domenica 27 settembre 2015

Arte in Italia - I colori magici del maestro Mario Puccini, il Van Gogh italiano, in mostra al Palazzo Mediceo di Seravezza

Romano Pesavento

Fino al due novembre è possibile visitare presso il Palazzo Mediceo di Seravezza la mostra incentrata su  Mario Puccini, intitolata “La passione del colore da Fattori al Novecento”; attraverso l’esposizione, si intende ripercorrere l’intera carriera artistica del pittore: i maestri, gli amici, i periodi di sconforto, di malessere.
Procedendo dall’influenza dei macchiaioli dei primi esordi, fino agli stilemi più aggressivi dell’ultimo periodo, le opere all’interno del percorso, tutte di gran pregio, sono state selezionate con lungimiranza e sensibilità raffinata dagli organizzatori, con l’intento di proporre agli astanti tele di notevole rilievo, magari poco valorizzate e conosciute dal grande pubblico.
Tale felice intuizione ha riportato alla ribalta, dopo anni di immotivato silenzio, la figura e la personalità ecclettica, tormentata e geniale di Mario Puccini, la cui evoluzione iconografica viene testimoniata attraverso una variegata serie di quadri: autoritratti, paesaggi, scorci urbani e nature morte; tutte tappe di una continua ricerca espressiva personale molto meticolosa. Influenzato da Fattori e contemporaneo di Modì non ha conosciuto in vita il successo e la fama dei suoi maestri conterranei. Immeritatamente.

In realtà nelle sue opere troviamo, invece, molteplici spunti interessanti e soluzioni formali di grande originalità e di rara potenza evocativa: la malinconia degli sguardi assorti delle figure femminili o dei bambini e, ancora, lo scintillio febbrile degli autoritratti denotano una forte predisposizione per introspezione e per l’empatia, tipiche di uno spirito fragile, ma sensibile. L’occhio del pittore, anche quando appare concentrato sulla luce o sulle chiazze tonali stridenti, da iconoclasta, cerca sempre  “l’anima” degli oggetti ritratti, l’interiorità; ne cattura l’essenza e, molto spesso, sembra ritrovarvisi .
I paesaggi evanescenti e le luminose marine, quasi fluttuanti negli intensi  cromatismi, contrassegnati da prospettive spesso insolite, rivelano un certo debito nei confronti dell’impressionismo francese; ma, in alcune interpretazioni selvagge e repentine del colore, sono quasi ravvisabili sprazzi di Espressionismo.    
Sofferenza, ingegno, follia si concentrano in una pennellata vibrante e cromaticamente pregnante. Al primo impatto, alcuni  stridenti contrasti tra forme, sfumature e tinte, caratteristiche dell’ultima fase artistica di Puccini, rivelano un’inquietudine esistenziale profonda, simile ai “furori” pittorici di Van Gogh; tuttavia, osservando con maggiore attenzione le opere, dolcezza profonda, schiva delicatezza, rarefatta immobilità sono le percezioni che rimangono più a lungo nell’osservatore, proprio  come accade nelle note finali di un bouquet. E a volte ne costituiscono la cifra distintiva e l’essenza più schietta.

Pubblicato su La Provincia Kr on line



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