Ispirarsi a Brecht e Cola di Rienzo!!!
di Romano Pesavento
Chiudere gli occhi e riaprirli
improvvisamente sapendo di non essere a Napoli ma a Crotone, nonostante il
traffico incrudelito, i semafori non sempre perfettamente operativi, i parcheggi
selvaggi in doppia fila e una città al
collasso economico facciano proprio pensare il contrario.
Fin qui nulla di diverso da gran
parte delle disordinate città del Sud Italia e da quanto altre volte si è detto.
Intanto, però, quando si cerca un posto per l’auto, ci si ritrova quasi sempre
di fronte al meticoloso, premuroso e gentile aiuto offerto dai “niguri”, così
sono chiamati da queste parti gli immigrati di colore. In mezzo al caos
cittadino, sono proprio loro ad offrire un aiuto, un servizio in cambio di
qualche centesimo all’ora, con l’aggiunta generosa della spesa consegnata
proprio nella tua macchina. Certo ognuno fa quello che può per portarsi a casa
un salario, che, nel nostro caso, si può aggirare all’incirca sui 350 euro al
mese. Tutto ciò naturalmente dipende da quanti posti auto ciascuno di loro
gestisce e dalla disponibilità dei proprietari del veicolo in questione.
Tanti di noi, francamente, in
molti momenti della giornata farebbero a meno di tutte queste “attenzioni”, anche
perché la presenza e l’operatività di questi poveri giovani si è centuplicata
al punto che, nelle aree nevralgiche della città (davanti alle poste, supermercati,
ospedali, scuole!), non esiste un buco di ragno non sorvegliato diligentemente
da un abusivo.
Ancora nulla di nuovo, se mai di… incrementato; il punto è che durante le festività natalizie appena trascorse la paradossalità di Crotone ha sfiorato il non-sense puro: chi si fosse aggirato alla ricerca di un parcheggio lungo le vie del centro, avrebbe dovuto fare i conti sia con gli ausiliari del traffico -quelli veri!- che con gli improvvisati extracomunitari, i quali, con indifferente nonchalance, continuavano a indirizzare, agevolare le manovre, eventualmente riscuotere qualche ricompensa, per nulla turbati o contrariati dalla presenza dei “concorrenti” ufficiali. Vi prego, uno per volta, un salasso del genere impensierirebbe i cittadini di Montecarlo, figuriamoci gli abitanti di una ex provincia meridionale allo stremo!. Soprattutto quando la giunta comunale, come si apprende dai media locali, aumenta con percentuali variabili tra il 19% e il 75% in relazione alla zona le tariffe sulle strisce blu. Tanti altri aspetti della vita crotonese risultano incomprensibili o più realisticamente intollerabili: strutture architettoniche marinettiane invasive, aerei fantasmi esosi (solo gli onorevoli si possono permettere simili tariffe), treni ormai diventati un ricordo, rifiuti tossici e non in ordine (?) sparso, cantieri aperti ovunque, beni culturali poco valorizzati. E poi ancora verde pubblico inesistente, mare ridotto a una misteriosa mistura, fame e disoccupazione dilaganti, bonifica industriale sempre più una promessa, omertà e perbenismo, svaghi per il tempo libero per gli adulti e i bambini: inconsistenti.
Ancora nulla di nuovo, se mai di… incrementato; il punto è che durante le festività natalizie appena trascorse la paradossalità di Crotone ha sfiorato il non-sense puro: chi si fosse aggirato alla ricerca di un parcheggio lungo le vie del centro, avrebbe dovuto fare i conti sia con gli ausiliari del traffico -quelli veri!- che con gli improvvisati extracomunitari, i quali, con indifferente nonchalance, continuavano a indirizzare, agevolare le manovre, eventualmente riscuotere qualche ricompensa, per nulla turbati o contrariati dalla presenza dei “concorrenti” ufficiali. Vi prego, uno per volta, un salasso del genere impensierirebbe i cittadini di Montecarlo, figuriamoci gli abitanti di una ex provincia meridionale allo stremo!. Soprattutto quando la giunta comunale, come si apprende dai media locali, aumenta con percentuali variabili tra il 19% e il 75% in relazione alla zona le tariffe sulle strisce blu. Tanti altri aspetti della vita crotonese risultano incomprensibili o più realisticamente intollerabili: strutture architettoniche marinettiane invasive, aerei fantasmi esosi (solo gli onorevoli si possono permettere simili tariffe), treni ormai diventati un ricordo, rifiuti tossici e non in ordine (?) sparso, cantieri aperti ovunque, beni culturali poco valorizzati. E poi ancora verde pubblico inesistente, mare ridotto a una misteriosa mistura, fame e disoccupazione dilaganti, bonifica industriale sempre più una promessa, omertà e perbenismo, svaghi per il tempo libero per gli adulti e i bambini: inconsistenti.
La reazione ad una simile anomalia è
una dogmatica rassegnazione da parte dei cittadini, che non sperano più e, con
accanita convinzione, ripetono come un mantra ipnotico che “tutti sono uguali e sono tutti manciuni”.
Sarà anche vero, ma dal vittimismo, dalla povertà culturale e materiale, ben
poco di buono si può sviluppare; sarà un futuro, magari meno colto, Cola di
Rienzo a conquistare i cuori del popolo crotonese? La storia insegna che i capi
carismatici si possono trasformare, troppo spesso, in cattivi maestri. “Il peggiore analfabeta
/ è l’analfabeta politico. / Egli non sente, non parla, / né s’importa degli
avvenimenti politici./ Egli non sa che il costo della vita,/il prezzo dei
fagioli, del pesce, della farina,/dell’affitto, delle scarpe e delle medicine /
dipendono dalle decisioni politiche. / L’analfabeta politico è così somaro /
che si vanta e si gonfia il petto / dicendo che odia la politica. / Non sa
l’imbecille che dalla sua / ignoranza politica nasce la prostituta, /il bambino
abbandonato, /l’assaltante, il peggiore di tutti i banditi, / che è il politico
imbroglione, / il mafioso corrotto, / il lacchè delle imprese nazionali e
multinazionali.”
Le parole di Brecht scritte nel primo Novecento descrivono perfettamente la realtà sconfortante, ma veritiera dell’attuale disaffezione politica. Soprattutto gli effetti vengono inquadrati con spietata lucidità; chi pensa che, chiudendo la porta dietro di sé, lascia fuori problemi non suoi, si sbaglia di grosso. Speriamo di accorgercene tutti per tempo.
Le parole di Brecht scritte nel primo Novecento descrivono perfettamente la realtà sconfortante, ma veritiera dell’attuale disaffezione politica. Soprattutto gli effetti vengono inquadrati con spietata lucidità; chi pensa che, chiudendo la porta dietro di sé, lascia fuori problemi non suoi, si sbaglia di grosso. Speriamo di accorgercene tutti per tempo.
Pubblicato sulla rivista la Provincia kr n. 1-2 Gennaio / Febbraio 2014