martedì 6 gennaio 2015

Recensione Musica - The Magdalene

The Magdalene: i poeti maledetti della y generation



Romano Pesavento


The Magdalene, gruppo eterogeneo per provenienza geografica e sensibilità artistica, composto da Massimiliano Magni - voce e chitarra, Giuseppe Tarascone – batteria, Cristina Del Gaudio – basso, Luca Barreca – chitarra elettrica, costituisce uno delle band emergenti più significative ed interessanti del panorama musicale attuale. 
I riferimenti musicali del quartetto spaziano tra l’indie rock, post-rock, stoner-rock, grunge e alternative rock, sapientemente dosati e commisti ad atmosfere gotico-romantiche venate di elettrica “psichedelia”. 

Il risultato finale di una simile sperimentazione e ricerca artistica è tutt’altro che confuso o scontato; nei tasselli di vita raccontati nelle loro canzoni emergono disperatamente la precarietà, l’isolamento, l’emarginazione, l’aggressività, l’insensatezza della quotidianità nella nostra società. 
Fuori dalle logiche del consumismo estremo, dalla mercificazione delle anime e dal feticismo capitalistico, i personaggi scivolano nel delirio di una coscienza offuscata dal male di vivere; mentre la voce, assai originale del vocalist, l’io narrante, a tratti strascicata, a tratti potentemente graffiante, evoca scenari apocalittici e immagini estreme: la sofferenza da infliggersi o infliggere agli altri diventa l’unico strumento di affermazione dell’individuo in una realtà votata al non sense e all’omologazione. Il dolore rimane sospeso in un limbo in attesa di essere scatenato. 
Gli strumenti, basso, chitarra e batteria, omaggio all’essenzialità del rock primitivo, contrappuntano con vigore e frenesia i molteplici segnali della mente che vacilla sotto impulsi autodistruttivi irrefrenabili. 
I pezzi del primo EP “Un fatale errore” sono molto intensi; il vigore e la versatilità delle chitarre si esprimono al massimo nei riff lenti da “ballatona” rock di Alice, genere Metallica, per intenderci, e nella convulsione spasmodica de L’ubriaco. 
Piccola perla è il brano di chiusura, Un fatale errore, emblematico manifesto di tutti i reietti del pianeta o aspiranti tali: ipnoticamente distorto il suono della chitarra, lancinante fino allo stremo, guida una serratissima cavalcata fino all’epilogo conclusivo.

Il 30 gennaio esce il primo cd completo con tutte le canzoni pensate per la pubblicazione; la gestazione dell’opera è durata parecchi mesi e il risultato conclusivo sarà sicuramente un prodotto di notevole livello, considerando le premesse iniziali. Non lasciatevelo sfuggire.   


Pubblicato su La Provincia kr on line del 02/01/2015

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