sabato 19 agosto 2017

I viaggi di Gulliver - Gran tour della Grecia

Romano Pesavento



DA ATENE A CAPO SOUNION

Eccoci ad Atene, la culla della cultura occidentale. Atene è un pensiero; è prima di tutto un luogo dello spirito; è un ideale; è un simbolo. Vederla tangibilmente crea un effetto straniante. Ti sembra di non esserci mai stato e contemporaneamente di conoscerla da sempre. 

Frasi, foto, pagine di storia ruotano vorticosamente nella testa, fino a dileguarsi, per poi lasciare emergere nell’impatto intenso visivo tutta la potenza e lo slancio delle strutture architettoniche severe ed eleganti dell’Acropoli. Senza tempo. Fuori dal tempo. In un eterno presente alla faccia di Eraclito. Le Cariatidi danzano sinuose e immobili, austere e civettuole davanti al Partenone. Le menti eccelse dell’antichità hanno cambiato il mondo da qui e spinto gli uomini a interrogare se stessi, gli altri e la realtà circostante. Capo Sounion, struggente e selvatico, si staglia contro il mare azzurro, imponendosi sovrano per l’eternità; è un “gemello” del promontorio di Hera Lacinia a Crotone; infatti l’altura, i colori e la conformazione morfologica lo ricordano parecchio. La Repubblica di Venezia aveva chiamato questo sito "Capo Colonne". Intellettuali e artisti durante i loro tour pensarono di eternarsi apponendo la propria firma sui resti del tempio. Proprio come lord Byron. Eppure questi luoghi non sembrano fatti per gli uomini e le loro meschine ambizioni, ma solo per gli dei.











IN VIAGGIO VERSO IL PELOPONNESO

L’età arcaica della civiltà greca si dispiega davanti ai nostri occhi sotto le forme monumentali di costruzioni “mitiche”, megalitiche, misteriose. Il canale di Corinto taglia in due la terra; nella fenditura d’azzurro palpita il sole. 
Epidauro: il teatro di Asclepio dall’acustica perfetta, adagiato su una collina, biancheggia sotto la luce del giorno. Strumenti musicali, sedie giacciono ordinatamente lungo i bordi circolari del palcoscenico in attesa di evocare nuove, sature atmosfere. Camminando sotto le mura ciclopiche si percepisce la presenza e lo spirito battagliero dei grandi eroi del passato. Agamennone, Atreo e gli altri gloriosi guerrieri forse abitano ancora qui… I leoni, a guardia della celeberrima porta, osservano i turisti dall’alto, ancora incerti se divorarli o meno. 
Degna conclusione il tholos di Atreo o Agamennone, conica spirale a ridosso del cielo, ombrosa, fresca e “muschiata”. 
Odore del tempo, odore della terra.





















OLIMPIA

Immersa in una natura lussureggiante e “sacra” (ulivi, mirto, alloro, querce) si estende l’immenso complesso archeologico di Olimpia.

I porticati degli atleti, la palestra, i luoghi di culto, il Philippeion, lo stadio sprigionano una potenza evocativa e una suggestione fortissima per chi ha la fortuna di avventurarsi in questi luoghi. Qui gli atleti gareggiavano per una corona d’alloro e non per cifre astronomiche. Eppure chi vinceva si guadagnava per sempre il suo posto nell’ “Olimpo degli dei”. Non più comune mortale, ma eroe della comunità. Ancora la fiaccola delle Olimpiadi si accende da qua. Poco lontano il museo con reperti di valore artistico e storico incommensurabile, come la statua di Ermes con Dioniso bambino di Passitele, la cui grazia delicata e armonia di proporzioni commuove profondamente l’animo.
Al calar del sole giungiamo nel piccolo ma grazioso villaggio portuale di Itea sul Golfo di Corinto.















AL COSPETTO DELL'ORACOLO DI DELPHI

L’oracolo degli oracoli; colui che definivano “Lossia”, la cui “solarità” era pari soltanto alla sua ferocia, ha dimora a Delphi. 

Ne parla Eschilo nelle Eumenidi ed è quanto è raccontato in una diversa versione nell'Inno omerico ad Apollo. Incastonata nei meandri del monte Parnaso, circondata dal verde smeraldo della vegetazione, s’innalza sublime e ieratica la città di Apollo. Il destino degli uomini e dei re è stato deciso da queste parti. Passeggiare lungo le rovine del sito significa ritornare indietro nel tempo e sentirsi smarrito difronte a percezioni, atmosfere, suggestioni che non si possono spiegare razionalmente e ti rimandano ad un passato ancestrale, in cui, tra le fronde, potevi incontrare qualche entità soprannaturale. Buona o cattiva dipendeva dal destino immutabile, a cui nemmeno Giove può sottrarsi. E mentre si sale lungo la Via Sacra appaiono nella loro solennità l’emblematico “ombelico del mondo”, il Tesoro degli Ateniesi, il tempio di Apollo e lo stadio. E’ proprio sull'architrave del santuario che era riportato il celebre motto "conosci te stesso". Tanti i tesori del sito conservati nel museo: la Sfinge dei Nassi; l’auriga di Delfi; la statua marmorea di Antinoo.







LE METEORE

C’è un mondo silenzioso e mistico situato sulle irte e soleggiate rocce ai piedi della grande pianura della Tessaglia. 

Sono i monasteri delle Meteore, importanti luoghi di culto della chiesa ortodossa. Sembra che l’origine di questo nome sia dovuta ad un monaco bizantino di nome Atanasio di Trebisonda che durante il Trecento costruì in questo luogo il monastero della Trasfigurazione. A guardare queste strutture architettoniche con il naso all'insù, ai piedi di queste enormi e strapiombanti torri rocciose, appaiono irraggiungibili. D'altronde nel XIV sec., periodo della loro costruzione, dovevano risultare inespugnabili alla violenza dei turchi. Oggi fortunatamente è possibile attraverso alcune stradine arrivare ai santuari e poter così ammirare il paesaggio e i meravigliosi affreschi.
E’ raro incontrare durante la visita i barbuti sacerdoti ma a volte li vedi frettolosamente spuntare da dietro un angolo e raggiungere la loro cella senza soffermarsi nella folla curiosa dei visitatori. E’ particolare osservare il sistema di carrucole utilizzate una volta dai monaci come veri e propri ascensori.
Finita questa emozionante escursione si prosegue verso Salonicco con una breve sosta per ammirare il monte Olimpo, dove alloggia Pollon. 














SALONICCO

Certamente se si vuole vivere un periodo della propria vacanza immersi in una Grecia autentica, incontaminata, a volte selvaggia, lontana dai grandi riflettori del turismo di massa, la Macedonia è il posto ideale. 

Non tutti, infatti, conoscono il fascino “ruvido” di questo angolo della penisola ellenica: la Grecia, nell'immaginario collettivo, è prevalentemente isole o Atene. Invece, regala posti inaspettati e seducenti come la regione in questione, terra di eroi e semidei. Filippo II, il celebre padre del leggendario Alessandro Magno, è nato qui e ha posto le basi per il sogno ambizioso, realizzato dal figlio, del primo impero occidentale. Salonicco, adagiata sul Golfo Termaico, città metropoli, riluce di sole, mosaici bizantini e riflessi marini, sul lungomare chilometrico. Girovagando per il centro urbano, sono tanti i luoghi di interesse storico - artistico, come la imponente Torre Bianca del XV sec., una volta luogo di detenzione per i condannati a morte e da dove si scorge un bellissimo panorama, la Basilica di Santa Sofia del VII secolo, con le sue decorazioni antiche risalenti al X secolo, la chiesa di Panagia Chalkeon, costruita da Cristoforo Burgaris nel 1028, la Rotonda di San Giorgio, edificata da Galerio, conserva importanti tracce bizantine, l’arco di Galerio, il castello e tanto altro ancora.
Salonicco ti cattura con la gentilezza, la poesia e la regalità dei suoi monumenti / musei. Soprattutto quando sorge la luna, Alessandro Magno si lancia al galoppo per conquistarla e i giovani sorseggiano drink sui bar – veliero in navigazione lungo il littorale. Ultima nota: da non perdere una puntatina alla famosa scultura – istallazione intitolata “Ombrelli”, fatta da Georgios Zongolopoulos nel 1993, simbolo contro la guerra nucleare.














IMPRESSIONI SU FILIPPI E ANFIPOLI

Fa molto caldo nel sito archeologico di Filippi e la scarsità di alberi non permette ai visitatori di potersi riparare nella frescura delle ombre. 

Curiosando tra le rovine, s’intravedono alcuni gattini che dormono sotto un capitello, anche loro probabilmente soffrono l’alta temperatura. Eppure, malgrado il clima avverso, basta chiudere gli occhi e immaginare il trascorso storico di questo luogo per rianimarsi: la vittoria di Ottaviano contro Bruto e Cassio nel 42 a.C.; la fondazione della prima chiesa cristiana sul suolo europeo nel 49/50 d.C. da parte dell'apostolo Paolo; l’importante ruolo in epoca bizantina.
“Ci vedremo a Filippi” scriveva Plutarco mettendo questa espressione sulle labbra dell’iracondo fantasma di Giulio Cesare, quando apparve nel sonno a Bruto per ricordargli la vendetta che si sarebbe consumata da lì a poco nella battaglia dell’omonima città. Oggi queste parole sono diventate popolari.
Passeggiando senza fretta tra sentieri e stradine è possibile osservare alcune principali testimonianze storiche: i resti di un teatro, risalente all’epoca di Filippo II; il lastricato romano della Via Egnatia; il Foro Romano; i mosaici della cattedrale dell'antica arcidiocesi; le rovine della prigione in cui San Paolo fu imprigionato nel 49 d.C. circa; i resti delle basiliche paleocristiane, tra cui la grande Basilica B e il complesso termale. Sono tanti i reperti rinvenuti conservati nel museo: statue, mosaici bizantini, monete e tanto altro ancora.
E dopo qualche chilometro arriviamo ad Anfipoli, dove appare maestoso Il leone, simbolo di Alessandro Magno. Da lontano osserviamo l’enorme tumulo di Kasta, risalente a 2.300 anni fa. Ci raccontano che ancora oggi la tomba è oggetto di studio e non è possibile visitarla. Intanto il fiume Strimone scorre lento davanti a noi, portando con sé i suoi misteri.












Da Pella alle tombe imperiali di Verghina


Sono le dieci del mattino; il sole splende; siamo arrivati a Pella, antica capitale del Regno Macedone al tempo di Filippo II; città che diede i natali all’immenso Alessandro Magno e ad Efestione, suo fedele amico e generale; luogo dove Euripide passo gli ultimi giorni della sua vita mortale. Non ci sono turisti. Della città non rimane molto: alcuni interessanti mosaici del sec. IV-III a. C. (caccia al cervo; il ratto di Elena da parte di Teseo; due pavimentazioni: una a rombi bianchi e azzurri e l’altra a triangoli azzurri e bianchi); lunghe strade; qualche colonna. Il museo, invece, custodisce ricchi tesori: statuette; diversi mosaici (caccia al leone durante la quale Krateros, compagno d'armi, avrebbe soccorso Alessandro Magno, Dionisio cavalca una pantera) copiosi arredi funebri macedoni di uomini e donne (armature ed elmi; gioielli; maschere d’oro; manufatti).

Verghina. La terra dischiude un segreto custodito da secoli; agli occhi degli archeologi emozionati e increduli si rivela una delle scoperte più emozionanti dell’archeologia moderna, l'8 novembre del 1977 a Verghina: il sepolcro del grande sovrano macedone, nonché padre di Alessandro Magno, Filippo II e di alcuni suoi familiari. La struttura, che ai visitatori non è consentito fotografare, stordisce per magnificenza, regalità e austerità: sembra una specie di micro tempio con colonne di marmo, sulla cui sommità si trova un frontone, decorato con vivaci scene di caccia. In basso le porte che nessuna mano umana ha aperto fino allo scorso secolo; la soglia che segna il confine tra la vita e la morte, tra l’oblio e l’imperitura fama, tra passato e presente. Dentro sono stati rinvenuti reperti di inestimabile valore; l’urna cineraria, pesantissima, in oro massiccio, destinata a contenere i resti mortali del re e della regina, istoriata e cesellata in modo sublime, secondo la tecnica orafa elevatissima del popolo macedone; l’armatura terrifica e sontuosa (in oro e bronzo); le armi; il vasellame; corone in oro di squisita fattura e infine l’”esercito del re”: scudi, spade, corazze e equipaggiamento bellico sfolgorante di oro, argento e bronzo per gli uomini più fidati del sovrano. Corre un brivido per la schiena, se si pensa che il mondo di una figura storica così racconta e “avventurosa” da sembrare quasi un personaggio omerico, si sta incrociando con le vite dei comuni mortali. Il “sole” di Verghina, l’affascinante simbolo della stirpe reale, impresso sull’urna cineraria di Filippo e rappresentato con sedici raggi nell’eterno fulgore dell’oro, è tornato a risplendere.












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