domenica 6 aprile 2014

Inchiesta inquinamento ambientale Crotone

Da analisi effettuate dall'Arpacal 
Area industriale: su cereali e ortaggi valori fuori norma



di Romano Pesavento


Se la Campania è la terra dei fuochi, Crotone non è certo da meno. Tale è l’immagine emersa in questi giorni attraverso i media. Tante le opinioni che hanno descritto l’agghiacciante situazione ambientale in cui si trova il territorio crotonese. Cromo, arsenico, berillio, cadmio, cobalto, mercurio, piombo, nichel, rame disseminati un po’ ovunque. Parchi in autocombustione: effetto paranormale dei residui tossici seppelliti e nascosti nel sottosuolo. Scuole nocive, emblema di una feroce crudeltà. Tumori irradiati come funghetti tossici nei più diversi strati sociali diffondono morte e disperazione. Il “lato oscuro” avvolge la vita quotidiana. E intanto la politica sorniona rimane impassibile dietro a montagne di carte, promesse, interviste e riunioni inutili.
Tutto è inquinato: l’acqua, l’aria, il cibo. Attraverso la lettura dei dati si può scoprire la portata spaventosa della catastrofe in atto. La bonifica diventa sempre più un evanescente miraggio; intanto la concretezza oggettiva delle analisi effettuate dall’A.R.P.C.A.L. nel giugno 2003 evidenzia come sostanze velenose fossero presenti nei campioni di ortaggi e di cereali prelevati nelle zone interessate. Infatti le due relazioni in nostro possesso attestano la seguente situazione: “Ad integrazione della relazione di analisi n° prot. 661 del 06/09/03, eseguita da questo servizio, su un campione di barbabietola prelevato in data 05/06/2003 dall’ASL 5 di Crotone nell’area del sito di interesse nazionale di Crotone, si comunica, per gli opportuni adempimenti di legge di vostra competenza, quanto segue: Il campione risulta non regolamentare per la presenza di piombo (valore riscontrato 0,329 ppm) superiore al limite massimo consentito (0,1 ppm) negli ortaggi a tubero e radici, per come previsto dalla vigente legislazione, ultima il recente decreto 5 marzo 2003” mentre per il campione di grano si rilevava come “esso risulta non regolamentare per la presenza di piombo (valore riscontrato 0,459 ppm) e cadmio (valore riscontrato 0,245 ppm), superiore ai limiti massimi consentiti (0,2 ppm per il piombo e 0,1 per il cadmio) nei cereali.”
Certo per quanto riguarda le valutazioni sull’inquinamento da amianto le prospettive non sono affatto confortanti. Basti pensare che gli esami realizzati nel 2005, al momento della rimozione di alcuni manufatti in amianto nel sito industriale d’interesse, evidenziavano, ancora, una concentrazione di fibre di amianto pari a 1,4. Interessanti sono le ipotesi e le conclusioni apportate su tali valori nel 2009 dal dott. Francesco Rocca, specialista in medicina del lavoro: “Ho provato a ipotizzare un tempo di dimezzamento di 6 mesi (ossia il tempo necessario perché le fibre si riducano della metà) e ne vien fuori circa 3.214 fibre/litro nel 1993. Se si ipotizza come tempo di dimezzamento un anno il numero si riduce significativamente a circa 53 fibre/litro. La stima di fibre/litro ipotizzata sarebbe comunque per difetto perché valutata in assenza della sorgente di emissione; e prima del 1993 quando l'uso dell'amianto era legittimo e la fabbrica in attività? E quale era la situazione del quartiere Fondo Gesù che era distante circa 100 metri dal forno fosforo? Non vorrei destare allarmismo ingiustificato, ma è necessario sottolineare, per concludere, che il periodo di latenza per il mesotelioma è di 20-40 anni, per cui il “cessato  allarme” è previsto per il 2033; che nel decennio compreso fra i primi anni '90 e i primi anni del 2000 sono stati accertati e documentati per l'Enichem quattro casi di mesotelioma pleurico, due casi indiretti (la moglie di un lavoratore) e tre casi di asbestosi; mentre per la Pertusola Sud i casi di mesotelioma sono tre.”
Che tra l’amianto e il cancro il legame fosse così stretto lo si sapeva già con certezza sin dagli anni ‘60. A dimostrarlo, infatti, sono stati gli studi di Irving Selikof che influenzarono l’intero mondo scientifico e portarono l'Occupational Safety and Health Administration  e l'Environmental Protection Administration  ad emanare norme per la tutela dei lavoratori esposti e per l’arresto delle produzioni. Quindi da allora e fino agli anni ’90 (legge 257/92) tutti sapevano e nessuno interveniva in Italia. L’istituzione delle aree di bonifica (SIN) risale al decreto legislativo 22/1997 (decreto Ronchi) successivamente integrato dal decreto ministeriale 471/99 e dal decreto 152/2006.
Intanto, dal momento che nessuno voleva contrastare il colosso EniChem: gli interessi economici scavalcavano la salute dei cittadini. A gestire il Ministero della Sanità furono per lo più ministri democristiani e liberali. Stessa situazione si riscontra adesso: il tribunale di Milano il 24 febbraio 2012 condanna Eni (Syndial) a pagare 56 milioni di euro per danni ambientali al Ministero dell’Ambiente e tutto tace. Poche le iniziative della politica se non quelle strettamente legate alla normale prassi del comunicato o nota stampa. Nessun segnale di indignazione attraversa i volti della Crotone perbene. 
L’art. 3 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo  “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona” e l’art. 32 della nostra Costituzione “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” definiscono come fondamentale per l’individuo e la collettività il diritto alla vita e alla salute, eppure qui, a Crotone, terra malarica, tutto scivola via sulla pelle di quei pochi che ancora oggi resistono onestamente.      


Riepilogo interno piano di bonifica da amianto grandi fabbriche

   Anno 2004
SASOL S.p.A. Enichem Stabilimento di Crotone
   Kg.  25.100 totale quantitativo di amianto smaltito
Syndial S.p.A., ex Sali Italia di Cirò Marina
   Kg.    1.802 totale quantitativo di amianto smaltito
Syndial S.p.A., ex Sali Italia di Cirò Marina
   Kg. 395.495 totale quantitativo di amianto smaltito
Fonte: A.S.L. n.5 24/11/2004
Numero di lavoratori deceduti per mesotelioma pleurico ex dipendenti dei suddetti stabilimenti industriali
Enichem di Cirò Marina
n. 1 dipendente
Enichem di Crotone
n. 4 dipendenti
 + 2 casi indiretti
 + 3 casi di asbetosi
Perusola Sud  di Crotone
n. 3 dipendenti
Fonte: A.S.L. n.5 24/11/2004






Valori rilevati
Valori normali
Valori rilevati
Valori normali
Campione di grano
0,459 ppm
0,2 ppm
0,245 ppm
0,1 ppm
Campione di barbabietola
0,329 ppm
0,1 ppm


Fonte: A.R.P.C.A.L. anno 2003


 Pubblicato sulla rivista di politica, cultura, economia e sport la Provincia Kr n.3 Anno XXI / Marzo 2014 

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