
Cristoforo Colombo (oggi la società è ancora attiva e guidata da Osvaldo
Sestito e Francesco Scicchitano).
Nel 1953 la bocciofila Montecatini
organizzò e vinse il primo torneo regionale a coppia con Varano Luigi e
Lombardo Giovanni. Dobbiamo però ricordare come fosse all’epoca estremamente
difficile, per i giovani, riuscire a integrarsi con gli adulti e gli anziani.
Spesso i ragazzi si dovevano accontentare di giocare su campi spartani.
Nel 1966 nasce la società per
azioni Montedison, frutto della incorporazione della Montecatini in Edison
S.p.A., e anche il CRAL e il gruppo bocciofilo cambiano la loro denominazione
acquisendo il nuovo nome.
Intanto, all’inizio degli anni Settanta
nascono in alcuni quartieri popolari altamente degradati di Crotone tre nuovi
circoli: due nel rione San Francesco (la San Gaetano , oggi intitolata a Paolo Araldo, e la Città di Crotone
(01/01/1975)) e uno in zona Fondo Gesù (1974/1976). La San Gaetano nacque
dalla determinazione di Giuseppe Scicchitano e di don Tarcisio, sacerdote della
parrocchia; il Fondo Gesù fu fortemente voluto dal suo presidente Rino Ragno, dal
suo vice Mario Greco e dai soci fondatori Achille Petrocca, Iuliano, Minniti C.
e R., Papa A., Romano S., Muraca Felice; mentre per l’ultima si ricorda la
figura carismatica di Saverio Crea, primo responsabile della struttura. Scopo
principale delle iniziative è ridurre l’emarginazione sociale e attrarre i
giovani verso questa disciplina. Purtroppo, la sorte finale del Fondo Gesù non
fu molto benevola: l’alluvione del 14 ottobre 1996 distrusse la struttura
mettendo fine così a questa importante iniziativa. La “Città di Crotone” e la San
Gaetano invece rimasero sempre attive. Per quanto riguarda la
prima società, occorre segnalare che nel corso del 2012 alcuni suoi giovanissimi
atleti Salvatore De Giovanni, Leonardo Messina, Raffaele
Pignanelli, Roberto Molè, Nicolas Palermo e Vincenzo Papa, accompagnati dal
tecnico Luigi Messina conquistarono la maglia di campioni d’Italia nella
seconda categoria.
Altro momento importante per il
Gruppo Montedison fu il 1985 con la vittoria del campionato italiano categoria
B specialità individuale da parte del giovanissimo Francesco Tricamo.
Francesco, ragazzo umile e dalla chioma ribelle, seppe trascinare e coinvolgere
in uno stato di enorme entusiasmo e gioia in tutta la cittadinanza. Purtroppo quattro
anni dopo (luglio 1989) quella stessa allegria si trasformò in commozione per la
sua scomparsa prematura a causa di un tumore.
Questo è anche l’anno della
costituzione della società bocciofila Scintilla (1981) ancora oggi dinamica e
guidata con tanti sacrifici dal suo presidente Franco Montaleone e dal suo vice
Francesco Stasi..
Dal 15 settembre 1985, e per due
anni di seguito, la società bocciofila Montedison effettuò un’enorme sforzo
nell’organizzare tre competizioni nazionali a cui parteciparono giocatori di
fama mondiale. Della seconda edizione, infatti, si ricorda la presenza dei
campioni mondiali Dante D’Alessandro, tesserato con la
De Merolis di Teramo, e Angelo Papandrea.
Il primo in coppia con Scacchioli si classificherà al primo posto battendo in
una finale a mozzafiato la coppia Celibe Grano della società Italia di Cosenza.
Durante questi anni, come ci racconta Carmine Greco, le iscrizioni fanno
registrare il loro picco storico raggiungendo quota 60. Gli ultimi momenti di
gloria l’associazione li ha vissuti nel 1996, tre anni prima della sua chiusura
definitiva, con il conseguimento da parte dei suoi tesserati Franco Belfiore,
Umberto Palermo e Alessandro Lorenti del titolo di campione italiano categoria
A specialità terna.
Del Gruppo bocciofilo del Dlf non
rimangono molto tracce storiche. Tale attività ricreativa era inserita anch’essa
all’interno di una struttura associativa che aveva le stesse caratteristiche
del CRAL della Montedison. Tra le figure storiche più rappresentative si
ricordano Eugenio Palermo, Eugenio Cimbalo (primo arbitro nazionale della città
1982), Mariella Camposano (primo arbitro provinciale donna 1994), Vincenzo
Morgione, Tommaso Cimino, Paolo Chirico.
L’ultima importante attività della
società di cui si ha notizia risale al 2000, quando organizzò la parata dei
campioni regionali degli anni 1999/2000 a cui parteciparono 25 fuoriclasse e fu
vinta dal crotonese Umberto Palermo. Da allora più niente.
Certo oggi si assiste ad un
crescente depauperamento da parte delle autorità pubbliche delle strutture dei
cosiddetti sport minori che, nella realtà, svolgono funzioni sociali importantissime;
specialmente perché alcune di esse sono localizzate in zone urbane fortemente
disagiate. Prima di distruggere o far decadere questi luoghi bisognerebbe
soffermarci un po’ sulla storia che ancora oggi si respira tra quelle pareti,
quei campi dove anche i nostri nonni si davano felicemente appuntamento ed i
giovani campioni tra mille difficoltà crescevano. D’altronde Platone in una sua
frase celebre sosteneva: Si può scoprire di più su una persona in un’ora di
gioco, che in un anno di conversazione.”
Ringraziamenti speciali vanno ai sig.ri Mario Greco, Carmine Greco, Eugenio Cimbalo e a tutti coloro che hanno fornito un utile contributo per la ricostruzione della memoria storica dello sport delle bocce.
Ringraziamenti speciali vanno ai sig.ri Mario Greco, Carmine Greco, Eugenio Cimbalo e a tutti coloro che hanno fornito un utile contributo per la ricostruzione della memoria storica dello sport delle bocce.
Il reportage storico fotografico è presente all'interno dell'articolo.
Nessun commento:
Posta un commento