Romano Pesavento
Si è conclusa giorno 7 gennaio con
notevole successo la mostra “Di Pittura” allestita in piazza Duomo in alcuni locali
concessi dall’Arcidiocesi di Crotone-Santa Severina a Crotone. L’esposizione ha proposto un insieme di opere di alcuni artisti crotonesi, tra cui i maestri
Francesco Giordano e Antonio Sfortuniano.
Il pittore Giordano ha esposto alcune
tele dai cromatismi chiaroscurali vibranti e intensi. Volti e personaggi
emergono dal buio delle tele, profilandosi con fierezza ed espressività.
Riflessivi e contemplativi gli sguardi dei personaggi sembrano interrogarsi sui
misteri insondabili dell’esistenza; una sorta di “gravitas” aleggia sui solchi
pensosi e scavati dei visi ascetici, consunti dalle privazioni e
dall'attitudine consolidata alla macerazione interiore, di chi, febbrilmente,
cerca invano una risposta. L’enigma insondabile della fugacità umana si palesa
così attraverso lo sguardo abbacinato e folle del filosofo, dell’antico
guerriero, dell’anacoreta.
Il racconto delle anime ritratte
si estrinseca attraverso una profonda spiritualità che appartiene a chi dipinge
e si comunica all’osservatore con icastica immediatezza. Realismo figurale,
plasticità, atmosfere “dense” richiamano il misticismo corporeo e potente di Francisco
de Zurbarán, rivelando quanto la “ricerca” infruttuosa sia la colpa più
terribile da scontare.
Nel mondo pittorico metafisico e
vagamente fiabesco di Antonio Sfortuniano rintracciamo le tracce profonde del
paesaggio crotonese. Nella campagna verdeggiante, resa angolosa, quasi
geometricamente sghemba, dalle pennellate inclinate dell’artista, si staglia un
casolare il cui rosso mattone del tetto si magnifica ed esalta mediante la
complementarietà del verde, lo sfondo cupo della notte profonda e il pallore
cereo – violaceo di una luna rocciosa, quasi un meteorite che ci fissa
dall’alto.
La natura severa e austera di
morandiana memoria domina incontrastata nella sua onnipotenza; solo un paio di
edifici in balìa della “Vastità” ci ricordano quanto l’uomo sia insignificante e
misero rispetto alle forze del creato.