lunedì 14 gennaio 2019

FUMETTI - Intervista a Giorgio Giusfredi, promettente sceneggiatore di Zagor: «Mi piacerebbe scrivere una storia che ho gia' in mente...»

Romano Pesavento e Debora Cavarretta



Classe 1984, lucchese e promettente sceneggiatore di Zagor, Giorgio Giusfredi si inserisce nel panorama degli scrittori di fumetti con il suo vivace e propositivo intuito e l’aspetto da pirata dei Caraibi. Attento lettore e conoscitore delle opere bonelliane e dei vari personaggi, apporta la sua verve giovanile pur nel rispetto del solco della tradizione. L’ho abbiamo incontrato ed è nato un dialogo divertente e spontaneo su Zagor e dintorni.

Quali “cattivi” nemici di Zagor ti sembrano particolarmente emblematici?
Per quanto riguarda Toninelli, non saprei ora, non mi viene in mente; per Burattini, Mortimer era il suo cattivo per eccellenza; per Boselli, Wolfingham; poi è normale che ci sono i classici cattivi…. Helligen, Kandrax… sono tutti belli.
In che modo racconteresti Zagor a un bambino che non lo conosce?
Zagor diventa Zagor, da bambino, quando viene salvato dal suo maestro Wandering Fitzy, dopo che i suoi genitori sono stati uccisi, cioè quando viene scagliato da suo padre nell’acqua e Wandering Fitzy lo salva e lui cova un’immensa rabbia che gli cresce dentro, nonostante il maestro gli dica che la violenza non è mai giusta, Zagor porta a termine la sua vendetta terribile e quando scopre la verità si vuole lasciare morire e proprio mentre sta per morire, il suo maestro muore al posto suo. Da allora decide che utilizzerà la sua forza e la sua scure solo per riparare i torti che anche lui ha commesso.



Secondo te, Zagor è un personaggio di transizione rispetto a Tex Willer e agli eroi fragili che vedremo successivamente?


E’ l’inizio del bonelliano tramutamento verso Dylan Dog. Tex non sbaglia mai, è giusto e ci si fida di lui, di Zagor, ne abbiamo parlato prima e poi c’è la spalla comica di Cico. Infatti nel Tex Willer di Nolitta nell’episodio drammatico di “El Muerto” si vede la differenza tra padre e figlio, che poi diventerà più accentuata con i personaggi di Zagor, Mister No e Dylan Dog.

Cosa proporresti per il futuro di Zagor? Cambiarne alcuni aspetti?
No, niente. Mi piacerebbe scrivere un'altra storia che ho già in mente, se a Moreno (Burattini, ndr) piace una storia più avventurosa e più drammatica. Voglio fare tornare un vecchio “cattivo” e lo abbiamo già citato prima.
Hellingen, lo scienziato pazzo?
No, a quello ci penserà Moreno. Kandrax ci penserà Chiaverotti.
Il vampiro Bela Rakosi?
No, il vampiro lo fa Rauch. Questi tornano tutti ma non sarà merito mio.
Lo scopriremo solo vivendo...
Se me lo approvano il soggetto. Io sarei contento.
Te lo auguriamo. Zagor è un uomo che ha sete di giustizia?
Ora è abbastanza pacificato; è diventato un personaggio empatico.
C’è anche la conoscenza della civiltà indiana che lo ha portato al suo modo di essere?
Si, sicuramente; ma anche Tex che è il capo dei Navajo sa già che quello che ha davanti a sé è il cattivo e non sbaglia per definizione. Quindi lo picchia. Zagor invece ha dei dubbi. È il dubbio la differenza.
Cico è un personaggio importante per Zagor?
Cico è fondamentale. Zagor comincia quando comincia Cico. Prima non esiste. E le storie del passato che abbiamo detto sono quelle che Zagor racconta a Cico. Cico è come il primo lettore di Zagor.
In effetti ci identifichiamo in Cico quando ha paura; però salva Zagor tante volte.
Cico è tosto; è un uomo normale accanto a un superuomo e lo aiuta a capire tante cose.

Pubblicato su La Provincia KR online

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