Romano
Pesavento
È
iniziato lo scorso 9 febbraio lo storico Carnevale viareggino ed è stata subito
festa. Quest’anno
la manifestazione è dedicata alle donne. Con un cielo grigio e una
pioggerellina sottile e umida, le maschere allegoriche sfidano il tempo e
velocemente confluiscono verso il magico scenario che piano piano si compone in
piazza Mazzini in attesa della cerimonia dell'alzabandiera e del triplice colpo
di cannone in compagnia di Burlamacco e Ondina.
Foto 1: il carro di prima categoria “Adelante” di Lebigre e Roge
E così, lungo “la passeggiata”, tempio della “belle époque”, tra gli
stabilimenti balneari, gli chalet, i negozi, e i ritrovi mondani d’ogni genere
da una parte, e le altezzose architetture di eleganti alberghi e pensioni,
palazzi e villini, stile liberty dall’altra, sfila il primo Corso Mascherato nella
sera tra il divertimento e l’allegria di grandi e piccini. Gli enormi carri
allegorici di prima categoria tracciano triangolazioni inusitate tra
ingegneria, arte e satira sociale.
I temi affrontati risultano davvero
pregnanti di significato; non manca la politica interna ed estera, ma sono i
grandi “demoni” collettivi ad aver acceso l’estro creativo dei carristi:
bullismo, violenza giovanile e di genere, ambientalismo, “tecnocratismo”,
ossessioni / tentazioni virtuali – reali che alienano irrevocabilmente la
lucidità dei cittadini metropolitani. Coreografia, trucco, luci, effetti
scenici miracolosamente rimangono in equilibrio tra la riflessione autentica
circa drammi reali del nostro secolo e la bellezza / incanto di fronte
all’ennesimo miracolo meccanizzato in processione sotto gli occhi del pubblico in
visibilio. D’altra parte il Carnevale, pur nella sua spensierata sfrenatezza,
porta con sé un carico, più o meno congruo, di melanconia… Dopo l’eccesso, la
quaresima è vicina. Speriamo che oltre allo stupore e al divertimento si
sedimentino altri concetti, soprattutto nel cervello di chi esercita il potere.
Foto 3: il carro di prima categoria “Branco” dei fratelli Breschi
A nostro avviso, per il forte impegno sociale, andrebbero segnalati in primo
luogo “Branco” dei fratelli Breschi (bullismo); al secondo posto “Adelante” di
Lebigre e Roger (l’immagine di Frida Calo è certamente un esempio di artista
anticonformista e combattiva); al terzo posto a pari merito sono i carri
intitolati “Alta marea” di Roberto Vannucci e "L'ultima Biancaneve"
di Jacopo Allegrucci (ambientalismo).
Scie
luminose e colorate accendono il firmamento e piovono sulla città… sono gli
spettacolari fuochi pirotecnici.
Foto 4: il carro di prima categoria "L'ultima Biancaneve" di Jacopo Allegrucci
Foto 5: il carro di prima categoria "Medea" di Alessandro Avanzini.
Foto 6: il carro di prima categoria “La teoria del Kaos” di Umberto, Stefano e Michele Cinquini.
Foto 7: il carro di prima categoria “Per chi suona la
campana” di Carlo Lombardi.Foto 6: il carro di prima categoria “La teoria del Kaos” di Umberto, Stefano e Michele Cinquini.
Foto 8: il carro di prima categoria “L'inganno della sirena” dei fratelli Bonetti.
Foto 8: il carro di prima categoria “Il Pa-Drone” di
Fabrizio Galli.
Foto 10: il carro di seconda categoria"Prigioni"
di Luciano TomeiFoto 11: il carro di seconda categoria “Freedom” di Priscilla Borri e Antonino Croci.
Foto 12: il carro di seconda categoria “La zattera” di Franco Malfatti.
Foto 13: il carro di seconda categoria “The winner is... Chi vince non sa cosa si perde” di
Edoardo Ceragioli.
Pubblicato su La Provincia Kr online