Le più belle mostre in corso? Le abbiamo visitate per voi...
Romano Pesavento
Arte è sinonimo di bello, di
creatività, di eleganza, di ribellione… È la voglia di evadere dalla
quotidianità o di riscoprirla con gli occhi puri di un neonato, di attraversare
con la propria mente emozioni e stati d’animo nascosti nel limbo del proprio
inconscio, di plasmare con le proprie mani la suggestione di un momento e di
volare al di sopra dei perversi condizionamenti dell’avido e oscuro
affarismo.
Attraversare le epoche, per scoprire nelle sculture, nei dipinti e nei
disegni segnali sottesi, che richiamano la nostra attenzione, educandoci al
rispetto della cosa pubblica e di ogni manifestazione della Grazia, è avvincente
e necessario.
Quadro dopo quadro, le opere di
Picasso a Palazzo Strozzi ci consegnano la compulsivamente folle ricerca dell’artista
di prospettive sempre diverse e quasi inconciliabili: periodo neoclassico e
surreale. Novità e ingegno qui si fondono e costruiscono percorsi inusitati di
rabbiosa icasticità.
Un brivido elettrico attraversa la
mente dello spettatore, ogni volta che l’evanescenza, spesso di chiara impronta
erotica, di un tenue segno diventa espressione e strumento dell’ingegno bizzarro,
con cui Pablo percepisce il mondo, estraendo dalle cose quasi la loro aura e la
loro linfa vitale.
La normale leggerezza dei movimenti del Creato, ogni forma di armonia o violenta antitesi, si colgono anche attraverso il sottile, ma deciso, tratto di lapis, che, sul foglio bianco, “incide” schizzi e immagini archetipi e propedeutici alla creazione di Guernica, alfa e omega della guerra e di tutte le guerra.
La normale leggerezza dei movimenti del Creato, ogni forma di armonia o violenta antitesi, si colgono anche attraverso il sottile, ma deciso, tratto di lapis, che, sul foglio bianco, “incide” schizzi e immagini archetipi e propedeutici alla creazione di Guernica, alfa e omega della guerra e di tutte le guerra.
Gli spazi allestiti raccontano
anche i movimenti e le idee che percorrevano i salotti, le vie e le piazze spagnole
nel Novecento e che tanto hanno influenzato il mondo della pittura europea. E
così parallelamente ai dipinti di Pablo Picasso si possono ammirare opere di
Joan Miró, Salvador Dalí, Juan Gris, Maria Blanchard, Julio González.
Mostra affine alla prima, per
intenti iconoclastici e tecniche innovative, si trova alla Galleria Arte
Moderna di Palazzo Pitti ed è intitolata Luci sul Novecento: i dipinti presenti
di Capogrossi, Baccio Bacci, Fattori, Signorini, De Chirico, Lega, Faraoni, Carlo
Levi (Narciso), Reggiani, Giorgio Morandi, Elisabeth Chaplin sono molteplici e
graficamente e simbolicamente pregnanti. La selezione di opere in oggetto racchiude
in sè un’epoca tormentata dalle guerre e dalle trasformazioni violente della
società.
“Puro semplice e naturale”
(esposizione prorogata al 06/01/2015) presso la Galleria degli Uffizi è una
raccolta in cui campeggia l'arte fiorentina del Seicento/Settecento.
L'illuminazione soft mette in evidenza le delicate e sensibili pennellate di
Andrea del Sarto, Santi di Tito, Franciabigio, Bugiardini, Sogliani, Bronzino.
Anche le opere scultoree di Della Robbia, Sansovino, Poggini, Giovanni
Dell'Opera conferiscono all'insieme un fascino lontano, puro e a tratti
romantico.
A Lucca fino al 15 febbraio sono
di scena i Macchiaioli: Signorini, Fattori, Lega e il gruppo del Caffè
Michelangiolo hanno “dimora” presso il Lu.C.C.A. Center of Contemporary Art. Le
opere sono caratterizzate dall’intimismo e dalla pacatezza di un segno grafico
morbido che accarezza volti, scene e
panorami toscani rurali, raccontandone la ruvida poesia; siamo distanti
dalla sfolgorante lucentezza urbana della Parigi impressionista; ma non per
questo la “resa” di archetipi umani universali risulta meno emblematica e
rappresentativa.
Alcuni quadri inondano di luce e colori
gli occhi di chi li osserva, creando tutti i presupposti per riflessioni
esistenziali, a tratti tenere; “La raccolta delle foglie” di Fattori, “Giardino
a Settignano” di Signorini, “La portatrice d'acqua” di Tommasi, “Una madre” di
Lega sono i dipinti più suggestivi presenti.
“Modigliani et ses amis” sono in
esposizione fino al 15 febbraio al Palazzo Blu di Pisa. Attraversando la mostra,
ci si ritrova nelle fumose e povere atmosfere di Montmartre alla scoperta
dell'uomo comune e dell'affascinante mondo bohémien dell'arte francese. I
quadri raffiguranti i personaggi dal collo allungato, dagli occhi enigmatici, i
pensosi volti femminili (il ritratto di Dèdie), e gli scandalosi nudi (Nudo
sdraiato del 1917), per l’epoca, sono accompagnati alle opere di Picasso,
Chagall ed altri pittori suoi amici. Africa e Francia si uniscono in un
originale connubio nelle tele di Modì.
Al Palazzo Ducale di Genova –
Appartamento del Doge fino all’8 febbraio è allestita una considerevole
raccolta di opere (quadri, fotografie, disegni) di Frida Kahlo e Diego Rivera.
L'evento fornisce un'immagine romantica (l'amore per Diego) e al tempo stesso drammatica (l'incidente) della vita di Frida.
Il realismo magico dei due coniugi dispiega sotto lo sguardo dei visitatori un mondo oniricamente variopinto, eppure plasticamente compatto; un mondo in cui amore, sofferenza e morte sono indissolubilmente congiunti, come nel dipinto “L’amoroso abbraccio dell’universo, la terra (Messico), io, Diego e il signor Xoloti)”.
Subito dopo l’ingresso, un filmato in bianco e nero propone uno squarcio inedito della vita coniugale dei due artisti: il legame amoroso e professionale diventa espressione artistica a sua volta. Frida Kahlo e Diego Rivera hanno anticipato alcune performance di Lennon e Yoko Ono.
Alcuni concetti fondamentali del pensiero dei due artisti vengono proposti sui pannelli introduttivi alle opere "Le mie modelle non erano professioniste.
Appartenevano invece alle famiglie più agiate del Messico. Nonostante i cambiamenti e, poi, i danni causati dall'età, nei miei oli sarebbero rimaste per sempre giovani." (Diego Rivera) "Vorrei darti tutto ciò che non hai avuto, e neppure così sapresti quanto è meraviglioso poterti amare." (Frida Kahlo a Diego Rivera).
L'evento fornisce un'immagine romantica (l'amore per Diego) e al tempo stesso drammatica (l'incidente) della vita di Frida.
Il realismo magico dei due coniugi dispiega sotto lo sguardo dei visitatori un mondo oniricamente variopinto, eppure plasticamente compatto; un mondo in cui amore, sofferenza e morte sono indissolubilmente congiunti, come nel dipinto “L’amoroso abbraccio dell’universo, la terra (Messico), io, Diego e il signor Xoloti)”.
Subito dopo l’ingresso, un filmato in bianco e nero propone uno squarcio inedito della vita coniugale dei due artisti: il legame amoroso e professionale diventa espressione artistica a sua volta. Frida Kahlo e Diego Rivera hanno anticipato alcune performance di Lennon e Yoko Ono.
Alcuni concetti fondamentali del pensiero dei due artisti vengono proposti sui pannelli introduttivi alle opere "Le mie modelle non erano professioniste.
Appartenevano invece alle famiglie più agiate del Messico. Nonostante i cambiamenti e, poi, i danni causati dall'età, nei miei oli sarebbero rimaste per sempre giovani." (Diego Rivera) "Vorrei darti tutto ciò che non hai avuto, e neppure così sapresti quanto è meraviglioso poterti amare." (Frida Kahlo a Diego Rivera).
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